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domenica 16 settembre 2012

" Si si ha grossi problemi di socializzazione"

Dopo tanto tanto tempo, i genitori del piccolo A lo hanno portato al parco vicino a casa.  Faceva ancora freddino, il sole cominciava a farsi intravedere e loro tre stavano già camminando in direzione del parco. Erano le otto e mezza del mattino, una domenica di settembre con la voglia di vivere un pò la familiarità  del quartiere, il passo un po' assonnato di chì avrebbe volentieri dormito  un 'ora in più. Ma si sa, il piccolo A è un gran mattiniero. Come del resto lo è sempre stata la sua mamma. Cappuccio e brioches per scaldarsi pancia e cuore e via ai giochi. C' è solo un altro bambino  all'incirca dell'età del piccolo A. E la sua mamma. Il piccolo A affronta con audacia, serenità e divertimento scivoli, scale, collinette che fino a poco tempo fa lo vedevano incerto e titubante. La mamma di A lo guarda con lo sguardo di mamma orgogliosa e intenerità nel vedere la vita che si trasforma e cresce nel suo piccolo ometto. Non sa perchè gli viene sempre in mente la favola di Pinocchio che diventa un bambino. Il piccolo A si specchia negli occhi dei suoi genitori e con il sorriso stampato li coinvolge e si diverte. Momenti di grazia di una famiglia.
" Ma non li cerca ancora i bambini della sua età? Non sa socializzare?"
" No signora mi dispiace, il nostro bambino ha dei problemi in questo senso e le sue domande ci stanno facendo male. Se mette il dito nella piaga non aiuta nè noi nè nostro figlio" risponde in modo sarcastico il papà di A.





No, non è vero che ha risposto così. Questa è la risposta che si è immaginata la mamma di A, che le sarebbe piaciuta tanto. E le sarebbe piaciuto molto vedere il volto di quella donna, come avrebbe reagito.
Invece il papà di A l'ha guardata senza rispondere e ha continuato a giocare con il suo bimbo.

Perchè la mamma di A pensa che:
- Scusi signora ma siamo qui da dieci minuti, perchè invece di giocare con suo figlio fa la diagnosi al nostro? E perchè il piccolo A dovrebbe per forza giocare con il suo?
- Una donna, quando diventa mamma, si trasforma in una tigre se deve difendere i suoi cuccioli. O almeno questo è successo alla mamma di A. La quale è consapevole del fatto che spesso i genitori sono i primi a non voler vedere/accettare/riconoscere i limiti dei propri figli. I figli sono un parte di noi, arrivano da noi, ce li siamo immagginati bellissimi e fantastici. Fare i conti con la realtà non sempre è facile. Ma non è questo il caso. Cioè non è nei limiti del piccolo A essere poco incline ai rapporti. Quindi signora qual è il problema?
- Ma soprattutto, ed è la cosa che più fa arrabbiare la mamma di A. Se tu signora sconosciuta che sei al parco con il tuo bambino, vedi un altro bambino e ti sembra di riconoscere in lui difficoltà di qualche tipo, che razza di domande fai ai suoi genitori? Per piccola e meschina curiosità? Se la prossima volta al parco incontrerai un altro piccolo A e ti sembrerà in ritardo con il linguaggio o con chissà quale altro diavolo di parametro hai nella testa, chiederai spiegazioni ai suoi genitori?
- Si lo so, vi sembrerò esagerata, oggi non è successo poi nulla di grave. Oggi al parco no, ma in tanti altri posti e momenti si. Tutte le volte che non c'è delicatezza, empatia, intelligenza nell'approcciarsi agli altri. Prima di fare una domanda, facciamo una bella inversione di ruolo, mettiamoci nei panni dell'altro, chiediamoci se a noi farebbe piacere ricevere certe domande, osservazioni. E soprattutto se abbiamo la confidenza e l'intimità con quella persona per poter far nascere un dialogo costruttivo, nutriente, affettivo su certe questioni. Sono sicura che alcune mamme che stanno leggendo capiscono di cosa sto parlando.


Epilogo: quel bambino al parco ci guarda e osserva tutto il "casino" che stiamo facendo noi tre. Mi si avvicina, mi prende la mano e vuole giocare con me. Amen!

3 commenti:

  1. Mio figlio ha sempre avuto grossi problemi di socializzazione, all'età di A. era anche aggressivo verso chi gli si avvicinava. Per me i giardinetti erano l'inferno e non ho mai trovato empatia tra mamme o nonni. Ero solo una cattiva madre. Il mio blog e' proprio un grido a tutte le mamme di bambini "normalmente socievoli", prima di dare giudizi vorrei tanto potessero capire cosa soffre un bambino come il mio e tutti quelli che lo amano.
    Grazie per queste parole

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    1. Cara Marzia, infatti eri nei miei pensieri. Un bacio a te e al tuo guerriero

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  2. .... Vedono la pagliuzza nell'occhio del prossimo e non si accorgono della trave che hanno nel proprio...

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