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martedì 23 dicembre 2014

Francesco Renga Leggi qui. L'amore esiste.

23 dicembre.
La mamma di A cerca di sbrigare la tanto odiata parte burocratica del suo lavoro.
Ci prova, il piccolo A ha continue richieste: vuole giocare.
La tv come spesso accade è sul canale video Italia...
Sta passando una bellissima canzone di Francesco Renga.
In quel momento arriva il piccolo A.
 Sembra impegnato con una macchinina.

"...Hai sentito dire che l’amore
Vive solo a un isolato da te
Come mai non l’hai incontrato prima che
Commettessi il grave errore di credere
Che l’amore vero non esiste
E che tutto intorno a te sia triste..."


"L'amore non esiste?? ...
Non è vero mamma!"

La mamma alza gli occhi dal computer. È sorpresa, divertita, incuriosita e felice.

"Hai ragione piccolo A, l'amore esiste. Ma questa  è una canzone..."

Come fai a spiegargliela?

Il piccolo A sembra soddisfatto della risposta che gli ha dato la mamma. Ma la musica continua..

"Hai sentito dire che l’amore
Vive solo a un isolato da te
Come mai non l’hai incontrato prima che
Commettessi il grave errore di credere
Che l’amore vero non esiste
E che tutto intorno a te sia triste..."

"Mamma ancora! Ha detto che non esiste! Esiste invece!"

Si scalda il piccolo A.

Che romantico il mio bambino!

"Certo che l'amore esiste...Ma in questa canzone si racconta di una ragazza triste che non ci crede più all'amore. Allora un suo amico gli dice che non é vero, e lei torna felice."

"Ah! Ecco!"

Soddisfatto si allontana.

L'amore esiste, i bambini lo sanno. A volte i grandi se lo dimenticano. Per fortuna ci siete voi che con ostinazione ce lo fate scoprire ogni giorno.


Ps: bisognerà scrivere una lettere a Franceschino Renga. Non si rende conto di cosa può scatenare una sua canzone, in una cucina, una mattina, mentre una mamma lavora..


domenica 21 dicembre 2014

Buon Natale

La casa sa di Natale. Il presepe e l'albero sono al loro posto, e anche la stella cometa sul balcone. Provate a passare sotto la casa della nonna G quando fa buio, lei é così orgogliosa della sua terrazza illuminata a giorno.
La casa della nonna G ha un'enorme sala, come non si usano più. Calda e accogliente. Al centro la tavolata imbandita per le feste, e fino all'Epifania rimarrà lì, ricoperta con la tovaglia di Natale e i centrotavola handmade.
A vederli così tutti insieme  non si direbbe mai che ci sono stati anni di burrasca e dolore. La mamma di A si ricorda solo qualche flash perché era troppo piccola. Gli altri hanno accantonato, o dimenticato o meglio ancora perdonato.
E per questo a capotavola c'è il nonno Lo, con accanto figli e figlie, generi e nipotini. La nonna ha fatto tutto. È lei la maggior responsabile  del profumo che arriva dalla cucina e del profumo che arriva dal vociare, dalle risate, dalle parole intorno alla tavola.
È una famiglia allegra questa, qui non manca mai l'ironia e la battuta di spirito. L'ironia spesso li ha salvati.
Ma è anche una famiglia a volte malinconica che ama guardare il passato, le origini e le radici. Il nonno Lo infatti dice " Nonna G come è cambiata questa tavola negli anni, sono cambiate le persone, quante che non ce ne sono più ". E alla mamma di A vengono in mente fotografie di quegli anni, con i suoi nonni e gli zii. E i bambini che erano lei e i suoi fratelli. Lo sa che suo padre fa i conti con il tempo che ormai si staglia più lungo dietro di lui e più sottile davanti. Tenerezza.
È una famiglia casinista. Qui impera la voce alta e quella dei bambini che fanno la casa sotto il tavolo, e la capanna con i cuscini e poi giocano a yoga con lo zio Za.
È una famiglia con i suoi rituali, e il nonno Lo si avvicina al pianoforte e comincia la sua intramontabile "Foglie morte". Poi con ostinazione che dura da quarant'anni prova a trovare un erede alla sua passione mai vissuta "Piccolo A non ti piacerebbe imparare? Non come la tua mamma e i tuoi zii"
Ma il piccolo A la difende "Noo, la mia mamma è brava a suonare!" Tutti ridono... Chissà il perché.

