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giovedì 24 settembre 2015

Per amare bisogno essere COMPLETI. Parola di piccolo A!

In macchina.
Dall'asilo verso casa.

"Mamma, il mio amico Fa è innamorato di Gi."

" Wow! E tu sei innamorato?"

" Te l'ho già detto mamma che io sono già COMPLETO!"

La mamma rimane colpita ma il piccolo A continua il racconto.

"Io scendevo dallo scivolo piccolo e Gi ha detto che sono il suo eroe. Anche Cla ha detto che sono il suo eroe. E mi rincorrevano per baciarmi. Ma io scappavo perché non volevo."

"Piccolo A mi hai detto una cosa bellissima. Quando qualcuno si sente completo è proprio pronto per voler bene in modo bellissimo."

"Ma ti ho detto che non sono innamorato."

"Si ho capito! Però ci si può anche voler bene! Tra amici è così! Puoi essere amico anche delle bambine! Anche di Gi e Cla senza essere innamorato."



I bambini!
Sono saggi!
Da ascoltare!

martedì 22 settembre 2015

Come ti vede tuo figlio?

Alle 8:30 del mattino le tue certezze possono crollare.

Il mondo è incredibilmente vario e variopinto. I punti di vista infiniti. Le sfumature superano di gran lunga i confini chiari e netti.
Ma in tutta questa esistenza in continua evoluzione, la mamma di A, pensava di sapere con sicurezza una cosa.
Qualcosa che riguardava il suo essere madre. 
Il suo modo di vivere questo ruolo.
La mamma di A pensava di non essere una madre ansiosa.
La mamma di A pensava di essere una divertente compagna di giochi.
La mamma di A pensava....e si sbagliava.

Alle 8:30, durante il tragitto casa -scuola... Accadeva questa conversazione :

"Mamma! Io e il papà faremo un'avventura!"
"Bello! Vengo anche io, mi piacciono le avventure! Lo sai che quest' estate sono andata a camminare perché mi piacciono le esperienze avventutose. 
Dove andiamo Piccolo A?"

"No mamma! Tu non vieni con noi! Solo maschi!"
"Ma perché? Anche le femmine fanno queste cose!"
"Si ma poi tu dici "Questo no! E questo non farlo!...."


Conclusione: pensava di essere una mamma-donna-avventura simpatica e divertente e  invece scopre di essere vista come una noiosa, intransigente, limitante, pesante Signorina Rottermeier.

Gli specchi sono dietro l'angolo.
I nostri figli e le nuove consapevolezze.




sabato 19 settembre 2015

Lasciamo il mondo ai bambini

Pomeriggio

"Piccolo A non giocare con la palla in salotto, ci sono i vasi, si possono rompere!"
Il piccolo A si ferma, guarda i vasi di cui non si era minimamente accorto...

"Mamma! Vorrei riempirteli di fiori!"
"Grazie Piccolo A! Che bel pensiero...che fiori mi prenderesti?"
"......i Girasoli...che lo so che ti piacciono"

Quando un pensiero é un regalo inaspettato che fa bene al cuore!



Sera

La mamma di A sta finendo di sistemare la cucina.
A e il papà guardano Spiderman sul divano.

"Papà domani andiamo a raccogliere i fiori per la mamma!"





Lasciamo il mondo ai bambini!
Amen!

giovedì 17 settembre 2015

Se fosse mio figlio?

Succede spesso...
Al piccolo A piace guardare il mondo dall'alto. Dall'alto del suo papà.
E al suo papà piace prenderlo, alzarlo e portarselo sulle spalle. Poi quando crescerà non potrà più.
La mamma di A cammina a fianco a loro.
Si "gira il mondo", leggeri, spensierati.

Questa volta la mamma di A é rimasta un po' indietro e li guarda camminare felici.

Partono  i pensieri...

E se invece di essere a zonzo in una qualsiasi serata di fine estate fossero in cammino per scappare da qualcosa di terribile.
E se dietro di loro non ci fosse più una casa perché distrutta dalle bombe.
E se invece di una serena giornata all'asilo al piccolo A toccasse, la mattina dopo, un viaggio disumano tra fame, sete, confusione e paura.
E se a noi invece della quotidianità, a volte così bistrattata, toccasse vivere con il terrore e soprattutto con la disperazione di non essere in grado di proteggere nostro figlio.
E se i nostri passi non fossero passeggiata, ma una marcia serrata verso un ignoto destino.
E se dietro avessimo solo paura, davanti paura e in mezzo paura.

