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lunedì 30 luglio 2012

La scoperta della luna

Come dicevo in questo post, la mamma di A, da quando è diventata mamma, ha riposto nel cassetto alcune parti di sè divenute secondarie o frivole con la nascita del piccolo A. Ma il tempo è passato, il piccolo A è un bimbo che acquista ogni giorno di più spazi di autonomia. Ha sembre molto bisogno della sua mamma ma in modi e tempi diversi. Soprattutto ha bisogno che la sua mamma non sovrapponga la propria vita a quella di suo figlio. Ha bisogno di una mamma che viva con lui e non per lui. Altrimenti il prezzo da pagare sarebbe molto alto in termini di realizzazione personale, indipendenza, libertà, autostima... felicità. Infatti in questi giorni la mamma, oltre a mettersi un po' da parte per lasciare spazi tutto loro al piccolo A e al suo papi, sta riscoprendo la bellezza di passare tempo bello con qualche amico di vecchia data: ha passeggiato sul lungo di Gardone R con Di a parlare di amore e relazioni complicate; ha fatto il bagno in piscina e ha riso con Ma  delle solite battute e si sono salutati perchè Ma stava per partire per il cammino di Santiago e lei questa volta non poteva proprio avventurarsi; ha mangiato una pizza con Ni, sua moglie e i bimbi, con mega-aggiornamento sugli spetegules di quartiere; e oggi ha pranzato con il suo primo capo, quello con il quale dodici anni fa, la mamma di A entrava nel mondo del lavoro. Quando lo ha rivisto dopo tanto tempo ha pensato che certi incontri nella vita sanno proprio di buono. Seppur portatori di visioni  molto diverse il dialogo e il confronto sono sempre interessanti e stimolanti. Guardare il mondo da un'altra angolazione e scoprire scorci che non sapevi esistere. Oggi in particolare si parlava del desiderio di lasciare il segno in questa vita, di portare cambiamenti nel mondo in positivo, di esserci, di costruire qualcosa di bello e nuovo...non di qualcosa di eccezionale. Ma di buono si. E l'essere diventati madre e padre ci è sembrato la cosa più bella che ci potesse accadere in questo mondo e il dono più bello che potessimo lasciare a questo mondo. Forse non era proprio cosi la sua visione, ma la mia si.
Questa sera, durante la cena nel giardino della nonna G, il piccolo A tutto agitato ed emozionato comincia a chiamarmi, mi prende la mano vuole che mi alzi, deve mostrarmi qualcosa. "Mami, Mami lì, lì, lì". Il piccolo A, con le sue ditina, mi sta mostrando la luna che più frizzante del solito, illumina il cielo. "Amore, quella è la luna, ma è in alto e lontana, la mamma non può prenderla". Il piccolo A non si arrende, come può sua madre sedersi e mangiare ignorando che nel cielo c'è una palla luminosa stupenda. Per quattro o cinque volte si ripete la scena...Per cercare di calmarlo lo prendo in braccio e dico "Dai alza le braccia, adesso saltiamo e proviamo a prenderla..uno, due, tre." Salto, faccio versi onomatopeici per accompagnare lo sforzo di andare in alto nel cielo e lui ride come un matto. "Visto amore, è troppo alta, dobbiamo accontentarci di guardarla" Naturalmente  anche questa scena si ripete per un po' di volte. Mi piace così tanto sentirlo ridere di gioia perchè pensa che la sua mamma sta cercando di prendere la luna, o perchè pensa che sua madre è una pazza squinternata che crede di raggiungere la luna con un balzo. Questo per me è lasciare il mio segno nel mondo. Come potevo immaginare che un giorno avrai saltato per cogliere la luna e donarla al mio bambino? Ciò che ho provato io, ciò che ha provato lui, ciò che sentiremo quando gli racconterò questi momenti della nostra vita..sono il segno più bello della mia esistenza qui.

