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venerdì 31 maggio 2013

Il bivio...nonsolo Mamma di A



Periodo intenso, ve ne sarete accorti...la mamma di A infatti sta scrivendo poco, impegnata in tante e belle attività. Tiene duro, tra poco andrá al mare con il piccolo A e potrá di nuovo dedicarsi anche al suo blog con l'attenzione di prima.
E quando arriva il weekend, complice anche questo maggio autunnale, la mamma di A si sente molto stanca. Ma sabato c'era il Mammacheblog Social Family Day, evento organizzato da Fattore Mamma...L'anno scorso se lo era persa. Quest'anno appena visto l'evento su facebook si era iscritta, con l'entusiasmo di poter conoscere anche off line tutto il mondo delle mamme blogger nel quale é entrata. Un mondo di donne che conosce per fotografia o attraverso la parola scritta, ma delle quali intuisce sfumature, tono della voce, modo di fare. Familiaritá virtuale.
Quindi...sabato mattina la mamma di A si é svegliata, é andata alla finestra del salotto e ha avuto la conferma che le previsioni meteo erano ancora una volta azzeccatissime.  Allora ha pensato all'autostrada con la pioggia, a Milano grigia e confusa, un labirinto intricato e sconosciuto di strade. Ha sentito sulle spalle la pesantezza della settimana, ha cominciato a sentirsi incerta, a desiderare un sabato tranquillo in famiglia, nel tepore della sua casa, di A e del suo papá.
"Ma tu chi sei? lo sai che io non lo so dire?" dice una canzone del suo cantante preferito. Ma tu chi sei donna che traballi di fronte a qualcosa di nuovo, che rinunci a qualcosa che desideri solo per pigrizia, che ti senti insicura ad affrontare un'autostrada bagnata. Ma tu chi sei? che in fondo ti dispiace lasciare a casa i tuoi uomini come se li stessi abbandonando per chissá quanto tempo e chissá quale meta. E attenta che ti é uscito il  verbo "abbandonare" . Ma tu chi sei? Non ti piaceva sentirti indipendente, conoscere situazioni nuove, guidare e cantare da sola con la musica alta, sperimentare, giocare, partire, imparare? Si é toccata da sola sul vivo. Ha reagito,con forza si é tolta la ruggine dalle spalle, si é preparata e via é partita. Responsabile solo di se stessa. Una bellissima sensazione, negli ultimi due anni e mezzo per lo piú sconosciuta.
Davanti a un bivio, sabato, la mamma di A ha scelto la strada sulla quale c' era scritto "Sei una donna, non solo una mamma". E non é che non lo sappia. La situazione le sfugge di mano, la quotidianità si fagocità questa consapevolezza in modo silenzioso e inesorabile.
Riassunto! La mamma di A ha passato un bellissimo sabato, i suoi uomini sono brillantemente sopravvissuti, bello ritrovarsi la sera.
Quasi quasi cambia nome...da Mamma di A a Nonsolomamma di A. Magari é terapeutico...
Sta scherzando, deve solo rinfrescarsi la memoria piú spesso.




martedì 21 maggio 2013

La Peluquera (ovvero tu hai mai desiderato tagliare i capelli alla tua Barbie ?)

A te non é mai venuta voglia di tagliare i capelli a una delle tue Barbie? Stai ridendo, lo so, perché non solo ti é venuta voglia, lo hai pure fatto. Forse non era una Barbie ma una delle tue bambole, ma sicuro il risultato é simile: nel primo caso una super, sexi, bionda in carriera trasformata in una casalinga impettinabile disperatissima, nel secondo caso una dolce bambina trasformata in bambola da film horror. A meno che tu nel tempo non sia diventata veramente una parrucchiera, questo desiderio di tagliare i capelli é rimasto dentro di te, anche se non lo sai, lui si nasconde nel profondo del tuo inconscio. Ma puó sempre riaffiorare. Come é successo qualche giorno fa alla mamma di A...
Erano tutti dalla nonna G. Un tardo pomeriggio di venerdi. La mamma di A, sua sorella zia A e tutti i loro cuccioli. Ga faceva i compiti sul grande tavolo in salotto. Con la supervisione della sua mamma e della Mamma di A. Glo e piccolo A come sempre giocavano/sbetegavano insieme. La nonna G, che ogni tanto finge di lamentarsi dicendo "Non sono piú padrona di casa mia", ma che é contenta di essere circondata da tanta allegria, si stava preparando per uscire a mangiare la pizza con le sue amiche. "Mamma di A puoi venire qui un attimo per favore?" La mamma di A lasciava gli esercizi sulle equivalenze e andava nella zona notte. La nonna G con i capelli bagnati, le forbici in mano, serafica diceva  a sua figlia "Spuntami i capelli per favore".
Dovete sapere che la nonna G, come giá un po' descritta  qui, é una donna grintosa e senza sfronzoli, pur avendo quasi settanta anni non ha un capello grigio, e la sua pettinatura é essenziale come lei: un cucugnino basso e i capelli tutti tirati indietro, stop. Questo fa si che la nonna G, a parte per le ricorrenze speciali, non vada quasi mai dal parrucchiere. Ma venerdi, dopo aver valutato che i capelli erano diventati troppo lunghi per la sua pettinatura, ha ben pensato di risolvere subito il suo problema: "Mamma di A tagliarmi i capelli, quattro dita non di piú, tutti pari. Così riesco sempre a raccoglierli".
Così la mamma di A all'improvviso scopriva che il suo antico desiderio di tagliare i capelli delle bambole non era sopito o sparito, e con entusiasmo afferrava le forbici. La prima sforbiciata andava bene. Bello vedere subito il risultato del proprio lavoro. Li, tangibile, chiaro. La mamma di A, come tutte le  persone che lavorano nell'educazione o nella relazione di cura non vive così immediatamente e palesemente i frutti del suo lavoro.
La seconda sforbiciata invece dava qualche problema. La mamma di A aveva esagerato. " Ti ho fatto un taglio moderno, lungo davanti piú corto dietro". Cercava di sdrammatizzare a metá tra "Scoppio a ridere, e aiuto cosa ho combinato" . La nonna G invece capiva subito il danno e pensava all'impossibilitá di farsi il suo comodo e amato cucugnino. "Mamma di A! Ti ho detto quattro dita" partiva infervorata, come suo modo abituale. Da 0 a 100, la via di mezzo raramente. Allora la mamma di A chiamava i rinforzi " zia A corri qui vieni a vedere". In un battibaleno nel bagno c'erano tutti, figlie e nipotini della nonna G. Questi ultimi con gli occhi sgranati e divertiti. Ga in particolare guardava la sua zia pensando, "Oh zia e adesso??"
"Vi sembrano piú corti qui i capelli della nonna?" Diceva la mamma di A cercando sostegno. Tutti erano dalla sua parte ma tutti ridevano come dei matti, e chiaramente la comunicazione non verbale, essendo piú forte ed efficace ridava alla nonna G, il vero quadro della situazione.
"Mamma sono laureata in psicologia ti ricordi? Non sono una parrucchiera" E tutti a ridere ancora come dei matti. Ormai anche la nonna lasciava il nervoso in favore di uno sguardo divertito.
Sono momenti normali che rendono le vite speciali. Sono momenti quotidiani che raccontano le emozioni indimenticabili. La mamma di A lo sa  che questo squarcio di pomeriggio di maggio, con la nonna seduta sulla sedia in bagno, con i bambini intorno, la zia A  e lei con le forbici in mano è una meravigliosa fotografia di una attimo di vita. Di vita bella.


giovedì 16 maggio 2013

Giocare

"Uno, tre, quattro, cince, cei, cette, ciotto, nove, ceci"
Poi si gira e tra sé e sé dice "Dov'è mia mamma?"
Come si fa a non ridere? La mamma di A é nascosta dietro a un cespuglio. Nascosta nn tanto bene...un po' perché  non vuole perdersi lo spettacolo del piccolo A mentre la sta cercando, un po' perché siamo solo alle prime partite della vita di A a nascondino, non vuole creare angoscia. Infatti A dopo qualche istante di smarrimento la scorge "Ecco mia mamma!", esclama felice ed emozionato, le vola incontro e le salta al collo. 
" Sei un bravissimo esploratore piccolo A, dai ricominciamo. Tu conta che io mi nascondo"
" Ci, io conto tu Mami nascondi qui, ok?" E alza il pollice all'insú. "La mamma si nasconde dove vuole, altrimenti che divertimento c' é? Dai, ricominciamo"
Non ci é voluto molto a convincerlo, il piccolo A é già al suo posto "Uno, tre, quattro, cice...."
Alla mamma di A, quando era piccola, a questo punto del gioco, mentre era nascosta, scappava immancabilmente la pipí. Erano i tempi in cui erano tanti bambini in cortile, tutti insieme, liberi, senza paura, con gli adulti che fiduciosi li lasciavano giocare per strada.
"Dov'è é mia mamma?" Alla mamma di A non scappa piú la pipí ma la voglia di ridere si. Questa volta si é messa raggomitolata in mezzo al giardino, pensando che il piumino verde che indossa, la possa mimetizzare con il prato. Il piccolo A deciso va verso il cespuglio, ma questa volta la mamma lí non c' é.  Beata innocenza. "Mami!?, Mami?!". La chiama con la sua vocina, poi fa qualche passo e finalmente si accorge della sua mamma e del suo improbabile nascondiglio. Al piccolo A non interessa che il nascondiglio non abbia senso. É solo felice dell"incontro, eccitato dal cercare e trovare, divertito dalla situazione leggera e nuova nella quale lui é attivo esploratore. 
La mamma di A lo prende il braccio " A!?" " Ci?" "É bellissimo giocare con te". E "smack",  di risposta le stampa un nel bacio sulla bocca e ride a pieni dentoni. Momenti di grazia.
Basta chiudere gli occhi ad ascoltare. Ascoltare il bambino che siamo stati e che c' é ancora dentro di noi. Lui sa cosa vuol dire giocare, lui ha voglia di giocare, lui naturalmente sa giocare. E soprattutto lui sa che giocare é una cosa serissima e importantissima. Chiudi gli occhi e ascoltalo! Buon divertimento a tutte le mamme e a tutti i papá che hanno voglia di alzarsi al livello dei loro bambini.

