Cerca nel blog

venerdì 24 agosto 2012

Una cattiva madre

Ho un'ammissione da fare ad amici, conoscenti, parenti. La mamma di A è una cattiva madre, poco attenta, superficiale e anche un po' menefreghista.
 Sono cattiva perché:

  1. Non so quanto pesi esattamente il piccolo A.
  2. Non so quanto sia lungo o alto il piccolo A.
  3. Non so se lo sviluppo del linguaggio è pari-uguale o MAGARI superiore alla norma degli altri bambini della stessa età.
  4. Non so se cammina più veloce o più piano degli altri, non so se sia più coordinato, agile atletico degli altri.
  5. Non so sia più sveglio, intelligente o furbo degli altri.
  6. Non so se faccia giochi più  " evoluti" dei suoi coetanei.
Trasformate tutti i "non so" che ho scritto con un bel "non mi interessa" e capirete quanto sia una madre inadatta.
Sottile la differenza tra una domanda posta per conoscere meglio il piccolo A e una domanda interessata a MISURARLO. Sottile la discrepanza tra una domanda posta per buona e sana curiosità o posta per fare confronti, competizioni ecc.Ma la mamma di A, spesso, coglie la differenza. Forse si sbaglia...ma questi giochi proprio non le piacciono.

Facciamo qualche passo indietro. Quando nacque il piccolo A i tempi non erano ancora proprio maturi...mancava un mese al termine per cui arrivò un piccolo uccellino di 2 kg. In quei giorni in ospedale le misure del piccolo A erano questioni importanti che venivano amplificate dall'ansia di una mamma alle prime armi. In un brevissimo tempo tutto si risolse in positivo, il piccolo A pian pianino ( ma neppure tanto) divenne un bel bimbo paffuto. Stop, finita l'ansia e le preoccupazioni...almeno della mamma di A.  Peccato che intorno a lei erano rimaste le casse di risonanza per l'ansia. Le casse di risonanza dell'ansia sono persone che vivono dietro l'angolo. Lo so, mamme che leggete, che le conoscete anche voi. Sono quelle che se per caso tu hai un piccolissimo dubbio dentro di te, loro sanno leggerti in quel remoto angolo dell'inconscio e ti pongono le domande giuste giuste per farti star male. Domande poste solitamente con nessun tatto, empatia ma ricoperte di " buona educazione". Le casse di risonanza dell'ansia sono quelle persone che interrogano con un leggero filo sadico, anche inconsapevole, forse per leggerezza. Ma loro ti martellano sull'allattamento se non riesci e vorresti allattare, sul lavoro se non vorresti ma devi rientrare o vorresti rientrare ma sai cosa ti aspetta ora che sei mamma. Loro, se hai avuto un parto prematuro, ti martellano appunto sul peso, la lunghezza, la circonferenza cranica, lo sviluppo cerebrale ecc. 
La mamma di A ha quindi maturato una certa avversione sul concetto di misura. Le interessa nel momento in cui porta il piccolo A dalla pediatra per la visita filtro, ma nel momento in cui tutto procede bene automaticamente cancella i dati in memoria. L'essenziale è invisibile agli occhi ma anche gli occhi vedono tanto e se davvero vuoi conoscere il piccolo A basta stare con lui qualche minuto e le cose più importanti le sai in un momento. Se invece dei suoi occhi grandi e profondi, del suo profumo di buono, dei suoi sorrisi generosi, della sua risata grassa, dei suoi passi da bullo, dei suoi abbracci cicciosi, della sua curiosità... ti interessa di più quanto pesa e quanto è lungo...vedi tu che ti stai perdendo tanto, tantissimo.
È un modo diffuso di guardare l'infanzia, con l'occhio industriale che osserva se il "pezzo nuovo" funziona bene o meno. Non voglio dire che bisogna essere miopi, sono una psicologa e so che in certi casi misurare ha lo scopo di aiutare, potenziare, supportare, migliorare. Però dai, rilassiamoci, e godiamoci i nostri bambini imparando a guardare con i loro occhi. Il piccolo A anche questa sera voleva saltare sulla luna con la sua mamma, incurante della misura che la separa dalla terra....

7 commenti: