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domenica 31 marzo 2013

"Non siate mai uomini e donne tristi"

Nonostante il Natale abbia  un'atmosfera piú calda, familiare e dolce, quando arriva la Pasqua la mamma di A sente delle emozioni che il Natale non sa regalarle. Le piacciono entrambi. Sia come feste  sociali ma soprattutto come momenti spirituali. Paragonandoli alle montagne, che la mamma di A ama tanto ....Il Natale sono i pascoli, le pinete, il verde, i ruscelli, i sentiri. La Pasqua sono le vette in alta quota, il confine con il cielo, la roccia nuda, ruvida, grande, maestosa. Il vento freddo, l'aria pungente, l'azzurro che si puó toccare. Il silenzio. Il silenzio che fa eco dentro e fuori. Dove c' é la fatica, di arrampicarsi...quella che fa sentire il corpo pesante, i muscoli bruciare, il cuore in gola. Dove si porta con sé solo l'essenziale, l'indispensabile e tutto il resto é inutile. Ma solo li in alto poi si puó stare così! Così bene...

Dopo la fatica scoppia la gioia...
Dopo la pioggia splende la luce...
Dopo la morte rinasce la vita...
La Pasqua é speranza, fiducia...

Come ha detto papa Francesco...
“Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi, nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti"

Buona Pasqua....La mamma di A

venerdì 29 marzo 2013

Circoli Viziosi

Lei:" Il mio ragazzo mi racconta un sacco di balle. Così lo controllo, cercò di capire dov' é e anche i piccoli spostamenti. So che mi nasconde qualcosa...nn riesco a fidarmi di lui...É giá successo..mi dice che dopo il lavoro va al supermercato e invece capisco che é a bere l'aperitivo con i colleghi..."
Lui" "La mia ragazza é troppo gelosa, é soffocante. Mi é sempre addosso vorrebbe sempre sapere cosa sto facendo ogni secondo. Capita che per respirare un po' racconto piccole bugie, o ometto la veritá. Non le dico piú quando mi fermo a bere un aperitivo con i colleghi dopo il lavoro perché tanto so giá che sono scenate"

Chi ha ragione?
Nessuno, entrambi...

Loro " Con quel prof facciamo quello che vogliamo, non sa "tenerci", non si fa rispettare. Urla solo come un matto....ma non serve a nulla...anzi"
Lui " Quella classe é un incubo, non segue nulla, non ascolta, non é interessata. Per farmi ascoltare devo solo urlare"

Chi ha ragione?
Nessuno, entrambi...

Lei "Non mi piace la sua insicurezza...anche nel scegliere dove andare la sera. Lo vorrei piú deciso piú sicuro di sé. Così alcuni giorni mi sento presa, altri invece vorrei mollare...dire basta"
Lui " Mi piace molto questa ragazza, ma il suo atteggiamento così scostante mi fa sentire insicuro. Vorrei farla felice, ma non so piú da che parte prenderla. A volte é entusiasta e stiamo bene insieme...a volte é  così distante"

Chi ha ragione?
Nessuno, entrambi...

Lei " Mio figlio non mi racconta piú niente....sento che mi sfugge. Non mi racconta piú cosa fa con i suoi amici, dove vanno....Voglio piú intimitá, si deve fidare di me. Ho sempre paura che gli possa acceder qualcosa e di non poter far nulla"
Lui " Che ansia mia madre. Non sono ancora entrato in casa e ce l'ho addosso. É pesante. Mi chiudo in camera ad ascoltare la musica per non sentire tutte le domande che mi fa. É diventata invadente...la schivo piú che posso"

Chi ha ragione?
Nessuno, entrambi...

Perché a volte può succedere di cadere in circoli viziosi. In comunicazioni malate, dove ciascuno si lamenta del comportamento dell'altro senza accorgersi che l'altro sta reagendo a un nostro atteggiamento, comportamento. Come in uno specchio deformato si diventa l'uno la reazione dell'altro.....