Il papà di A e la mamma ingombrante

"Scegli l'università che vuoi, sei libero di decidere come credi.............tra medicina, ingegneria ed eventualmente economia". Fu cosi che il papà di A scelse "eventualmente", si laureò, fece esperienza e si ritrovò un economista con il piglio creativo, visto che la sua vera indole sopravvisse anche nei meandri della finanza, della gestione d'impresa e ti tante altra cose, perlopiù sconosciute alla mamma di A. Il papà di A racconta spesso questo episodio e ridiamo insieme, sperando che il piccolo A, nei momenti delle scelte, si confronti con due genitori più elastici! Il papà di A è un papà che trascorre moltissimo tempo fuori casa, che lavora lontano e che ogni giorno si trova a dovere affrontare e risolvere situazioni molto intricate (sempre perlopiù aliene alla capacità di comprensione della mamma di A). Questo status lavorativo porta il papà di A a ritenere giorni spensierati e leggiadri, pieni di divertimento e risate, giochi e balocchi, serenità, tranquillità, risposo, quei giorni in cui la mamma di A si dedica a fare "solo" la mamma. Vien da sè, e ogni mamma lo sa, che questo pensiero fa venire un nervoso immenso. Ma la verità difficilmente se ne sta nascosa per molto tempo e questo weekend, la mamma di A si è sentita molto soddisfatta. Il mio superimpegnatononhotempoazionispredfatturatobusisnessplain si è finalmente ritagliato un weekend famiglia e tutti insieme siamo andati nella spiaggia dove il papà di A pratica il kite surf. La sua indole creativa e un pò selvaggia ha trovato anche fuori dal lavoro il suo spazio e noi siamo contenti di questo sport all'aria aperta, sano, spartano e coreografico. Di vento però non se ne è visto molto, le vele sono rimaste in spiaggia e i papà pure. Così la mamma di A dice "Visto che non esci con il kite, vado sul pontile a leggere e a prendere il sole...ci vediamo dopo". Devo ammettere che, anche se lamentarsi che un uomo non è collaborativo in faccende domestiche o familiari sembra essere molto diffuso, è pur vero che con fatica noi donne usciamo di scena. O meglio, questo succede a me, che dal pontile leggo ma furtivamente controllo quello che stanno combinando quei due insieme. Mi trattengo, osservo e basta, lascio il campo ai miei uomini, li lascio stare insieme senza di me. Il papà di A è un bravo papà! Questo modo un po' defilato, lo tengo per tutto il giorno. A volte mi sento cercata con lo sguardo, ma non cedo.  Se la cavano benissimo da soli.
Qualche ora dopo, al buoi, mentre stiamo per addomentarci....la capitolazione..."Bello stare con il piccolo A, però è davvero stancante, sono distrutto". "Ah Ah! allora lo ammetti che non è cosi semplice" ed esce il tono da prefessoressina che in me. Tanto lo so che la memoria del papà di A è un po' corta...Sono io che devo ricordarmi di saper mettermi da parte qualche volta in più. Per dare spazio a me, per dare spazio al papà, per dare spazio ai miei due uomini insieme! Perchè insieme sono uno dei film più belli che abbia mai visto.

venerdì 27 luglio 2012

Non si picchiano i bambini!!!!!

