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giovedì 9 agosto 2012

Il mio regalo di compleanno

La mamma di A tra qualche giorno compirà 37 anni. Quando si guarda allo specchio non vede però una giovane donna di 37 anni. Le donne di trentasette anni nel suo immaginario sono più "signore", più composte, più seriose e diciamolo pure, più vecchie. Il primo scontro con la realtà la mamma di A lo ha avuto non tanti anni fa, quando era ancora single ma nell'età in cui ci si aspetta che una donna sia fidanzata o meglio sposata. In quel periodo faceva corsi di formazione a ragazzi tra i quindici e i diciotto anni. Mentre stava firmando il registro delle presenze, le capitò di sentire quello che due studentesse si stavano dicendo a bassa voce: " Ma te la immagini la prof in discoteca ?" e poi giù a ridere come due matte. Erano anni quelli di vita sociale abbastanza intensa e la discoteca, non spesso, ma faceva parte di alcuni momenti di svago della mamma di A. Ecco, quel giorno, fu chiaro che la percezione che la mamma di A aveva di se stessa non coincideva più con la realtà. E così rimane ancora oggi anche se il fatto che ci si rivolga a lei con il "lei" o la si indichi dicendo "Fai passare la signora", la riporta con i  piedi per terra.
Tutta questa premessa per dire che, per il suo compleanno, la mamma di A desiderava tantissimo andare sugli scivoli d'acqua. Il papà di A, da economista, inizialmente non comprendeva l'utilità di un regalo del genere, e insisteva per regalarle qualcosa di "materiale". No, la mamma di A aveva voglia di scivolare e di schiantarsi dentro una piscina, di rotolare con le ciambelle per le rapide, di scomparire dentro un tunnel buio a cavallo di un gonfiabile e riapparire sempre schiantandosi dentro l'acqua. La mamma di A per il compleanno voleva una giornata intera con la sua dolce metà passata a giocare , a fare le code per dei giochi che durano trenta secondi, a prendere il sole, a mangiare schifezze, a saltare tra le onde artificiali ecc ecc. Accontentata! Certo un pò strano, si sentiva mancare un pezzettino. Strano dover badare solo a stessa per così tante ore. All'inizio il pensiero tornava sempre là. Ma sapeva che una giornata così, non poteva che far bene a tutti. Al piccolo A che si è fatto straviziare da nonna e zia (facciamo finta che io non mi sia accorta di niente). Al papà di A e alla mamma che sono ritornati per qualche ora come due fidanzati spensierati. Alla mamma di A, per ricordarsi che non è solo mamma, perchè predica bene e razzola male. E poi sempre alla mamma di A che, quando è tornata a casa, oltre a trovarsi cucciolino lavato e profumato, si è ritrovata sul letto tutta la biancheria stirata dalla zia A e la cena  pronta grazie alla nonna G. La mamma di A lo sa già, ma in certi momenti ancora di più, è prorprio una RAGAZZA fortunata.

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