La mamma di A sta pensando a tutte queste cose. La mamma di A a volte si é accorta di esserci dentro in pieno...

sabato 23 marzo 2013

"Ciao ciao spusa-caca"

Gioisce per cose che un tempo non avrebbe mai capito. Anzi, forse avrebbe anche sorriso tra sé, se una mamma le avesse raccontato qualcosa del genere.
Ma ora cervello, cuore, pancia completamente rivoluzionati.
Completamente andata.
 Felicemente.

"Piccolo A vieni che ci prepariamo per la notte "
"No nanna, mamma!"
" Ma dopo continui a giocare....voglio solo lavarti e metterti il pigiama"
Protesta il piccolo A, vuole rimanere sul pavimento sdraiato a giocare con la macchinina. La sua mamma lo prende in braccio, e giocando alla lotta lo porta sul fasciatoio. Ma il piccolo A protesta vetramente, c' é qualcosa che non va, che gli fa male. La sua mamma intuisce di averlo interrotto sul piú bello: povero! non stava solo giocando, stava anche facendo la spusa-caca ( così nominata nel loro lessico famigliare). "Piccolo A scusa, non avevo capito!". Poi un lampo, un guizzo nei pensieri della mamma di A..."Dai A facciamo la pusa-caca nel vasino? Proviamo???" Detto con lo stesso entusiasmo con cui un tempo avrebbe annunciato la sua partecipazione ad un concerto di Eros Ramazzotti. "Ci, ci. Dai, Dai!" Risponde il piccolo A. Detto fatto. "Accosto la porta, quando hai finito mi chiami, ok?" "Ci!".
Pura emozione nel vederlo seduto sul suo vasino. Che tenerezza!
"MAMMAAAAA! FINITO"
Trepidante la mamma di A apre la porta, si avvicina ed é subito olfattivamente chiaro che "Siiii amore!!!! Sei stato bravissimo!!!! Sei diventato un bimbo grande! Bravo A! "
(A ripensare alla scena viene da chiedersi se un giorno il piccolo A, diventato grande A, non chiederá chiarimenti a sua madre in merito a quella sua strana e bizzarra reazione davanti a un pezzettino di pupú. O forse diventando padre, capirá lui stesso quanto l'amore puó declinarsi nelle forme piú semplici della vita, se rappresentano la vita che cresce e si trasforma.)
"Adesso vieni A, andiamo a portare la spusa-caca nel vater, é arrivato il momento di salutarla" . Il piccolo A ha uno sguardo divertito e fiero, segue la sua mamma a piedi nudi e con le sue belle gambotte ancorate al terreno. É giunto il momento. Il rito di passaggio sta per avere compimento. Il vasino viene svuotato. A e la mamma fanno ciao con la manina "Ciao spusa-caca, ciao!". Il coperchio si chiude, piccolo A vi viene appoggiato sopra. Si guardano negli occhi sorridenti e via...lo sciacquone viene azionato. Fotografia di un attimo che non sbiadirá nella memoria di una madre.
In un piccolissimo angolo di mondo un bimbo sta crescendo.
In un piccolissimo angolo di mondo, una donna capisce sempre piú cosa significhi essere mamma.
In un piccolo angolo di mondo ci si emoziona, protagonisti dei piú piccoli grandi momenti di una vita.

giovedì 21 marzo 2013

Tutti per Sofia! Blogging Day 21.03.2013



Mettersi nei panni degli altri.
Fare inversione di ruolo. Per capire il loro punto di vista, per provare a sentire cosa provano, quali emozioni, sentimenti. 
Cambiare prospettiva.
A volte é un 'operazione molto difficile. Ancorati alle nostre ragioni, alla nostra visione delle cose. Lo sforzo puó essere grande.