Vorrei sapere cosa pensava di ottenere la mamma che, questa mattina, sulla riva del nostro meraviglioso lago di Garda, in risposta al pianto del suo bambino, di circa nove mesi, gli ha ripetutamente colpito la testa con un cappellino. E visto che il pianto non si è fermato ma è aumentato, nevroticamente gli ha infilato il cappellino, istericamente gli ha tirato davanti alla faccia la cappottina del passegino, e con urla da gallina si è messa a spingerlo ai 300 all'ora. Ma cosa credeva? che il bimbo avrebbe smesso di piangere? tu mamma smetteresti di piangere se ti trattassero cosi?
So benissimo cosa significhi sentirsi esauste e sfinite, so benissimo che i nostri bambini hanno la capacità di suscitarci anche emozioni negative, so che una mamma, in quanto donna si trova a dover conciliare qualche altra decina di ruoli e spesso è difficile o impossibile, so che alcuni giorni sono più duri di altri. Capisco si, ma non giustifico. Noi mamme siamo gli adulti di riferimento, gli ADULTI! I nostri figli si fidano di noi, siamo il loro mondo non possiamo tradirli cosi. Con le nostre frustrazioni, i nostri nodi irrisolti, le nostre emozioni negative. Soprattutto per i piccolissimi, per i quali letteramente siamo il loro mondo, non riuscire a gestire i nostri impulsi e scaricarli su di loro significa trasmettergli che il mondo è pericoloso e imprevedibile. Significa trasmettergli che sono sbagliati, detestabili, non degni del nostro amore. Significa trasmettergli insicurezza, paura, rabbia. Non sto promuovendo la filosofia del tutto concesso. Ma sono assolutamente contraria alla possibiltà di mettere dei limiti, che sono necessari, vitali e sacri per lo sviluppo di un bambino, attraverso degli atti violenti. I limiti si mettono con la fermezza educativa, l'assertività, la coerenza nei comportamenti, l'esempio, la chiarezza. Ma nulla di ciò si avvicina all'aggressività. Se questa ha il sopravvento è un fallimento. Non culliamoci nell'idea popolare che uno scappellotto non ha mai fatto male a nessuno. E bene? a qualcuno ha mai fatto bene? c'è qualcuno che che pensa..."per fortuna che i miei mi hanno sculacciato, strattonato, altrimenti tante cose non le avrei capite"? Fa tanto male sentirsi le mani addosso, e il male fisico è la cosa più superficiale. Un bimbo si sente umiliato, triste, arrabbiato, deluso...emozioni che si possono stratificare nella sua personalità giovane e fragile. Quindi care mamme, mettiamoci in discussione. Tralasciamo gli inutili sensi di colpa che ci affliggono e prendiamo in considerazione i sensi di colpa reali. Si perchè alzare le mani sui nostri bambini è una colpa. Guardiamoci dentro, chiediamoci perchè arriviamo a non farcela più, capiamo dove sono gli intoppi, cerchiamo modi nuovi, impariamo dalla creatività dei nostri bimbi nel gestire le situazioni. E chi si sentisse sola, chieda aiuto, legga tanto, riguardi la sua storia...Cara mamma di questa mattina, avrei voluto dirti qualcosa, calmarti, rassicurarti. Avrei voluto prendere in braccio il tuo bambino..Sono stata codarda e mi sto chiedendo cosa avrei dovuto fare....

mercoledì 25 luglio 2012

Il cammino di Santiago...mi manca

Tra qualche giorno partiranno...senza di lei. Almeno non fisicamente. Ripercorrerranno la stessa strada e con uguale fatica arriverranno alla meta. Si alzerranno prestissimo quando ancora è tutto buio, sistemeranno lo zaino nel modo più ergonomico possibile, faranno una buona colazione e poi cominceranno a camminare. Avranno con se poche cose, solo quelle indispensabili e  diventaranno preziose. Cammineranno a volte in silenzio, sentendo solo il rumore dei propri passi e quello dei boschi che, sterminati, attraverseranno. Altre  volte invece il cammino sarà alleggerito dal dialogo con qualche altra persona, conosciuta da poco magari. Saranno parole concrete e vere senza nessuno sfronzolo. Perchè gli sfronzoli, quando cammini, non sai nemmeno cosa siano. Si troverranno a condividere emozioni, letti, bagni, pranzi, cene, con gente di tutto il mondo, e incredibilmente si sentiranno parte dello stesso gruppo. Davvero si specchieranno gli uni negli altri, e a nessuno importerà se il lavoro dell'altro è prestigioso, la macchina, il conto in banca. E' il conoscere il motivo per cui si è su quel sentiero che interessa. Le storie di ciascuno sono il vero filo conduttore. In certi momenti la fatica sarà cosi grande che avranno voglia di mollare. Saranno i compagni di gruppo che, anche senza saperlo, ti terranno su quel sentiero. Le veschiche potranno "infestargli" i piedi, e scopriranno come  curarle con ago e filo. E scopriranno che il dolore può diventare un maestro importante. Il tempo sarà un tempo nuovo. Non lo rincorreranno mai. Anzi, sarà lento, pieno, amico. Un tempo che avvolge e che sarà vissuto istante per istante nel presente. Che pace in questo! Meraviglioso. Un imprevisto, un intoppo, una difficoltà si trasformerà in una nuova opportunità. Se vorranno vederla. Ma il cammino, solitamente, regala occhi nuovi. Vedranno tanta natura, tanta storia, tanta cultura, tante cose belle. Sentiranno profumi nuovi. Dormiranno profondamente anche se avranno male per tutto il corpo. All'inizio penseranno che la strada davanti a loro sia lunghissima. E presto scopriranno che un passo dopo l'altro, solo un piccolo passo dopo l'altro fa percorrere un sacco di strada. E quando giungeranno alla meta piangeranno di gioia, soddisfazione, fatica, pienezza. Avranno subito nostalgia del cammino...gli mancherà per sempre, ma lo scopriranno solo ritornati a casa. La vera sfida è ricordarsi tutto e provare a tradurlo nel cammino di tutti i giorni. Ma piccolo A, la tua mamma avrebbe tanta voglia di partire con i suoi amici. Di mettersi lo zaino in spalle e camminare. Queste cose si le mancano. Tu hai molto bisogno di lei ancora....quando sarai un po' più grande...vedremo. Buen camino a tutti i pellegrini in partenza, a tutte le mamme che stanno lottando, a tutte le donne che stanno cercando la loro meta...Buen camino a me! che con te sto sempre più crescendo..

