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venerdì 1 gennaio 2016

La libreria degli amori perduti

Ci sono libri che sono familiari già dalla copertina.
In mezzo a migliaia di altri libri, ti sei voltato e lo hai visto.
Allora ti sei avvicinato, incuriosito dalla particolare sensazione di conosciuto pur sapendolo nuovo.
Lo hai preso in mano, con un sorriso accennato, scoprendo che anche le mani lo sapevano già.
La carta, i colori, la stampa, la consistenza, il profumo.

Bello, ti piace.

"Si, lo prendo", accogli l'invito. Tu hai scelto lui ma lui, anche, ha scelto te.

Il sorriso accennato si trasforma in sorriso sornione. Lo sapevi che sarebbe stata una lettura di preziosa emozione.

Le parole si susseguono,

conosciute, sconosciute,
prevedibili, sorprendenti,
leggere, importanti,
scanzonate, serissime,
sincere, fumose,
calde, fredde,
spavalde, esitanti,
silenziose, cangianti,
aperte, definitive,
tonde, aspre,
attese, improvvise,
timide, audaci

...

È uno di quei libri in cui tieni in mano una matita colorata per sottolineare le frasi che ti piacciono di più.
È uno di quei libri che hai voglia di leggere così tanto da rubare il tempo per poterlo aprire e nasconderti tra le sue pagine.
È uno di quei libri che sembra aver pescato alcune immagini direttamente dalla tua mente.

Poi ci sono le pagine bianche.

Si, capitoli bianchi improvvisi. Che pongono domande.
Se ne sarà accorto l'autore?
Sarà un errore di stampa?
Oppure è una strategia letteraria per tenere accesa l'attenzione del lettore, lasciarlo in sospeso, curioso e smarrito.
Forse, non sapeva proprio che scrivere....e allora hai preso i pennarelli colorati e hai disegnato quelle pagine bianche come le volevi tu. Improvvisando ghirigori, pensieri, piccoli racconti. Arricchendo il libro di te.
Anche se, quelle pagine bianche, non le capirai mai.
Cosa ci fanno lì in mezzo? Sul più bello?
Non lo hai ma visto un romanzo così.
E lasciano l'amaro in bocca, e rendono quel libro un po' sgualcito anche se
impreziosito da ogni volta che lo hai aperto e lo hai amato, consumandolo un po', spiegazzando gli angoli, divorando i racconti. Non è più nuovo, ma ha un sapore più buono.

Ma questo non salva la copertina, che aveva catturato il tuo sguardo. Giace infatti un po' ingiallita nella tua libreria. Sgualcita appunto, da una promessa mancata.
Da un'attesa  incompiuta.
Da una parola non detta su una pagina bianca.

Ci sono libri, che riponi nella tua grande libreria bianca...e a volte finiscono pure in seconda fila.
Poi ogni tanto ci passi davanti in modo distratto e "per caso" vi guardate, voi e quei libri. Ricordando emozioni e pensieri di pagine piene, ricordando emozioni e pensieri di pagine vuote. Malinconia, nostalgia.

Sentendo che, comunque, vale sempre la pena leggere una bella storia e che la vostra libreria è così preziosa grazie anche a quel libro.


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