domenica 12 maggio 2013

M A M M A

Le labbra si accarezzano due volte, leggere e rilassate mentre la chiami .."Mamma"
Ci sono due A, A come amore, aperte e calde...
E poi le M che rilassano, avvolgono..soffici abbracci.
Come un mantra il suo nome scalda, rende sicuri, ci riporta all'origine, alla certezza dell'amore.
Dire "Mamma" illumina il buio, scaccia la paura, richiama il coraggio, abbraccia tutto il corpo.
Giá da sola, é poesia......ascolta.....



                                                                  MAMMA



Auguri a te nonna G che sei la mia mamma, che dono mi é toccato!
Auguri a me, mamma di A, che tu possa essere per lui poesia!
Auguri a tutte le mamme del Té...ce la possiamo fare ;-)

sabato 11 maggio 2013

I compagni del liceo

Da dove partire? Partiamo dalla fine.
La mamma di A corre verso la macchina...sta piovendo fortissimo, è senza ombrello e dopo mesi ha messo i tacchi. Non  é piú abituata. Si sistema, mette in moto e contemporaneamente parte la radio...Laura Pausini. Non é proprio un caso, erano le sue canzoni che la mamma di A cantava a squarciagola con le sue compagne di classe. La giusta colonna sonora per la coda di una bellissima serata. Mentre torna a casa si gode le sensazioni che le sono rimaste addosso e l' immagine dei volti dei suoi compagni e le cose che si sono detti e raccontati...

Si sono ritrovati davanti al cancello del loro liceo. La mamma di A si é rivista li davanti, adolescente incerta e sognatrice, con i jeans, la felpa, le scarpe da ginnastica, la leggerezza di chi vive giorno per giorno, l'inquietudine di chi ancora non sa chi é e dove sta andando. La mamma di A pensa rivolta a quella giovanissima donna...."se solo sapessi come andrá nei i prossimi vent'anni ti faresti una bella risata e tireresti un sospiro di sollievo. Ma non ti godresti nulla sapendo giá tutto, siamo fatti per i viaggi e per le nuove avventure. Peró una cosa te la dico. Sei bella!". É fatta così la mamma di A, si fa i film mentali, ma poi torna con i piedi per terra e incontra i suoi ex compagni reali, quelli che sono li davanti a lei, davanti al cancello del loro liceo.  Com' è che siamo ancora tutti uguali? Sará un difetto di percezione? Eppure é così, vent'anni sono vent'anni, ma sono anche un battito di ali di farfalla. La mamma di A é felicemente emozionata. Abbracci, baci, occhi che si ritrovano, voci familiari che si riascoltano, risate inconfondibili, modi di fare conosciuti. Hanno condiviso cinque anni della loro vita. Tutte le mattine, gli stessi rituali, gli stessi volti, gli stessi vestiti che ruotavano con le stagioni. Gli anni dell'adolescenza, di interrogazioni, di compiti in classe, di gite spavalde, sbadigli alla mattina, paure, dubbi, sogni, amori, scherzi. Gli anni nei quali la loro identitá aveva anche un pezzo di scuola dentro, perché quando si presentavano a qualcuno, o quando pensavano a se stessi dicevano anche "faccio il Copernico sono in 3 H..." Sono passati vent'anni ma ognuno potrebbe dire qualcosa degli altri, che rimangono persone conosciute, familiari. È così quando si condivido esperienze intense, quelle persone stanno insieme comunque per sempre, nella memoria in un luogo che non si sá...
Adesso chi sono diventati? Sono uomini e donne, sono mariti, sono mogli, sono padri, sono madri. Mostrano orgogliosi le fotografie dei loro figli, tra un racconto e l'altro, tra un aneddoto e l'altro. E poi ora hanno anche un ruolo nella societá, sono loro adesso gli adulti, sono loro dall'altra parte della cattedra. A qualcuno il suo sentiero lo si leggeva  in faccia giá vent'anni fa. Qualcuno invece é una scoperta, un sentiero inaspettato.
Ma sai che c' é? C' é che a un certo punto della serata avevano le lacrime agli occhi dal ridere. Quelle risate che alla fine ti lasciano esausto talmente sono forti, ma con una sensazione di benessere addosso. La mamma di A ne sta ancora godendo, anche in questo momento, mentre sta scrivendo.

