Cerca nel blog

martedì 27 maggio 2014

Domande esistenziali

Mattina. In macchina. Verso l'asilo.


"Mamma perché il nonno A non scende mai?"

(Il nonno A è il nonno paterno di A. A non lo ha mai conosciuto di persona, ma gli hanno parlato molto di lui.)

"Perché il nonno ora vive in cielo, è un angelo e gli angeli vivono in cielo. Però lui ci guarda, ci protegge dall'alto"

Silenzio e sguardo rivolto verso l'alto.

"Mamma dov'è la porta per entrare in cielo?"

"Amore veramente non lo so, immagino che si possa entrare dappertutto. Non ci sono mai stata. Solamente in aereo, ma non è la stessa cosa, il paradiso è più in alto, dove c'è l'azzurro più bello"

"Perché non ci sei mai stata?"

"Perché per ora il mio posto è sulla terra, devo imparare ancora tante cose, stare con te e le persone a cui voglio bene, esplorare...Quando morirò saprò come è il cielo perché il mio posto diventerà il cielo"

"Posso venire con te?"

"Un giorno ci saremo tutti insieme però adesso sei un bambino e devi pensare a crescere e a essere felice"

"Ok"

Fine prima parte. La mamma sorride. I bambini ti aiutano a vedere tutto con più serenità.


Secondo round.

"Mamma ma quando ero nella tua pancia ti facevo male?"

(Evidentemente la macchina concilia le domande esistenziali)

"No amore, eri piccolino, stavi dentro di me al calduccio, ogni tanto per giocare mi davi i calcetti e allora io ti dicevo "Biricchino cosa fai?"

Lui ride e la sua bocca si spalanca, c'è tutto il segreto della vita in quella risata!
Poi torna serio.

"Ma quando sono uscito ti faceva male?"

" Mi hanno fatto un taglietto nella pancia e un po' si, mi ha fatto male, ma ero talmente felice di conoscerti che il male me lo sono dimenticata"

Lui ha un sorriso soddisfatto, di quelli che nascono da dentro, pieni.
E la mamma di A affronta la giornata più felice.

Si dovrebbero filmare tutti questi momenti di grazia. Per fortuna la mamma di A, per queste cose, ha una memoria incredibile.

giovedì 22 maggio 2014

Mamme al lavoro . Il profilo della mamma-candidata ideale

Con grande pazienza sa gestire il tempo in attesa di avvenimenti che possono accadere anche nove mesi più tardi. Sa quindi non essere impulsiva e riconoscere il valore dell'attesa.
Sa gestire e scendere a patti con grandi cambiamenti, fisici e psicologici che metterebbero a dura prova anche l'uomo più addestrato.
È in grado di sopportare il dolore, anche quello più lacerante e di affrontare la paura del dolore stesso e la paura che accompagna le grandi prove.
Conosce la possibilità di uscire da un pensiero egocentrico per mettere in primo piano il bene di un altro essere umano. Con grande generosità, altruismo e dedizione.
Sa gestire lo stress legato alle intrusioni nella sua sfera intima e personale delle persone che credono di saperla più lunga di lei sull'accudimento di ciò che le è più caro. Ha sviluppato grandi competenze diplomatiche oppure fini strategie comunicative per rimettere tutti al loro posto.
È in grado di sopportare lunghi periodi di veglia, rumori molesti nel cuore della notte, lo scardinamento completo del ciclo sonno-veglia. Ha maturato grande creatività nel relazionarsi con esseri umani che pur rimanendo sempre se stessi cambiano abitudini, taglie di vestiti, bisogni fondamentali almeno ogni tre mesi. Sa gestire la frustrazione legata a un improvviso impoverimento della sua vita sociale, ricostruendo rapporti nuovi con persone a lei ora affini.
È multitasking e sa conciliare più ruoli, anche molto diversi, nell'arco delle ventiquattro ore. Sa prevedere e quindi programmare al meglio l'organizzazione della giornata sapendo cogliere intuitivamente i bisogni di chi le vive accanto.
È in grado di selezionare oggetti di utilità sociale e familiare studiando alla perfezione il rapporto qualità prezzo. È quindi in grado di svolgere fini analisi di mercato.
Apprende velocemente le lingue, grazie a un difficile ma gratificante corso intensivo con un piccolo alieno del quale nessuno conosce l'idioma. Ma lei lo sa decifrare e comprendere alla perfezione.
Ha un'ottima capacita di gestire le emozioni, maturata dopo un duro training di sbalzi ormonali.
Ottima apertura mentale, riesce ad essere contemporaneamente interessata e coinvolta in attività ludiche, domestiche, lavorative, informatiche e sociali.
Fisicamente attiva e dotata ha sviluppato solidi bicipiti grazie a un costante sollevamento pesi, anche nelle ore notturne. Attiva nella corsa e nella rincorsa grazie all'abitudine quotidiana di inseguire piccoli nanetti agitati.
Per nulla schizzinosa, maneggia con stoicismo sostanze che creano ribrezzo ai più.
Sa gioire di piccolissime cose, valutare solo ciò che è più importante ed essenziale eliminando gli sfronzoli.

E più di tutto, è capace di amare, di donare quell'Amore che fa girare il mondo nel verso giusto.

Queste solo alcune delle complesse competenze maturate da una donna nel diventare madre. E che nessuno abbia più il coraggio di affermare che la maternità taglia fuori dal mondo del lavoro sottraendo capacità. La verità è che nessun corso di formazione, training on the job, stage o tirocinio potranno  mai uguagliare la completezza di una maternità.

lunedì 5 maggio 2014

Quattro punti, per vivere la tua storia

Punto uno:
Scendi dal palcoscenico, siediti in platea e guarda la tua storia. Sii lo spettatore degli intrecci dei quali  fai parte, osserva le dinamiche relazionali nelle quali vivi. Prova a vedere le responsabilità che hai nel far accadere le situazioni in cui sei.   Guarda che ruolo hai, che ruolo ti danno. Se vivi con il  tuo costume di scena perché te lo senti addosso o se stai vivendo con l'abito sbagliato, che ti ha messo qualcun altro. Ti piace la storia che vedi? Il regista sei tu? Se non sei tu allora chi è? Cosa provi guardandoti? Che emozioni? Ti vuoi bene? Ti piaci? Sorridi? O provi rabbia, o pena. O tenerezza, o malinconia? Che titolo dai alla tua storia?

Punto due:
Torna sul palcoscenico, riprendi il tuo posto, riparti con le tue battute. Facendo tesoro di quello che hai imparato di te, guardandoti da là, dal fondo del teatro, nella penombra. Non sarà semplice. Spiazzerai gli altri attori con parole e gesti che non si aspettano. Dovranno quindi cambiare la loro parte, e non vorranno, e cercheranno di metterti in bocca le battute tue solite per lasciare tutto com'era. Vorranno rimetterti l'abito di cui ti sei spogliato. Il cambiamento fa paura. Il cambiamento è faticoso.  Oppure abbandoneranno la scena, farneticando  che non ti riconoscono più. Solo chi vedrà nei tuoi occhi una luce nuova, chi riconoscerà la tua vitalità ritrovata, chi gioirà  della tua gioia, godrà di questa nuova storia insieme a te.

Punto tre:
Ascolta le tue emozioni. Di qualunque genere, colore, intensità siano. Dagli forma, chiamale per nome. Ascolta cosa ti dicono. Conoscile. Prendile per mano. Fatti guidare, sanno cosa ami, cosa fa per te. Cosa é invece lontano da te. Poi Educale, portale dove vuoi tu. Che siano la tua energia e non il tuo freno.

Punto quattro:
Guardati allo specchio. Scopri chi sei, cosa vuoi. Riconosci il tuo volto. Con lo stesso stupore ed entusiasmo di quando ritrovi lo sguardo di un amico caro che non vedevi da tempo.
Sorridi, amati e poi ridi. Ridi più che puoi di tutte le tue inutili paure, ansie, limitazioni. Ridi della stupidità con cui per anni ti sei truccato da altro per piacere a tutti lasciando spegnere i tuoi occhi.  Ridi di gioia perché quello che vedi sei tu, e solo tu puoi vivere la tua vita. Solo tu. Se vorrai... Se vuoi.