martedì 24 luglio 2012

" Non voglio condizionarlo, sceglierà lui quando sarà grande"

No piccolo A, la mamma non è d'accordo, te lo dico fin da subito. Voglio "condizionarti eccome"! Quando sente questa frase la mamma prova un senso di disagio, le è sempre sembrata una falsa posizione di libertà. Il compito mio e del papi è quello di crescerti, educarti. E - ducere= condurre verso. Mano nella mano voglio condurti dove ci sei Tu, per scoprire insieme chi sei e cosa vorrai. Noi adesso proviamo a darti il meglio che possiamo, secondo quello che crediamo o reputiamo buono e sano. Ti stiamo già offrendo il nostro modo di vivere, di interpretare la realtà, di concepire il mondo. Lo stiamo facendo anche impegnandoci e provando a cambiare in meglio. Quando sarai grande potrai mettere tutto in discussione e dirci che questo modo non ti piace;un modo dobbiamo dartelo, altrimenti come fai a scegliere? In questo modo noi pensiamo che sia importante prendersi cura della tua crescita fisica, emotiva, sociale, intellettuale e spirituale. Si amore mio, anche spirituale, perchè ciascuno di noi è un miracolo vivente che ha dentro di sè il senso del sacro. Che è un senso che nasce dalle fondamenta e lasciarlo avvizzire fino a quando sarai grande e deciderai tu non è.....punto. È grazie alla fiducia in qualcosa di più grande che la tua mamma si sentiva serena quando tu facevi le bizze dentro di lei; è grazie alla fede che la mamma continua a sentire il legame con chi non è più con noi, che i momenti bui rimangono illuminati da una lucina che non si spegne, che la speranza vince sempre sulla rassegnazione, che si sente amata in modo profondo. Sentirsi parte di un disegno più grande fa amare la vita sempre, nonostante tutto. È stata la tua nonna, che ci ha fatto crescere a pane e oratorio che ci ha regalato questa possibilitá. E noi, siccome pensiamo sia il meglio per te, proviamo a trasmetterti le stesse cose. Quando sarai più grande potrai scegliere...come e dove esprimere il sacro che è dentro di te. Noi proviamo a innaffiarlo e a farlo fiorire. Altrimenti sarebbe come dire che da grande sceglierai se istruirti o meno e che fino a quel giorno, per non condizionarti, non ti manderemo a scuola. Troppa attenzione alla crescita intellettuale, poca a quella emotiva e spirituale. Buona giornata amore mio.

giovedì 19 luglio 2012

La nonna è selvatica

Ore 22:00 la mamma di A sta cenando. Il piccolo A ha faticato a prendere sonno. Forse perchè oggi siamo stati lontani (le illusioni di una mamma) ed aveva voglia di giocare con me. A farmi compagnia c'è la mia nippi GA che ha scelto una seratina con la zia piuttosto di una passeggiata sul lungolago di Salò con i suoi genitori. È seduta di fronte a me, i suoi occhioni blù mi illuminano a giorno anche se ha un sonno tremendo. Non molla..."Zia mi racconti una delle tue avventure?" " Avventure? Non è che la tua zia ha fatto l'esploratrice" " Si ma hai sempre tante cose interessanti da raccontare".'Mmmmhhhhh, non mi viene in mente nulla". Sará che non vedo l'ora di mangiarmi sta piadina in santa pace, ma la fase avventura della mia vita, in questo momento, nella mia testa, occupa il buio più completo.Per un attimo mi balenano nella mente un paio di episodi della fase Bridget Jones, ma non è il caso di raccontarli ora, a GA. Forse quando sará adolescente e qualcuno le farà male al cuore. Allora potrà ascoltare come la zia aveva avuto un' ostinata ostinazione nel vivere una storia romantica e tormentata. Visto il mio vuoto creativo incalza lei " Mi piace la nonna perchè è selvatica". No ma, i bambini dove le vanno a prendere certe cose? Mi viene da sorridere ma non voglio interrompere ciò che sta per raccontarmi. So già che me lo ricorderò per tutta la vita. "Non mi piacciono le perfettine, lei invece se vede un albero con le prugne per strada, ne prende qualcuna e le mangia subito senza lavarle. Poi se deve dire qualcosa lo dice chiaramente, è sincera, non ha vergogna. E poi si da sempre da fare, è buona". Cara GA, in due parole, in un momento in cui non si capisce perchè, mi descrivi mia madre che meglio non si può. Si la nonna è selvatica e che fortuna che sia toccato a noi averla.