La mamma di A questa sera è felice. Felice anche per quello che il piccolo A ha respirato. È quell'aria di calore e amore che, anche se il  suo cucciolo ne dimenticherà le immagini,  lascerà  il segno nel suo senso di sè.
I ricordi a volte vanno, le emozioni rimangono in noi, diventano noi.



Buon Natale! Che sia una bella occasione per godere di chi amate di più.

mercoledì 17 dicembre 2014

Paura e poi fiducia e poi l'amore

Proprio in queste ore. Accadeva.
Accadeva che più di tutto la mamma di A aveva paura.
Non lo si dice molto spesso  che le mamme provino questa emozione.
Ma lei se la ricorda bene.

Paura che qualcosa andasse male. Paura di provare dolore. Paura per
l'ignoto che la stava aspettando. Paura di morire.

E non c'è niente e nessuno che ti può consolare.
La mamma di A sentiva il calore del papà di A accanto a lei.
Aveva avuto bisogno di sentire la voce di sua madre al telefono.
Sapeva l'affetto e la trepidazione che arrivava dai suoi fratelli. Poteva anche immaginarseli mentre aspettava    di entrare in sala operatoria.
C'era la neve che lei tanto ama. Era il diciassette, un giorno per lei significativo.
Ma tutto questo non era sufficiente per non avere paura.

È così piccolo A! Le grandi emozioni della vita hanno spesso anche un'altra faccia. Le prove più belle, più grandi ed entusiasmanti portano con sè un tripudio di sentimenti.
E tu sei stato una grande  prova per la tua mamma. Un salto nel buio . E mentre saltavo cercavo di raccogliere e abbracciare tutta  la fiducia e la fede che potevo sentire.

E poi le mie braccia si sono riempite di te...

E poi le mie braccia si sono riempite di te...

E poi le mie braccia si sono riempite di te...

E ho capito il senso di tutto quello che avevo provato prima.

Buon compleanno piccolo A.

Grazie di essere venuto da me.

Grazie per l'amore...che ora conosco.


martedì 9 dicembre 2014

Quando un padre muore

Incontrarsi in questi momenti, dopo che è accaduto quel che è accaduto, è come un incontro nuovo. La mamma di A mentre si avvicina a piedi verso quella casa si sente un po' emozionata. Non sa mai cosa dire. Ma infatti non bisogna proprio dire nulla.
Lui è fuori, le va incontro e si abbracciano. Basta, le parole della mamma di A non servono. In un abbraccio si passa l'essenziale. In un abbraccio non serve nessun suono. Con un abbraccio si sono detti tutto.
Ha il viso stanco di chi ha attraversato una prova dura e dolorosa. Ma ha lo sguardo di chi ha sentito il senso di questa prova e si sente in pace. Ci si può sentire in pace anche dentro un dolore o anche grazie ad esso. Lei non sapeva cosa dire ma lui aveva una storia e gliel'ha raccontata. Che tesoro sono le storie!
Gli ultimi mesi di suo padre;
Le ultime ore e gli ultimi minuti.
La mamma di A lo ascolta, è una storia di quelle piene di mistero, sacralità e quotidianità e va a toccare chissà quali corde dell'anima.
Un uomo se ne va da questa vita seminando fede nei suoi figli, seminando speranza nella sua famiglia, seminando pace.

La mamma di A farà tesoro di questa storia. Così la morte fa meno paura.
Grazie amico mio delle parole che mi hai lasciato. Io che non sapevo cosa dirti sono tornata a casa più ricca di prima.