Cerca nel blog

giovedì 29 novembre 2012

"Sei bellissima Santa Lucia"

" Sei bellissima" ha urlato Glo, la nipotina più piccola della mamma di A, mentre si catapultava sul divano tra le braccia della nonna G. Questo complimento, che è arrivato  alla mamma di A, in realtà non era indirizzato a lei, ma a S.Lucia, la Santa che la notte del 12 dicembre porta doni ai bambini. La mamma di A stava recitando la parte di S. Lucia, nascosta dietro la porta, suonando il campanellino. E il piccolo A, concitato, anche lui tra le braccia della nonna, entusiasta cantava "  Nonna din don, nonna Din don". Perchè questo è tradizione dalle nostre parti, dove non esiste Babbo Natale ma Santa Lucia. Che con un carretto trainato dal suo asinello si aggira tra le case per vedere se i bambini fanno i buoni. Se non lo sono, riceveranno solo carbone. Santa Lucia essendo una Santa è buona, ma se la guardi o la spii lei ti butta la cenere negli occhi, e questo mischia le emozioni di quella paura e di quella trepidazione, che nelle sere di inverno, ti fanno lanciare tra le braccia dei tuoi genitori. Per sentirti protetto mentre fai parte di una magia. La magia di Santa Lucia. Lei si annuncia suonando un campanellino, che ti fa sobbalzare, andare il cuore a mille e contemporaneamente ti fa sentire un bambino felice. 
Dopo poco ricompare la mamma di A che trova ancora il terzetto accoccolato sul divano. La nonna G ha una espressione divertita. La mamma di A continua a recitare. " Ho visto il velo bianco di S. Lucia, li dietro la porta....Ma è passata di qui?"" Per fortuna che non l'ho incrociata, altrimenti che paura". Glo ha gli occhi sgranati ed è attraversata da un"emozione che la fa saltare sul divano "Siiii zia, le ho detto che è bellissima e ha visto che io e A siamo bravi!!"
Piccola Glo, occhioni azzurri dietro i tuoi occhialini rosa,  sapessi quanto ti capisco e quanto farei inversione di ruolo per provare quello che senti tu  in questo momento.
La cosa bella è che la mamma di A ha una memoria di ferro, soprattutto quella emozionale. Si ricorda le emozioni. E quelle del periodo di Santa Lucia, sono li, proprio nella pancia. La fatica ad addormentarsi per l'agitazione, nel lettone in mezzo ai suoi fratelli. Svegliarsi con il buio e con il freddo, arrotolata nel plaid, in braccio allo zio Ma. Percorrere il corridoio con gli occhi chiusi, che non si sa mai, che Santa Lucia sia ancora in casa.... E poi spalancarli trovando il salotto trasformato dai giochi, dai vassoi di dolci e dalle sorprese che nella letterina la mamma di A non aveva nemmeno chiesto.
Cosa rimane di tutto questo nel cuore di un adulto? La mamma di A pensa che rimanga la sensazione che la vita sia magica, inspiegabile e miracolosa. La sensazione che credere in qualcosa aiuti a sentirsi vivi, in tensione verso ciò che è nuovo, migliore. La sensazione di essersi sentiti amati, visti, riconosciuti. Grazie Santa Lucia. Che bei doni mi hai lasciato e questi sono per sempre. Qui, nella mia pancia.

martedì 20 novembre 2012

"Sconcertata....cioè molto lontana da ciò che si prova in un bel concerto "