Ma in alcune situazioni é un processo immediato, una sensazione istintiva, viscerale, naturale. 
Quello che c' é nel cuore della mamma di Sofia arriva alla gola, stringe lo stomaco, riempie gli occhi.
Disorienta, paralizza, lascia senza fiato, attoniti. Lacera, stringe, sconvolge. Fa ammutolire, riempie la testa di un silenzio sordo, fa sentire inermi indifesi davanti alla vita.In sospeso. Poi fa sentire vicini, fa muovere verso. Fa venire voglia di abbracciare, coccolare, accarezzare , sostenere. Voglia di esserci.Con grande rispetto, stima.


Come puó un giudice non sentire tutto questo?  Come puó un ministro non esserne toccato? L'umanitá di una persona puó perdersi dietro le sue cariche? I suoi titoli? Le poltrone? Le targhe sulla porta? Puó? 


Da mamma a mamma, da donna a donna....mamma di Sofia sei un esempio per tutti noi!
Grazie dei tuoi occhi, della voce con cui combatti, della speranza e dell'amore di cui sei capace.
Grazie!
Oggi é primavera....


venerdì 15 marzo 2013

Se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna

 " Ciao papà! Come stai?"
" Ciao mamma di A, sto bene...quando mi venite a trovare? Come sta piccolo A?"
Non é che il nonno Lo abiti proprio lontano da loro, ma un po' per la paura di disturbare un po' perché in fondo anche lui é un selvatico, il piú delle volte " Se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna"
" Appunto papi, ti chiamo perché mi serve un favore"
".... Dimmi!!! "
" Mercoledì la nonna G e neppure la zia A possono tenere il piccolo A, ma io lavoro tutto il giorno e non posso proprio rinviare  nessun appuntamento.. Potrei portati A almeno la mattina? Poi il pomeriggio la nonna é libera"
Risposta "%#*+~*@"...
Lo slancio con cui nonno Lo aveva pronunciato il "Dimmi" si fa titubante.
Ma poi si riprende.. "Si va bene, peró lo sai che io devo lavorare..."

Digressione: Il nonno Lo é stato un giovane intraprendete che, pur avendo umili origini e pochi soldi, negli anni che furono,  ebbe il coraggio o forse l'incoscenza di mettersi in proprio. Il nonno Lo ha un bellissimo negozio di arredamento da piú di quarant'anni. Veramente ora é in pensione e sono i suoi figli che portano avanti l'attivitá. Ma questa attivitá é come un figlio, é la sua vita e quindi non la lascia e non la lascerá mai. Il nonno Lo da buon bresciano mette ai primi posti della sua scala di valori il lavoro. Chiedergli di fare il nonno a tempo pieno per mezza giornata lo mette in conflitto, vorrebbe....ma come fa?

"Dai papi ti prendi due ore di "permesso" visto che dici sempre che lavori troppo e ti divertì con il tuo nipotino"
"Si portalo qui, vedrai che in qualche modo faremo"
"Grazie papá "

Ma cosa desidera una donna? O almeno la mamma di A? Sogna, desidera che le cose avvengano spontaneamente. Non le piace quando sente che un favore, o un gesto gentile o altruistico vengono fatti con fatica. O perché richiesti. Non sogna una donna un marito che sia suo complice nelle faccende domestiche senza doversi trasformare in una pazza isterica per farsi aiutare? Non sogna di ricevere in regalo per il suo  compleanno proprio quello che desidera senza dover fare la pantomima davanti ai negozi per fare intendere che vorrebbe proprio quella cosa li in vetrina? Non vorrebbe un pensiero, anche lontano dalle ricorrenze, così, per sentirsi voluta bene? Però nel tempo ha anche imparato che non siamo tutti uguali, non ragioniamo nello stesso modo, non vediamo tutti la stessa cosa. Ha imparato...no, non è vero, ...sta imparando che le persone vanno prese per come sono senza continuamente desiderare che siano diverse e senza desiderare che siano la reincarnazione dei nostri desideri. Troppo narcisistico.  La mamma di A ha imparato anche a chiedere ció che vuole, ció che sente di aver bisogno...perché bisogna anche andare incontro alla vita, non si può solo aspettare. Tutto ció per dire che...certo sarebbe stato bello se nonno Lo non avesse detto quella frase antipatica riguardo al devo lavorare. Sarebbe stato bello se il nonno Lo avesse spontaneamente detto,"Certo al diavolo il lavoro per un giorno, non vedo l'ora". Ma non sarebbe neanche il nonno Lo se rispondesse così. Per tante svariate ragioni, lui é così..amen. Ha altri tantissimi pregi!Vediamo che succede.