mercoledì 18 luglio 2012

Ai piani altissimi

Come raccontato nella mia storia ( post Happy ending ), prima della gravidanza, la mamma di A dedicava molte delle sue energie professionali nell'ambito della formazione, stando a stretto contatto con i giovani e gli adolescenti. Molto faticoso, a volte demotivante, altre entusiasmante. La simpatica coordinatrice, che aveva ritenuto la gravidanza una rara malattia debilitante che non avrebbe più permesso alla mamma di A di svolgere la sua professione al meglio, è andata in pensione. Ma la mamma di A lo sa che prima o poi la rincontrerà...è una sensazione che spesso ha, riguardo persone con le quali sente di aver lasciato qualcosa in sospeso.. ( ma questo è un altro capitolo). Allora, determinata a fare chiarezza e a non lasciare nulla in sospeso, oggi la mamma di A ha avuto un appuntamento con la megasuperdirettricegenerale. Ha deciso di andare all'origine, curiosa di vedere cosa avrebbe trovato. Il supermegaufficio della supermegadirettricegenerale è una stanza grande quasi il mio appartamento. Vi sono due scrivanie immense stracolme di carte e cartellette. Lei è una donna giovane, determinata..sta ai piani altissimi. Prima di entrare mi guardo, e già lo so che mi può mangiare in un boccone. Mi ascolta, capisce e mi risponde in modo politicamente corretto. Sono assertiva, chiara e sincera. Voglio che in quelle stanze echeggi la verità di una gravidanza discriminata. Voglio che sappia che non è giusto che la nascita di un figlio sia considerato un handicap. Voglio che senta! L'ho fatto più per me e per le mie emozioni. Non sono scaltra, non sono politica, non sono strategica. E qui lo so che queste cose invece sono importanti. Ma, me lo dovevo. Forse, chiusa la porta alle mie spalle, avrà sorriso della mia ingenuità. " Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere" diceva Gandhi. Oggi nel mio piccolo ci ho provato. Piccolo A voglio regalarti piccoli pezzi di mondo onesti e sinceri. Dove è più importante la coscienza che la reputazione. Il valore più che il successo. L'onestà dei sentimenti e delle opinioni e non le macchinazioni. La tua mamma sognatrice.

lunedì 16 luglio 2012

L'amore stupisce

Il piccolo A pensa che i suoi genitori ogni tanto perdano la tramontana. Si guardano con espressione sorpresa e orgogliosa e si dicono "Ha capito! Ma ormai capisce tutto!" Hanno la stessa espressione Di Copernico quando intuì che era la terra a girare intorno al sole, lo stesso sguardo di Colombo quando avvistò il Nuovo mondo, la stessa faccia di Marconi quando riuscì a far funzionare la prima radio. Se potesse rispondere a tono gli direbbe " Ma con chi credete di avere a che fare? Sono un bimbo di un anno e mezzo certo che capisco! Non è che sono super dotato! Ma tu mamma non eri laureata in psicologia? Le tappe dello sviluppo dei bambini te le sei dimenticate?" No, niente quei due continuano a stupirsi delle cose piu' normali. E con voce concitata nella loro casa si possono sentire frasi come "Gli ho detto di sedersi sul divano e lo ha fatto", " Mi ha portato la paletta! Bravo amore!" " Guardaaa! Fa la torre con i lego!" Sarà' anche normale, ma è una delle normalità piu' sconvolgenti ed entusiasmanti guardare il tuo bambino che cresce e diventa Lui, con il suo carattere, i suoi modi di fare, il suo modo di camminare, i suoi sguardi. E' un miracolo quotidiano. La vita che si trasforma e cresce. Il piccolo A che era un puntino pulsante e ora è un fustacchiotto biondo che corre e ride per casa. Si parla tanto dei sacrifici che i genitori devono affrontare, di come la vita cambia quando arriva un bambino, delle responsabilità che incombono. Ma lo scambio è impari, con tutto quello che dona un figlio a sua madre, a sua padre. Emozioni nuove, sentimenti profondi, nuove opportunità....noi piccolo A siamo sicuramente in debito con te! Solamente considerando il sorriso che mi dai con la tua voce che chiama " Mammma, Mammma". L'amore quando c' è stupisce sempre. Notte e sogni di' oro.