"Sconcertata". La mamma di A si siede in macchina, infila la chiave ma rimane un attimo a guaradare nel vuoto. E le sgorga questa parola. "Sconcertata"
Riavvolgiamo il nastro.
Dopo una mattinata con il piccolo A che...è un bambino affettuoso, abbraccia la sua mamma, si mette guancia contro guancia e le sorride. Le salta addosso sul divano e vuole sentirla vicina mentre guardano Peppa pig. Chiude gli armadi se la mamma li lascia aperti, le da il suo adorato ciucio con slancio...oggi addirittura le passava i piatti che la mamma stava mettendo al posto svuotando la lavastoviglie. Le dice quasi sempre grazie, appoggia il biberon sul tavolo quando ha finito il latte, prende la spugna e pulisce il bagno insieme a lei. Rimette il phon nel cassetto dopo che ci ha giocato...ride e sorride e quando si arrabbia basta un bacio e un grattino per farlo tornare gioioso.    Vuole parlare, vuole correre, vuole vedere, vuole guardare, vuole scoprire, vuole saltare, cantare ... Siamo all'inizio, la mamma di A sa che poi arriveranno anche i momenti più difficili, quelli dei no decisi, dei capricci ecc. Però un bambino ti ricorda quanto è bella l'umanità e quante cose, in poco tempo, può imparare in termini di parole, emozioni, atteggiamenti, pensieri e relazioni. 
Nel pomeriggio la mamma di A lascia il suo piccolo alla nonna e va a lavorare. Prosegue il suo impegno nella formazione ma oggi è presso l'ente per cui ha lavorato tanti anni e che non ci ha pensato due volte a darle il ben servito quando era in dolce attesa. Ci sono comunque tante persone a cui è affezionata e che rivede sempre volentieri. Poi entra in aula, il silenzio è tombale...ma via si parte. O meglio, si doveva partire. La mamma di A non riesce a coinvolgere, lancia stimoli che vengono ingoiati dal silenzio, fa domande che vengono solo accennate. Non tutti i gruppi sono uguali. Questo è bello tosto, resistente e con motivazione uguale a meno dieci. Che fatica. La mamma di A si interroga, forse anche lei è diversa dal solito, forse essere qui non è quello che vorrebbe...mah! in realtà non le sembra. Lei parla di comunicazione, di messaggi, di relazioni, di circoli viziosi e di circoli virtuosi, dell'impossibilità di non comunicare....E dai e dai qualcosa le torna indietro..Arriviamo alle conclusioni. " Secondo me alla fine se uno non ti capisce, niente di meglio di due papine sul muso"...oppure " Anche io se sul lavoro avessi una posizione di potere farei fare agli altri quello che voglio, che senso ha avere potere se non ne approfitti per te stesso?" oppure " Tanto non si può dire di no a niente, a meno che il capo non sia un tuo amico allora puoi fargli dei favori in cambio di favori"
No, ma dico! MA COSA STATE DICENDO? E il resto dell'aula? Silente, accondiscendente o indifferente! La mamma di A cerca ancora di stimolare un confronto, una discussione. Niente, queste belle riflessioni,lapidarie, concludono il pomeriggio formativo. Lo so che bisogna seminare, ma questi non sono proprio giovani di primo pelo. Sono già adulti. Duri, disillusi e sostenitori della violenze e della sopraffazione. Vi sembro esagerata? Se avessi potuto fare una fotografia di quel momento secondo me sarebbe uscita tutta grigia. E la mamma di A rossa di incedulità, con la testa pesante e la pancia confusa.
Poi torna a casa, e mentre sale le scale sente la voce entusiasta di A che la chiama. "MAMMA" fa eco per tutto il condominio. Bentornata gioia, freschezza ed entusiasmo. Si abbracciano. "Vieni Mamma" e con la manina fa cenno di seguirlo. La fa sedere sul divano, le fa capire che deve togliersi la giacca e poi gliela prende e la ripone sulla poltrona. Piccolo A che accoglienza e come sei gentile e premuroso. Si siede vicino a lei ed è pronto per giocare.
Ma c'è un momento preciso nel quale un essere umano smette di essere un uomo o una donna aperto al nuovo, creativo gioioso empatico ? Quando un bambino si trasforma in un cubo ottuso e miope? Come possibile uno scempio cosi in un'opera d"arte meravigliosa come un cucciolo di essere umano?
Piccolo A spero, con tutto il cuore, e mi impegnerò con tutta me stessa affinchè tu possa continuare ad essere dentro di te, anche quando sarai grande, questo meraviglioso piccolo A.

domenica 18 novembre 2012

Sorpresa!