Questo é quello che é successo:
Il nonno é stato non solo due ore ma tutta la mattina con il piccolo A. Sono stati sul camion per un'ora a far finta di guidare, facendo un sacco di foto. Poi hanno giocato all'aereo, poi tra i mobili del negozio ecc. Il piccolo A era talmente stanco che si è addormentato in macchina mentre la nonna lo riportava a casa verso l'ora di pranzo e si é svegliato alle 16:00 saltando la pappa a piè pari. La mamma di A ha telefonato al nonno per sapere come era andata e per raccontargli di quanto A avesse dormito dopo la loro mattina insieme.
"Lo sai mamma di A che siamo stati proprio bene insieme io è A?" Dice il nonno felice ed entusiasta!  Nessun accenno al lavoro accantonato, alla fatica di giocare con A. Puro entusiasmo spontaneo.
Quindi a volte chiedere vale la pena, bisogna un po' spingere le cose nella direzione che si vuole. Se la direzione é quella giusta, i frutti poi arrivano: un nonno che si diverte a fare il nonno, un bimbo che ripete continuamente felice "brum brum camion nonno", una figlia che ama suo padre così com'é.

lunedì 11 marzo 2013

Intelligenza emotiva e deficienza spontanea

È stanca. É sul divano...ma ci sono cose che le frullano in testa e ha voglia di condividerle.
Le parole che le persone usano danno un'idea di quali sono gli occhiali con i quali guardano il mondo. I discorsi...su cosa vertono. Quali categorie utilizzano per dare un senso alla realtá, per capirla, codificarla. Per decidere cosa é importante per loro, cosa é buono, cosa no. Spesso la mamma di A sente usare i vocaboli "vero", "falso". Vanno molto di moda, complice una tv che ne é piena. Piena di gente che parla di veritá e di falsitá. Ma quello che la mamma di A osserva piú di tutto é la definizione che implicitamente sta sotto questi due vocaboli. Persona vera = persona che dice sempre quello che pensa, che dice tutto a tutti.  Indipendentemente  dalla situazione, dalle persone, dal momento. Anche se magari gli altri non sono interessati a sapere quello che pensa, anche se il momento non é appropriato. É una persona che " non deve chiedere mai". Ecco la mamma di A pensa che questa piú che veritá  si chiami deficienza spontanea. Essere "spontaneamente deficienti" . Il termine non lo ha coniato lei, é un concetto introdotto da J L Moreno, il padre dello psicodramma, metodo che la mamma di A utilità in formazione e terapia. "Vomitare" addosso agli altri tutto il nostro mondo, comportarsi sempre in base a quello che sentiamo urgente in quel momento in nome dell' esigenza di mostrarsi per come si é ad ogni costo. La mamma di A lo vede piú come uno stile comunicativo aggressivo: io al centro del mondo, mi esprimo sempre e comunque senza considerare il contesto, il punto di vista degli altri, la qualitá delle relazioni. Il contrario della deficienza spontanea é l'intelligenza emotiva. La capacitá di sentire le proprie emozioni, riconoscerle e saperle gestire. Riconoscendo anche i sentimenti e i pensieri delle persone intorno a noi, sentendole empaticamente. Intelligenza emotiva vuol dire non essere in balia delle proprie emozioni dovendole scaricare addosso agli altri. Significa conoscerle e poter scegliere come e quando esprimerle, rispettando se stessi, rispettando gli altri. Le persone emotivamente intelligenti sono mature, altruiste, in contatto con se stesse, con gli altri. Non hanno l'urgenza di prevaricare e per questo si mettono in relazione. Scegliendo a volte anche di non esprimersi. Scegliendo! 
Post forse un po' confuso e incompleto..riapprofondirá l'argomento, quando non le si chiuderanno piú gli occhi come adesso. Notte...

sabato 9 marzo 2013

La metropolitana nella mia cittá. Brescia.