martedì 10 luglio 2012

Devi accettare la realta'!

Per i mesi estivi io e la zia A saremo vicine di casa. Lei sotto, io sopra. Non sente mai quando la chiamo quindi le lancio qualche gioco del piccolo A davanti alla porta e lei compare. Lo abbiamo chiamato "il campanello" questo gioco talmente scemo che ci fa sorridere e sentire bambine. Questa mattina mentre bevevamo il caffe' vedo la famosa rivista grazie alla quale ieri mi gasavo tanto. Riprovo l'esperimento. Il piccolo A sta gironzolando intorno al tavolo. " A, chi e' questa?". Senza esitazioni mi guarda e con il ditino puntato mi risponde "MAMMAA". Io e mia sorella ridiamo. "Ga hai visto che la tua zia assomiglia a una modella?". Mi fa un sorriso incredulo come per dire ma smettila. Le porto la prova e rifaccio la domanda al piccolo A che anche questa volta non tradisce l'amore spassionato verso la sua mamma. "Fammi vedere!" mi dice stizzata e nervosetta come a volte e' nel suo carattere. Mi prende la rivista dalle mani... "Ma zia non ti assomiglia per niente!". " Se lo dice il mio bambino vuol dire che e' vero" Insisto vedendo che si sta scaldando, mi diverto sotto i baffi a farla arrabbiare. " Ma dai zia, non sei una modella, guarda che bella che e' questa..e poi il naso non e' uguale, la bocca neanche, gli occhi sono azzurri tu li hai marroni....". " Non ho detto che sono una modella, ho detto che il mio bimbo mi vede bella come questa meraviglia di ragazza della copertina". " Non le assomigli per niente" risponde ormai secca e rossa in viso. "Ga ma perche' te la prendi tanto?" "Perche' devi accettare la realta'!!!!!!!!". Troppo giusta la mia nippi!

lunedì 9 luglio 2012

L'autostima di una mamma

Succede a tante mamme, forse a tutte, che l'ordine di alcune cose pre-gravidanza si ribalti completamente dopo la nascita del frugoletto. Cio' che prima erano i miei impegni ora sono il mio tempo libero, i momenti solo per me, nei quali torno padrona della mia vita: lavorare, fare la spesa. Oggi mi sono dedicata una bella ora e mezza di shopping tra le corsie della frutta e verdura, degli affettati e della carne, tra la pasta e i formaggi, omogeneizzati e salviettine, addiritura vettovaglie da escursione. Il papa' di A mi aveva suggerito un supermercato, gli ho detto di si sapendo che non ci sarei andata. Troppo triste. Il mio tempo lo voglio spendere bene. Più caro ma piu' bello, nell'estetica, nella disposizione dei prodotti..direi accattivante. Forse hanno fatto una ricerca di mercato e, scoprendo che le mamme ci passano il loro prezioso tempo libero, hanno puntato sul fattore psicologia ambientale. Io comunque ho abboccato all'amo, e felice come una pasqua oggi mi sono sbizzarrita. Ma il bello bello e' successo al mio ritorno...piccolo A nel frattempo e' stato con la zia A e le cuginette, ha protestato un po' ma so che ci sta volentieri. Zia A e' la vice-mamma e Ga e Glo sono come sorelle. Rimango nascosta un attimo ad osservarlo e mi si stampa il sorriso...ormai e' un ometto biondissimo e paffuto. E' tra le braccia della zia, stanno guardando una rivista. "Mammmma, mammmaaa" "Ops! beccata subito"..ma no, non mi sta guardando..la zia ride...allora mi faccio vedere.. Ciao A, sono tornata! Mia sorella ironica mi dice" Devi fargli fare una visita dall'oculista e fargli mettere gli occhiali". "Perche'???" dico io che, sento l'ironia, ma non capisco proprio a cosa sia riferita. La zia A alza la copertina della rivista e il mio tesoro indicandola dice ancora "Mammma, mammmaaaaa"....crede che Charlize Theron sia la sua mamma!!!! Amore mio, ma quanto mi ami? e' proprio vero che l'Amore e ' cieco, siamo in pieno complesso di Edipo. Avevo sottovalutato, anzi non considerato, che un figlio potessere essere un potente attivatire di autostima. Se tuo figlio ti sovrappone a una stangona bionda con gli occhi azzurri, affascinante, elegante, statuaria...allora puoi tutto!;-)Mondo sto arrivando!