Piccolo A cosa saremmo disposti a fare per proteggerti?
Io credo qualsiasi cosa!
Io credo qualsiasi cosa!


Ti bacio mentre dormi al sicuro nel tuo letto.....



venerdì 11 settembre 2015

Come tu mi vuoi

Le aspettative dei genitori sulla vita dei figli sono un tema caldo e delicato.
I sogni non realizzati, le aspirazioni deluse, il desiderio di riscatto sociale a volte ricadono sui figli, vissuti come una nuova possibilità. Una nuova chance.
Spesso in modo inconsapevole o mascherate dal desiderare il meglio per il proprio figlio, le aspettative accecano e non permettono di vedere le peculiarità e i talenti dei bambini.
Si rischia di mettergli un vestito che non è il loro.
Di assegnargli un ruolo che non gli appartiene.
Pena una sensazione di insoddisfazione perenne.
A volta la pena è invece pura infelicità.

E ritrovare i propri abiti non è poi sempre un percorso semplice.

Ma questa sera, nel buio della camera da letto del piccolo A è accaduto esattamente il contrario.

Titolo "Le aspettative dei figli sui genitori"

Dopo la fiaba.
Dopo aver pensato al momento più bello della giornata.
E dopo le preghiere
Il piccolo A non dorme....

"Mamma sto pensando che è meglio che fai la cuoca!"

"La cuoca?...

 Vuoi che cambi lavoro piccolo A?"

Gli da corda la mamma per capire dove vuole arrivare.

"Si voglio!"
"Ma mi spieghi il perché? Lo sai che non sono nemmeno brava a cucinare e in più il mio lavoro mi piace"

"Perché è più bello se fai la cuoca!"
Ripete convintissimo.

La mamma non riesce a farsi spiegare il motivo di questa richiesta.
Il piccolo A non molla.
Ribadisce che la mamma deve fare la cuoca.

Allora piccolo A!
Mi hai fatto sorridere perché mi sorprendono sempre i tuoi pensieri originali.

Detto questo, mi hai fatto riflettere.

È stata una bella inversione delle parti.
Una bella lezione.
Un figlio che dice alla mamma come vuole che lei sia.
Forse dovremmo farlo più spesso questo gioco...

Perché è un tema a me caro e prometto di impegnarmi sempre più a guardarti per come sei e non per come vorrei che fossi.

Io non sono una cuoca.
 Questo è chiarissimo dentro di me.
E sono felice di aver incontrato chi mi ha aiutato a scoprire chi sono.

Chi sei tu, lo scopriremo un po' insieme, un po' lo scoprirai da solo.
Che tu sia libero dai nostri stereotipi.
Che tu sia libero dal bisogno di compiacere i tuoi genitori.

Ma abbi pazienza, ti è toccata una mamma psicologa.

( E poi ho comprato
Il Bimby più di così non potete pretendere da me)










mercoledì 9 settembre 2015

Cara Donna...

Cara mamma,
Cara donna...
Ti sei guardata allo specchio questa mattina?

Perché, ironia della sorte, gli altri li vediamo benissimo con i nostri occhi, gli altri sono nel nostro campo visivo.
Invece noi,  per guardarci e per vederci, abbiamo bisogno di uno specchio.
Lo sanno spontaneamente anche i bambini che lo specchio é uno strumento indispensabile per vedere chi siamo, per conoscerci, scoprirci.

Ma quando dallo specchio ti sei spostata, hai finito di sistemarti i capelli, di metterti il mascara, e la tua immagine é sparita, tu dove sei andata?

Non ti sarai mica dimenticata di esserci vero?
A volte succede....

Ma anche fuori dalla porta il mondo é pieno di specchi: gli altri.
Anche fuori dalla porta abbiamo un'infinita possibilità di conoscerci.
Perché ogni volta che ci mettiamo in relazione con un'altra persona, questa persona ci racconta di noi. 
A volte capita che ci dica proprio come ci veda. E se la relazione é solida può dirci anche cose che non fanno subito piacere ma che servono per prendere colpevolezza di come ci muoviamo nel mondo. Dei nostri punti di debolezza, delle nostre imperfezioni, delle nostre mancanze.
Ma anche se non dice, il suo comportamento nei nostri confronti racconta come siamo percepiti. Le sue reazioni a noi sono uno specchio per capire come siamo visti. Grazie agli altri scopriamo chi
siamo. I nostri confini. I nostri contorni.
Abbiamo bisogno degli occhi degli altri per vederci.