La mamma di A dopo aver dato il latte al piccolo A, coccole, cambio pannolino, gioco, rifatto i letti, preparato due torte, messo in ordine i bagni, sistemato la cucina... guarda l'orologio e scopre che sono solamente le nove del mattino. Il papà di A si è eclissato davanti all'I pad perchè deve scoprire i segreti delle vendite on line. Perchè? Non risponde è immerso nella navigazione. La mamma di A si lava, si veste e si presenta davanti al papà di A. "Io vado a far colazione, sto via un'oretta....tra poco A è pronto per il riposino e tu puoi continuare tranquillamente a navigare". "Ah... Ma io volevo...." La mamma di A dolcemente decisa saluta con un bacio..."Ci vediamo dopo". La nonna G commenterebbe che la mamma di A è una peperina  che assomiglia tutta alla famiglia del nonno Lo. Tendenzialmente non sarebbe proprio un commento positivo, ma la mamma di A lo vive invece con orgoglio. Perchè la filosofia, che geneticamente ci tramandano, della donna che deve sempre sacrificarsi in favore degli altri, la mamma di A non la può più sentire. E poi, come giá detto in passato , non si capisce perchè un uomo abbia il diritto di prendersi i suoi spazi, mentre se lo fa una donna è considerata una peperina. W il peperinaggio. Io lo pratico e qui diffondo il verbo a tutte le donne e a tutte le mamme che stanno sempre un passo indietro.
E poi, quando la mamma di A rincasa, dopo un bel cappuccio e brioches, si trova spettatrice di una scena che mai avrebbe pensato. Il papà di A e A stanno spolverando. Spolverando?.... Si, si ci vedo bene. " È una giornata pesante per te, hai fatto già tante cose questa mattina e oggi hai l'evento da Maison et Petits con Il Tè delle Mamme. Sarai un po' nervosa...ti aiutiamo un po'" Cosi, lui, che viene da Marte e che a volte getta la mamma di A nello sconforto per la caparbietà con cui sembra non capire come si viv su Venere, riesce a sorprenderla e a farla sorridere.
La giornata prosegue con pranzo dalla nonna G, che ribadisce che la mamma di A è una peperina (amen!) e con un bel pomeriggio tra bimbi, mamme, giochi, shopping, profumi, torte, chiacchiere, incontri, risate.
Rientrati a casa, mentre la mamma di A fa il bagnetto al piccolo A, parte  il rumore dell'aspirapolvere. Il piccolo A impazzisce di gioia visto che si sta parlando del suo gioco preferito. La mamma di A ha un punto di domanda in testa. "Che starà facendo adesso?".
Il papà di A, ha imbracciato il folletto, preso la scala, e sta aspirando la parte superiore degli armadi. Qualcuno lo fermi, ci ha preso gusto. " E sabato prossimo puliamo bene tutta la libreria" dice deciso.
Durerà? O sarà solo l'entusiasmo del momento? Meglio parlare piano che se no questa magia sparisce...

venerdì 16 novembre 2012

Quando le mamme si mettono insieme....guarda che succede!

La mamma di A ama i social network, ama facebook e naturalmente ama il  suo blog. Perchè? Perchè sono stati una finestra sul mondo quando, aspettando il piccolo A, doveva rimanere tutto il giorno sdraiata, perchè ha ritrovato i suoi amici del mare che non avrebbe più rivisto, perchè può seguire la vita dei suoi amici anche quando ha mille impegni, perchè ha sorriso vedendo che anche il suo amore di gioventù ha una bella famiglia, perchè ha conosciuto nuove persone e interessanti, perchè ha trovato gruppi di confronto sui campi che le interessano, perchè ha rivisto fotografie che si erano perse nel tempo, perchè ha conosciuto cose, fatti nuovi che non sapeva, perchè ci ha trovato anche tanta solidarietà e umanità. E tante altre cose...
E poi qui, nei social, le mamme ci sono e direi hanno anche tanto potere e visibilità. Le mamme fanno sentire la loro voce, denunciano le difficoltà dei loro tremila ruoli, le ingiustizie nel mondo del lavoro, si uniscono, ridono, sdrammatizzano e lavorano.
Ed è cosi che la mamma di A ha incontrato altre mamme come lei, libere professioniste, imprenditrici di se stesse che hanno scelto di mettere i loro talenti  a servizio delle altre mamme e delle altre donne.
E' nato tutto con un messaggio in facebook "Bello il Tè delle mamme...perchè non ci conosciamo e facciamo qualcosa insieme?" Lei è un uragano di energia e passione per il suo lavoro, è pratica, concreta ed entusiasta. Ha un negozio di abbigliamento per bambini e la mamma di A, pur non essendo una patita di shopping, è rimasta colpita dalla sua conoscenza dei materiali, dalla ricerca dei prodotti di qualità, dall'orgoglio di vendere cose belle, originali e sane. Sarà che è anche mamma e conosce cosa vuol dire vestire un bambino mettendo insieme comodità, design, qualità e prezzo. Lei si chiama Alessandra, grazie a facebook ha trovato altre mamme che lavorano per le mamme e domenica ha organizzato una festa nel suo negozio dove insieme potremo farci conoscere. Alla mamma di A, in questo periodo di crisi economica, dove tutti parlano nero, è sembrata una cosa proprio luminosa. Un esempio di collaborazione bella, tra donne che si mettono insieme e insieme creano qualcosa. Siamo o non siamo le generatrici della vita? Qui mi sa che abbiamo generato proprio un gran bel evento! Grazie mamme, grazie donne, grazie Alessandra e naturalmente vi aspettiamo domenica 18 novembre dalle 15:00 da Maison et Petits via Molini 74/a Botticino Sera Brescia..Maison et Petits