Da ricordare
Prendersi  spazi da non solo mamma , molto piú spesso. 
Andare a farsi un giro tra le fotografie degli anni della scuola recuperando lontani sorrisi e risate.
Perché spesso é solo alla fine di un viaggio che si comprendono pienamente le sfumature e i significati piú veri del viaggio stesso.
Alla prossima! Vi voglio bene!
La mamma di A

mercoledì 8 maggio 2013

Il mese di Maggio nei giardini

La nonna G dopo pranzo era dispiaciuta per la pioggia. " Proprio oggi che il Rosario lo facciamo dire nel nostro cortile". Ma nel pomeriggio inaspettatamente il sole era spuntato e lo stesso pensiero lo avevano avuto tutti i vicini condomini che spontaneamente, senza darsi appuntamento, avevano cominciato i preparativi. Allestire l'altare, il drappeggio turchese a nascondere la porta del garage, spazzare, raccogliere i fiori, preparare i vasi, recuperare le sedie dalle case per le signore piú anziane  e le seggioline per bambini, che siedono davanti, ai piedi di Maria. I piú piccoli intanto correvano e giocavano liberi, respirando l'aria di festa e la mamma di A era felice che anche il piccolo A potesse essere tra loro a vivere questo momento. Queste situazioni familiari, con i vicini di casa che sono vicini da quarant'anni, e dei quali sgorgi squarci di vita solo affacciandoti al balcone. Questi momenti in cui piano piano il cortile si riempie di visi conosciuti dei quali piú o meno sai vita, morte miracoli. Queste sere di Maggio in cui ci si ritrova insieme a pregare nei giardini delle case, affidando  alla mamma delle mamme  tutte le nostre preghiere.
Queste atmosfere che sanno ancora di paese, di confidenza, di reciproco aiuto. Che sanno di buono.
Ecco, vedere il piccolo A, seduto tra le sue cuginette, sulla sua seggiolina, coinvolto nell'atmosfera di festa, cantare a suo modo ...fotografie di attimi!

domenica 5 maggio 2013

Buon Compleanno Té delle Mamme!

6 maggio 2012 - 6 maggio 2013
Il Té delle Mamme compie il suo primo anno e ne ha fatta tanta di strada...
Racconti, incontri, idee, gruppi, amicizie, sorriso, condivisione, pensieri, riflessioni.
Grazie a tutte le persone che passano di qui spesso, ogni tanto, per caso...(se il caso esistesse...e la  mamma di A pensa che nulla sia per caso)
Vorrei scrivere tante cose, ma ne scrivo solo una...Grazie ! Un abbraccio virtuale ma sincero!
La mamma di A
E continuiamo a bere insieme il Té e a vedere che succede...

sabato 4 maggio 2013

Grata di tanto amore


Mattiniero come sempre, il piccolo A chiama "Mamma! Mamma! Lettone"
É un rito di ogni mattina. La mamma si alza, piú o meno con gli occhi aperti, va nella stanza di A, che in piedi nel suo lettino spalanca le braccia. La mamma lo accoglie, é diventato un bambinone. Si abbracciano e insieme tornano nel lettone. "Ciao Papi" grida contento a un papi con la faccia stropicciata. Solitamente sono le sei, se va bene le sei e mezza, lusso se siamo vicini alle sette. La voce squillante di A non promette niente di buono, sembra proprio pronta per cominciare la giornata. Invece lí, in mezzo ai suoi genitori ascolta il tepore e la sicurezza. Poi, in un momento, spontaneamente, il piccolo A, chiamandola per nome con una dolcezza infinita, si mette sopra la sua mamma, si adagia, a cavalcioni, con l'orecchio sul cuore, le braccia che la avvolgono. E si riaddormenta. La mamma lo abbraccia a sua volta e sta li, inebriata di tenerezza, grata di tanto amore, felice. Buona giornata!