Ma quando da questi specchi di sposti, e rimani sola, non ti sarai mica dimenticata di esserci vero?
A volte succede...

A volte succede che sei moglie o compagna e tutto ruoti intorno a questo, tanto da aver bisogno di tuo marito per esserci, per avere un ruolo, per specchiarti.

A volte succede che sei mamma e che tutto ruoti intorno a questo, tanto da aver bisogno di tuo figlio per esserci, per avere un ruolo, per specchiarti.

A volte succede che sei la tua professione e che tutto ruoti intorno a questo, tanto da aver bisogno dei tuo colleghi per esserci, per avere un ruolo, per specchiarti.

Altrimenti il vuoto. La confusione. L'ansia. Il disorientamento.


Ma tu ci sei anche nel buio di una stanza.
Non servono occhi.
Non servono immagini.

Serve sentirsi. Ascoltarsi. Prendere consistenza. Prendere forma, volume.
Sentire la vita che scorre dentro. La propria linfa.
 La propria meravigliosa unicità. Tu donna, unica e irripetibile.

Amarsi!


Conosciti  attraverso gli altri ma non dare agli altri il potere di decidere chi sei.
Amati, prenditi cura non solo della tua immagine.
Hai desideri che sgorgano.
Hai passioni che sono tue.
Hai un mondo emozionale che si muove in te, che ti riempie e che ti scalda.

Perché a volte ci confondiamo e, quando gli altri "se ne vanno", ci sembra di non esserci più. Di non avere più un senso. Di scomparire od essere invisibili. Come lo specchio di questa mattina dal quale ti sei spostata...
Ma tu ci sei!

E non serve a niente riempirti di cibo, riempire la pancia per sentire di avere dentro qualcosa, illudendoti di sentire di esserci. 
E non serve a niente copiare come sono le altre donne per colmare il vuoto che senti di avere. Una copia non é mai un originale, per quanto perfetta possa sembrare.
E non serve a niente riempirti di roba, di shopping, di cose per calmare la tua insoddisfazione. Lo sai bene che dura poco quella "felicità"

Solo quando sarai magnificamente tu.
Magnificamente imperfetta.
Ma semplicemente te stessa sentirai di poter vivere in pienezza.

E non avrai bisogno degli altri per darti un senso.

E sarai libera di vivere gioiosamente il mondo e le relazioni con le persone a cui vuoi bene e con chi incrocerà il tuo cammino.






Con il cuore, la Mamma di A.


venerdì 4 settembre 2015

Essere amati

Cogliere un momento di infinitá veritá.
Senza averlo cercato.
Averlo trovato attorno a un tavolo, di un pomeggio d'estate qualunque.
Aver capito in un istante l'origine di tante emozioni, l'origine del suo modo di muoversi nel mondo, di viverlo.
Questo è successo alla mamma di A.

Dipende da che occhi ti hanno guardato.
Da come ti hanno guardato.
E soprattutto se ti hanno visto.

La mamma di A si é girata.
E quello che stavano dicendo per un attimo è andato sullo sfondo: le risate, le parole, sospese.

La stava guardando.
Lei ha incrociato quello sguardo per caso e ne ha riconosciuto l'amore.
Ha visto occhi nei quali riconoscersi e ne ha sentito la carezza piena d'amore.

Sentirsi amati non per bisogno.
Sentirsi amati non per desiderio.
Sentirsi amati non per necessità.

Sentirsi amati per amore, per quel che si è.
Esserci.
Sentirsi grazie a quegli occhi e a quello che le stavano dicendo.
Riconoscersi.
Specchiarsi e provare ad amarsi con la stessa intensità di quello sguardo, con la stessa tenerezza.


La mamma di A non dimenticherà mai quel momento di cui nessuno si é accorto.


Guardiamoli i nostri bambini.
Guardiamoli negli occhi.
Facciamogli sentire che li amiamo così come sono, imperfetti.

Si guarderanno poi allo stesso modo, rivolgeranno a se stessi lo stesso amore,  cammineranno fiduciosi nel mondo, ameranno come gli abbiamo insegnato ad amare.