mercoledì 14 novembre 2012

"Deve essere particolare essere suo figlio"

Un bel corso, un bel gruppo, un bel clima d'aula. La mamma di A in queste giornate ama ancora di più il suo lavoro. Perchè lo psicologo-psicoterapeuta non è che fa solo terapia...può lavorare anche nella formazione psicosociale e anche in tanti altri ambiti che solitamente non vengono in mente quando si evoca la parola psicologo. Pensano tutti che lavori con i matti...e che leggi nel pensiero.
" Deve essere particolare essere suo figlio"....Cosi, a fine ora mentre siamo rilassati e ci stiamo salutando... "In che senso?" " Essere il figlio di una psicologa così." lo dice sorridendo, mi sembra un complimento...però che pensiero. Mi ha spiazzato.  " Pensa essere suo marito" fa eco vicino a lui il suo compagno. E questo non ho capito se è un complimento. Ma spero di si. Il papà di A ride come un matto mentre glielo racconto e vuole il nome di chi ha detto questa frase perchè vorrebbe stringergli la mano.

domenica 11 novembre 2012

Il senso di colpa di una mamma

Saranno gli occhi puntati addosso di parenti, amici, conoscenti. Saranno emozioni filo geneticamente tramandate di madre in figlia. Sarà che Freud ti chiede subito che rapporto hai avuto con i tuoi, perchè se sei cosi triste loro ci sono sempre di mezzo e di psicologia spicciola se ne intendono tutti. Saranno scuse per non chiedersi profondamente perchè mi sento cosi e fa bene questa cosa a mio figlio? Sarà quel che sarà, ma le madri conoscono bene quell'emozione che si chiama senso di colpa e che mina la loro serenità e anche la serenità nella relazione con il proprio bambino. 
Il senso di colpa dovrebbe essere qualcosa di positivo che ci aiuta a capire quando facciamo male a noi stessi e agli altri, permettendoci di cambiare, riflettere, riprovare. No, no. Il senso di colpa delle mamme è altra cosa, lontano dal suo significato positivo. È un senso di colpa sterile se non nocivo. Le mamme  si sentono in colpa perchè non passano tutto il giorno con i loro figli, perchè vorrebbero bere un caffè con le amiche, perchè vorrebbero riscriversi in palestra, perchè si assentano per andare dal parrucchiere, perchè dicono sacro santi no che fanno "soffrire" i loro figli....le mamme si sentono in colpa perchè sono mamme. Stop.
Qui ci vuole la rivoluzione  e per farla bisogna imparare dai nostri mariti, dai nostri compagni, dall'universo maschile. Perchè loro il senso di colpa come lo intendiamo noi non lo vivono e fanno bene, e hanno ragione, e bisogna stringergli la mano. Certo, a volte magari, bisogna dargli un limite, ma loro lo sanno che è importante stare anche con gli amici, svagarsi il giovedì sera a calcetto e chiudere serata con una bella birretta in allegria, andare a sciare e tornare canticchiando per le scale con la voglia di rientrare a casa.  Ma senza sensacci di colpa. Ecco, la mamma di A sta diventando una grande discepola della filosofia dell'altro sesso e sta imparando con ottimi risultati.