Sabato mattina. Spesso la famiglia di A si prepara e poi va a fare un giretto in centro. Abitano abbastanza lontani da poter fare una passeggiata per sgranchirsi le gambe. Abitano abbastanza vicini da poter permettersi di arrivarci comodamente a piedi.
Ma da una settimana nella loro cittá, c' é una grande novità: la metropolitana. Dopo dieci anni di lavori, cantieri, polemiche, discussioni é arrivata. Alla mamma di A sembrava una cosa lontana, in un futuro remoto. Ma gli anni sono passati e oggi con la sua famiglia era come andare in gita, ad una festa. Non si poteva immaginare che tutto sarebbe stato così emozionante. 
La loro cittá é una ricca città del nord. É una cittá orgogliosa delle sue aziende, industrie, organizzazioni. É una cittá orgogliosa della sua creativitá, imprenditoria, tenacia, professinalitá. É una cittá in cui il valore del lavoro, l'associazionismo, il fare sono impressi nel dna dei suoi abitanti. É una cittá che ha un cuore di antica Roma che si allarga nelle viuzze rinascimentali, romaniche, medievali. Per poi salire sulle colline eleganti e verdi. Fino a spaziare alle campagne della pianura padana, dove d'inverno una nebbia romanzesca e d'estate le cicale e il sole.  Per poi spingersi ai suoi meravigliosi laghi, pura poesia. Fino alle valli, su per le montagne, ai ghiacciai e ai pascoli odorosi.
In questa  variegata cittá, nella sua profonditá ora c' é un'immensa bellissima opera architettonica. Con grandi spazi che accolgono, che sanno di futuro, di nuovo. La mamma di A non si aspettava una cosa così bella. Perché bello é l'aggettivo piú indicato per  raccontare quello che ha visto oggi. Il piccolo A pensará alla sua cittá con la metropolitana. Non si ricorderá che c' é stato un tempo in cui era solo un progetto. Corre felice, e stupito si lascia cullare dal vagone che dolcemente avanza. Un signore anziano, molto anziano. Con il naso un po' grosso e rosso, con la pelle spessa e la berretta sulla testa, guarda il piccolo A e gli dice " Ti piace stare qui, hai visto che bello?".  Per il piccolo A sará la normalitá, per questo signore deve essere una rivoluzione stare seduto dove é adesso. Il piccolo  A e quel signore sono due mondi lontani che si incontrano. Il passato, il futuro che si guardano nel presente. La mamma di A li osserva e pensa che ci sono attimi nei quali ti ci trovi per caso e che sentì sono attimi che raccontano la storia.  La sua cittá oggi sapeva di festa, tra gli abitanti un sentimento di unione, uniti da questa novitá che li fa sentire un po' piú cittadini del mondo. Un sentimento di speranza nel vedere che i cambiamenti sono possibili. Soprattutto quei cambiamenti che facevano tanto paura e discutere...hanno portato il sorriso sul volto delle persone e una cittá piú bella. 

lunedì 4 marzo 2013

Gioca con me!