sabato 7 luglio 2012

Gesu' ha gia' deciso la vita che faremo?

"Zia"... "Dimmi Ga"...." Ma Gesù ha già' deciso la vita che faremo? Cioè' ha già' deciso cosa faro' io, cosa farai tu?" Sono circa le 9:30 del mattino, stiamo passeggiando sul lungolago di Gardone Riviera io, il piccolo A, e Ga la mia nipotina di otto anni. Abbiamo appena guardato le anatre che nuotano nell'acqua seguite dai loro cuccioli, abbiamo salutato una signora anziana che ogni anno sorretta dalle figlie prova a camminare lasciando la sua sedia a rotelle, sto sperando che il piccolo A si addormenti nel passeggino visto che siamo svegli dalle sei...Ma da dove salta fuori questa domanda? cosa c' entra? Cosa passa nella testa di una bambina? Qui stiamo entrando nella sfera religiosa, filosofica ed esistenziale di una persona. Che anche se e' alta un metro e ventiquattro si sta facendo domande sul senso della vita. Sono una zia, ruolo che sento bello, importante e prezioso. So benissimo che cio' che rispondero' sara' ascoltato con attenzione e serieta'. Conosco la mia nippi, il suo sguardo intenso, i suoi occhioni blu', la sua sensibilità', il suo desiderio di conoscere. So che si fida di me, di quello che penso, (anche perche' le hanno fatto credere che sono la secchiona di famiglia). So che certe risposte possono trasmetterti fiducia nella vita, altre possono renderti insicuro. "No Ga, se Gesu' avesse gia' deciso tutto, saremmo solo dei burattini, non trovi?. Ciascuno di noi ha dei talenti che gli sono stati donati, Lui desidera che li facciamo fiorire, crescere, per diventare quello che veramente siamo. Per essere persone felici e realizzate" " Il bello, che pero' e' anche difficile, e' scoprire quali sono questi talenti. Per esempio, la zia ha scoperto di essere brava ad ascoltare, che le interessano molto le storie delle persone e allora ha studiato per migliorare questo talento." Facciamo qualche passo in silenzio, mi rendo conto che non sono riuscita a parlare con il suo linguaggio, mi sembra pensierosa... "Zia e' bella la vita". Si piccola Ga, la vita e' proprio bella soprattutto grazie a questi piccoli momenti che nascono tra le persone. Che bel pensiero mi hai regalato. I bambini sono una vera benedizione nella vita di un grande!