Sentite quà che weekend...
Sabato mattina passeggiata in centro tutti e tre insieme, a guardare i negozi, gustarci il centro storico della nostra città che è davvero bello, incontrare ragazzi del nostro stesso liceo anche loro con i passeggini che la vita va davvero veloce...e siamo già quà.
Verso le 12 rientro a casa...qualche attimo di cedimento che le stava facendo sistemare tutto per benino prima di uscire. Ma no...la mamma di A è quasi in ritardo...saluta, sbaciucchia il suo piccolo uomo che è lo specchio della serenità ( "ti piacerebbe  mamma che ti strillasse di non andartene...eh?diciamoci la verità...senstirsi indispensabili è una sensazione che fa sentire bene...però ma...). Poi quell'odorino cosi familiare, il papà di A che dice spaventato "Ma lo ha fatto apposta? Proprio ora?", la mamma che sta per cedere e poi invece non si fa incastrare e dice....ve la caverete benissimo...a dopo e divertitevi. E comincia un bellissimo, lunghissimo, piacevolissimo aperitivo con una sua compagna delle superiori. L'atmosfera è rilassata, il cibo ottimo, il vino profumato. La mamma di A ha il telefono sul tavolo...ma poi se ne dimentica.
Al rientro tutto tace e dormono come due angioletti. Certo che poi è bello tornare e che bello sentire "Mamma" dal lettino e due braccia che ti saltano al collo. "Hai visto piccolo A, tu ci sei anche senza di me e ora è ancora più bello rivedersi" pensa la mamma di A. 
Dopo una merenda tutti insieme a giocare sotto la tenda fatta con il plaid, il papà di A raggiunge i suoi compari che stanno preparando il mega spiedo per il giorno successivo (lo spiedo è un piatto tipico bresciano non propriamente dietetico ma perfetto in queste giornate uggiose).
La mamma di A stira, gioca poi stira poi gioca poi stira poi gioca....scarsi risultati sul fronte domestico ma il piccolo A è un ottimo compagno di giochi, la risata è sempre pronta.
Poi bagnetto, pigiamino, cena e .....cambio. Rientra il papà e riparte la mamma. Per una serata con i suoi fratelli a teatro. A vedere il cugino Lu, grande attore emergente del panorama italiano che ha elevato le radici teatrali di famiglia facendoci sentire tutti orgogliosi. La mamma di A è proprio serena. Prima di uscire lei e il papà di A hanno riso, perchè per la seconda volta in un giorno il piccolo A ha sfornano polpette puzzolenti proprio mentre la mamma stava uscendo. I bambini sanno insegnarci tanto, il piccolo A ha costretto il suo papà a diventare un mago del pannolino. Corso intensivo di un giorno.
Qualcuno mi può dire cosa c' è di male in un sabato cosi? Dov'è il male, lo sbaglio, la colpa? Nelle nostre fantasie, nelle nostre paure di essere genitori inadatti. Madre inadatte.
Ciao sono la mamma di A, e sabato ho commesso un orribile colpa...mi sono presa cura di me! ;-)
Ps:l'argomento senso di colpa femminile non può esaurirsi in un post...le sfaccettature sono più ampie, l'argomento più complesso...ma oggi ho voglia di leggerezza....