E tu caro adulto che pensi all'infanzia come a un posto semplice, ricordati che per me é tutto nuovo, immensamente grande, sconosciuto. E ricordati che anche io sono nuovo, ingenuo, innocente e delicato. Ho bisogno di te, della tua presenza, della nostra relazione per consocere il fuori, per conoscere il mio dentro. Guardami, ascoltami, leggi le mie emozioni e aiutami a conoscerle, perché  sono belle ma anche forti e dirompenti. Ho bisogno che facciano parte di me e non che si prendano me. Guarda i miei occhi e dimmi cosa vedi, non ció che vorresti vedere. Guarda me e aiutarmi a esserci. Specchiami! Gioca con me, crea con me le mille possibilitá, i mille mondi possibili e aiutarmi a trovare le mie possibilitá, i miei modi. Se tu ritroverai la capacitá di giocare, io saró esploratore felice, coraggioso, intrepido e tu, un'altra nuova volta potrai guardare il mondo con i miei occhi. E ricordarti lo stupore....lo stupore apre e riempie il cuore.

venerdì 1 marzo 2013

A noi piace Peppa Pig

Nel suo mondo sono rientrati i cartoni animati. Da  Bim Bum Bam alle ore 16:00  che decretava la fine dei compiti e l'inizio del gioco,  sono passati venticinque anni ( anche un pochino di piú). La mamma di A é fan di Peppa Pig, ne é stata letteralmente conquistata. Il piccolo A appena sente la sigla  lascia qualsiasi cosa stia facendo, corre grida  felice "MAMMAAAA PEPPAAA!!". Il papá di A per un attimo ha storto il naso, non é proprio il tipo di cartone della sua infanzia, nel quale c'erano robot e super eroi fighissimi. Ma si é ricreduto e si siede volentieri anche a lui a seguire le storie di questa famigliola di maialini.
Perché questo amore? Vi spiego il perché:
- é un mondo con i contorni chiari, delineati, sicuri
- i colori sono decisi, accesi, rassicuranti
- vivono tra le colline, in mezzo a tanto verde
-  mamma Pig é una signora in pace con se stessa, con il suo fisico non proprio asciutto
- mamma Pig non perde mai la pazienza, trova sempre il modo per parlare ai figli, ha un bellissimo senso dell'umorismo.
- mamma Pig é un'esperta nella conciliazione dei ruoli, grazie al telelavoro non ha rinunciato alla sua professionalitá
- mamma Pig vede i punti di debolezza del marito ma non fa mai scene isteriche, non soffre di sindrome pre-mestruale, riesce a trovare sempre il lato positivo
- papá Pig é un padre buono e presente, gioca con i suoi figli, li coinvolge in piccoli lavori, é se stesso sempre, nonostante tutto
- papá  Pig é un marito affettuoso e simpatico, non usa la forza, non alza la voce, é il contrario dell'uomo macio.
- papá   Pig sa mettere una bella linea di confine tra lavoro e famiglia, senza contaminazioni di tempo ed umore
- sono una coppia affiatata, con un progetto comune, vivono di cose semplici e amano la loro famiglia
- sgridano e riprendono i figli ma senza mortificazioni fisiche o verbali. Sono esperti educatori
- La famiglia Pig fa un sacco di cose interessanti dal punto di vista culturale, naturalistico, relazionale, affettivo. E anche in mezzo agli intoppi, nelle loro avventure, riescono a stare bene e a divertirsi
- sono genitori senza ansie, non si scandalizzano se i loro bambini saltano nelle pozzanghere di fango, anzi a volte lo fanno insieme a loro
- i suoceri sono nonni affettuosi e presenti ma mai invadenti
- tutti i personaggi sono animali diversi, con versi diversi, abitudini diverse e nonostante questa comunitá multi-etnica vivono in pace e armonia.
- esiste il rapporto di vicinato, di aiuto reciproco, il senso di comunitá e l'altruismo
- dulcis in fundo...Ogni puntata si chiude con una fragorosa risata nella quale  anche gli adulti non si vergognano a esternare le loro emozioni e tutti si buttano per terra per il gran ridere..

Semplicità, armonia, leggerezza, emozioni, amore, affetto, famiglia, rispetto, crescere,.....
Quando la tv é una tv emotivamente intelligente....

NB: questo post nasce dalla grande simpatia che la mamma di A nutre per Peppa, nessun fine commerciale o di marketing....