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mercoledì 19 settembre 2012

Alleniamo il pensiero positivo

...Non si sa da dove, come, perchè ma il raffreddore si è insediato nel nasino del piccolo A e lo sta tormentando. La tosse e gli starnuti interrompono i suoi giochi e lui con gli occhioni languidi e la vocina dimessa guarda la sua mamma e la chiama.."mamiiii" (=mamma tirami via queste cose che mi colano dal naso). Si preannunciava una nottata difficile invece il piccolo A ha fatto una sola, chiara ,richiesta verso mezzanotte..."mami braccio" (=mamma prendimi in braccio). La mamma di A se lo è coccolato e annusato un po' e poi ha deciso che era serata lettone. Il che vuol dire: mamma sul bordo del letto per dare spazio al suo cucciolo, orecchie tirate per sentire se sta bene, piedini addosso, braccia addosso, testa addosso. Vuol dire papà di A barricato sotto al cuscino perchè il piccolo A spesso, cambiando posizione, si alza e poi si lascia andare fiducioso dando delle capocciate che neanche un ultras. Questo vuol dire non raggiungere la fase di sonno profondo, svegliarsi e sentirsi più stanchi di quando si è andati a dormire, doversi alzare alle 6:30 perchè il piccolo A si sente bene ,vuole giocare, ridere e bere il "tate, mamma, tatte"(=mamma latte). La prima mattina prosegue con i soliti preparativi ma il piccolo A non si sente ancora in formissima, ha la mammite, per cui segue in ogni angolo la sua mamma disfando ciò che le lei sta riordinando. Quando finalmente la mamma di A è con se stessa davanti allo specchio per mettersi un po' a posto, arriva dal salotto la voce del papà "Esce la cacca dal pannolino di A!!!!!!!". Visto la quantità dovrebbe essere una giornata fortunata, guardiamola da questo lato. Salta la colazione con le mamme, quelle del gruppo di facebook, quelle che la mamma di A conosce solamente virtualmente anche se di alcune intravede i caratteri, l'umorismo, la forza, l'amore. Sono le mamme che si fanno compagnia con un click, che si scambiano consigli preziosi, che condividono gioie e dolori. Va be', faremo la prossima volta. In più piove! La pioggia in città...uff. Arriva la nonna G che deve sapere dal commercialista questo e quest'altro e il commercialista è l'amico della mamma di A quindi dai chiamalo tu. La nonna G, reincarnazione di Garibaldi e Napoleone messi insieme va alla velocitá della luce su tutto. La mamma di A non le sta dietro...impossibile. Il piccolo A, che parla un italiano stentato, impara però volentieri il dialetto dalla nonna e da quando è entrata in casa continua "nonna nom, nonna  nom" ( nonna andiamo). Dalla nonna sta ereditando lo spirito avventuriero e girovago. Allora andiamo a casa della nonna così mentre giochi con lei, io vado a comprare i pannolini. Piove! La mamma di A si fa largo nella giungla metropolitana. Tra suv prepotenti come chi li guida, precedenze non date e rotonde dove la maggior parte delle persone dimentica la freccia. Non capisce perchè giù dalle macchine tutti gentili. Seduti al volante tutti feroci. Mette la freccia per indicare di voler girare a sinistra, ma figuriamoci se qualcuno accetta di arrivare quattro secondi dopo in quel posto importantissimo dove sta andando. Respira mamma di A, guarda che meraviglia è seduto sul seggiolino dietro di te e riordina le priorità e le arrabbiature. Pannolini presi, sguardo maliconconico alle tutine primi mesi e poi via dalla nonna G che il piccolo A  ha gli occhi da pisolino. E mentre il leoncino riposa nel suo lettino, la mamma di A coglie l'occasione per andare a comprare il suo regalo di compleanno. Esattamente un mese dopo anche se, passato il giorno passato il santo. Il nonno Lo aveva detto prendi quello che vuoi. E siccome qualcuno si era preso gli occhiali da sole della mamma di A, lasciati nel bagno pubblico di un bar per due stupidi secondi, la mamma di A aveva scelto di ricomprarseli.  Bene, cominciava a sentirsi un po' più rilassata nella grigia e vorticosa mattinata. Lo zio Ma, il fratello arredatore che ha occhio e cuore per l'estetica e le cose belle, accetta di accompagnare sua sorella che sola non sa decidere. Entrano nel negozio, la signora è molto gentile, conosce lo zio Ma da tempo..."Ah! Lei è tua sorella?"" Ma chi è il più  giovane dei due?" . La mamma di A sgrana gli occhi, suo fratello ridacchia ridacchia. Non si può neppure controbattere con una battuta come "Ma lei ci vede?" dal momento che siamo in un negozio di ottici. Va bene la giornata cominciata un po' male, ok la pioggia, mettiamoci pure la sindrome pre-mestruale...ma questo è un colpo basso. Lo zio Ma ha otto anni più di sua sorella! Dove sono finiti? Annullati da due anni di mammità, pappe, nanne, giochi, pensieri...? Urge riappropriarsi di sè e riporre un po' gli abiti di mamma, almeno qualche volta. La mamma di A lo pensa ma al momento non crede di volerlo veramente. Diciamo che la maternità le ha dato un aria più matura. Alleniamo il pensiero positivo!

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