giovedì 8 novembre 2012

Perchè siamo responsabili delle nostre relazioni

La mamma di A in questo periodo sta lavorando molto come formatrice nell'area della comunicazione. Questo le  permette non solo di "insegnare" qualcosa ma, come sempre nel suo lavoro, di imparare molto. Spesso comincia dalla pratica per poi passare alla teoria. Comincia dai giochi, da roleplaying che mettono in scena situazioni reali vissute dai partecipanti. E poi, insieme, si traggono riflessioni, spunti, domande e anche principi teorici. Alla mamma di A è sempre rimasta impressa la questione per cui, a volte, si attribuiscono alle persone delle caratteristiche di personalità che in realtà non sono altro che reazioni al nostro comportamento nei confronti di quelle stessa persone. La comunicazione è un flusso che passa dall'emittente al destinatario, il quale a sua volta diventa emittente, rispondendo al messaggio ricevuto con un  nuovo messaggio. E siccome qualsiasi nostro comportamento è un messaggio, ed è impossibile "non comportarsi", allora è impossibile non comunicare. Perchè anche se scelgo di stare zitto comunico qualcosa, per esempio che non ho voglia di parlare o che sono stanco o ecc.
La mamma di A è un po' tecnica e pesante questa sera, ma le sembrava una premessa importante per spiegare ciò che osserva utlimamente tra le persone. S si lamenta che il fidanzato e la sua migliore amica l'ascoltino poco. Peccato che S, mentre spiega questo fatto alla macchinetta del caffè, (perchè in quanto psicologa le persone pensano che la mamma di A abbia sempre voglia e disponibilità all'ascolto, anche in un sacrosanto momento di coffe break), lo faccia in un modo esageratamente logorroico, in un modo che inchioda l'ascoltatore occasionale che non sa più come uscirne. "Vede Dott.ssa,possibile che io mi circondi sempre di persone che poi mi ignorano e mi evitano? Perchè è questo quello che sento." Alla mamma di A scappa un "non ne avevo dubbi" mentale. Ma spiegare che è il suo eloquio logorroico che allontana le persone, le quali non sono di per sè evitanti o scostanti, è affare molto delicato che certo non può risolversi in questo frangente. Oppure C, ragazza molto carina e socievole, che soffre però di un' eccessiva gelosia che la porta ad essere pedante e soffocante con il fidanzato. Il quale viene descritto come un menzionero, che le tiene nascosti innocui aperitivi dopo lavoro con i colleghi. "Se me li tiene nascosti vuol dire che c' è sotto qualcosa". C non si accorge che le bugie del suo ragazzo non sono un aspetto della sua personalità ma una risposta alla sua eccessiva gelosia, ai suoi irrazionali controlli. Ironia della sorte, il suo comportamento, alimenta nel partner proprio ciò che più lei teme: le bugie e i sotterfugi. La mamma di A pensa che dall'esterno è facile  vedere queste dinamiche. Da fuori è tutto più chiaro, la prospettiva più ampia, l'orizzonte più vasto. E non può fare a meno di chiedersi quanto anche lei sia, o sia stata, responsabile di alcuni comportamenti che la infastidiscono o non le piacciono negli altri.....e qui c' è tanto da pensare e riflettere...perchè questa visione dei rapporti, oltre a chiamarci in causa  come protagonisti delle nostre relazioni, ci comunica una grande speranza...cambiando noi...possiamo cambiare anche ciò che ci circonda. Ma dobbiamo partire da noi...per creare circoli virtuosi. Anche con i nostri bambini. Notte.

venerdì 2 novembre 2012

Tema: "Descrivi la tua mamma"

Ha le mani grandi, che sanno lavorare, cucinare, accarezzare, stringere, giocare.
Ha la voce alta, che si accende quando pensa che qualcosa sia ingiusto, quando saluta qualcuno dall'altra parte della strada, perchè lei saluta sempre, quando discute con il suo droghiere di fiducia o con i suoi amici di politica o attualità.
Canta per le scale quando torna a casa, anche se è stonata come una campana.
Ha un'energia travolgente, una forza d'animo profonda, una disponibilità disarmante.
Lei sa tenere insieme. Anche se non ci pensa due volte a dirti in faccia cosa pensa, e lo fa guardandoti negli occhi.
Cammina sempre a passo spedito. Pensa una cosa e ne ha già fatte cento. Non si risparmia. Da tutta se stessa.
Ha una casa aperta, disponibile, allegra e piena di figli e nipoti.
Ha un grande tavolo in salotto dove la domenica siamo tutti intorno a lei.
Basta dire "sono la figlia della G" e tutti nel quartiere, capiscono chi sono.
È in pace con la sua età e la vive senza nasconderla, senza patetici tentativi di rievocare una giovinezza che non c'è più.
Non scende a compromessi, ama il bianco o il nero, è coerente, buona.
Le piace stare in compagnia, andare a zonzo, e non si tira indietro davanti ad una sana chiacchierata.
Non dice mai se sta male, se è triste o malinconica. Ha una profonda fiducia nelle persone, negli avvenimenti, nella fede.
Questa è la nonna G, esempio vivente che da un dolore si può rinascere e far scaturire tanta vita, se ci si rimbocca le maniche e si ha voglia di amare e perdonare.
Questa é la nonna G, chiamata anche dolcemente "Noni" dal piccolo A, che sa riconoscere dietro a tutta questa forza la tenerezza e la fragilità.