lunedì 2 luglio 2012

Ne vale la pena

La zia Rina e' stata per molti anni la nostra dirimpettaia. Le porte delle nostre case non erano mai chiuse a chiave, spesso spalancate formavano un unico appartamento e noi cugini ci muovevamo da una parte all'altra spontaneamente. Mi piaceva tantissimo andare da lei perche' era sempre allegra, generosa e mi faceva i grattini per farmi addormentare. La zia era sposata con lo zio Peppino, fratello di mia mamma, un signore alto, burbero, di poche parole ma buono come il pane. Sono stati sposati una vita e vederli insieme per me era uno spasso. Un po' cane e gatto, un po' Sandra e Raimondo, una di quelle coppie di una volta, con i ruoli chiari e definiti. Lei mamma e casalinga, lui piccolo imprenditore edile. Non di certo l'apoteosi dell'amore romantico, almeno dall'esterno. Lo zio Peppino, per qualche anno, e' stato malato, ma con i dovuti controlli e le terapie di rito conduceva una vita dignitosa e serena. Continuavano comunque ad essere cane e gatto. Poi piano piano la malattina ha cominciato a portarselo via. Una sera passando in macchina davanti a casa loro, vedo in giardino uno strano movimento di persone. Riconosco mio padre e mia madre, mi fermo e vado a vedere che succede. La porta finestra aperta mi rimanda una scena che non dimentichero' mai. La zia seduta al tavolo tra i suoi due figli. Lo sguardo perso, smarrito. Un po' da bambina. Curva su se stessa, annuisce a cio' che le dicono anche se lei non e' li. Ha appena perso la meta' di se', non le importa nulla del colore dei fiori o dell'orario dei funerali. Smarrita. "Ne vale la pena" ho pensato, vale la pena stare insieme tutta la vita, vale la pena stringere i denti quando non ci si sopporta piu', vale la pena la quotidianita' vissuta insieme anche quando sembra noiosa, vale la pena ogni discussione, vale la pena ogni singolo momemto anche faticoso. Perche' quel viso trasuda amore, quello vero, solido, coltivato, il sentimento che nasce dalle piccole cose anche banali ma condivise. La cara zia Rina mi ha regalato un raro momento di saggezza senza neppure saperlo, senza neppure volerlo. Questo penso piccolo A ogni volta che andiamo a trovarla. Penso a quel viso, a quel momento di vita cosi intensa in un momemto di morte. E mi auguro di cuore che i tuoi genitori riescano a fare tesoro di questo...buona notte piccolo A.

domenica 1 luglio 2012

Se lo dice mio marito...

E' sempre stato un pensiero con me fin dal momento in cui ho deciso che saremmo andati al mare per tutto il mese con la nonna G, la zia A e le cuginette. Ho cercato di scacciarlo con motivazioni chiare e sensate"non puoi rovinarti la vacanza per un motivo cosi futile, vedrai che non sara' come pensi, dagli un po' di fiducia, in fondo a casa non c'e' mai che vuoi che faccia? non e' cosi importante e' una cosa che comunque si sistema" . Un piccolo tarlo che talvolta affiorava tra un bombolone, una piadina, un tuffo in mare, un gioco con il piccolo A ecc ecc. Quando poi e' arrivato il primo weekend in cui il papa' del piccolo A e' venuto a trovaci, il tarlo si e' trasformato in un mostro reale. "Amore potresti lavarmi queste mutande e queste calze?" si ok metti li che poi faccio la lavatrice.."Quando la fai?" Ma che domanda e', che differenza fa? quando torniamo dalla spiaggia caccio tutto dentro e via " Ma si asciuga in tempo per stasera?" Stasera? certo che no, ma domani mattina sicuramente con il caldo che c'e'! ma qual e' il problema? stasera mettine delle altre, lo so che queste sono le tue preferite pero'..." E' che sono le ultime che mi sono rimaste" Le ultime? in che senso? dov' e' tutta la tua biancheria????? "L' ho messa a lavare" e come un furetto cambia stanza...Il papa' del piccolo A, nella sua vita privata, e' una delle persone piu' disordinate e incasinate che io conosca. Per questo motivo temevo per la mia casa, orfana di me per un mese, lasciata sola tra le sgrinfie incuranti di mio marito. "Ecco lo sapevo, hai detto di stare tranquilla che ti saresti arrangiato, se sei messo cosi male con la biancheria chissa' che disastro e' il resto" A questo punto partivano le rassicurazioni, ma figurati sono sempre al lavoro, ci dormo e basta, se te lo dice tuo marito.... Ho chiuso un occhio, ho messo il mostro nel cassetto e sono ricorsa alle mie chiare e logiche rassicurazioni. Fino a ieri, perche' il tempo passa e le vacanze sono finite, e la porta di casa si e' aperta. Di quello che e' rimasto della mia casa! Si forse adesso sto facendo un po' la tragica e la vittima. In fondo lo conosco il papa'del piccolo A, non potevo aspettarmi altro, ha avuto la battuta pronta per ogni mia sbuffata, per ogni mio nervosismo, per ogni mio scatto di fronte a quel trovavo o scoprivo di stanza in stanza. La simpatia e' uno dei suoi punti di forza..Ma le mamme lo sanno cosa vuol dire riordinare e pulire con un nanetto di 18 mesi che ti gironzola attorno e 35 gradi all'ombra...Cosi con un po' di creativita' e faccia tosta ho trovato la soluzione. Dietro front! qui fa troppo caldo soprattutto per il piccolo A. Tutti al lago a riposarci un po'. Ai mestieri ci penseremo lunedi;-)! buon week end.