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sabato 9 marzo 2013

La metropolitana nella mia cittá. Brescia.

Sabato mattina. Spesso la famiglia di A si prepara e poi va a fare un giretto in centro. Abitano abbastanza lontani da poter fare una passeggiata per sgranchirsi le gambe. Abitano abbastanza vicini da poter permettersi di arrivarci comodamente a piedi.
Ma da una settimana nella loro cittá, c' é una grande novità: la metropolitana. Dopo dieci anni di lavori, cantieri, polemiche, discussioni é arrivata. Alla mamma di A sembrava una cosa lontana, in un futuro remoto. Ma gli anni sono passati e oggi con la sua famiglia era come andare in gita, ad una festa. Non si poteva immaginare che tutto sarebbe stato così emozionante. 
La loro cittá é una ricca città del nord. É una cittá orgogliosa delle sue aziende, industrie, organizzazioni. É una cittá orgogliosa della sua creativitá, imprenditoria, tenacia, professinalitá. É una cittá in cui il valore del lavoro, l'associazionismo, il fare sono impressi nel dna dei suoi abitanti. É una cittá che ha un cuore di antica Roma che si allarga nelle viuzze rinascimentali, romaniche, medievali. Per poi salire sulle colline eleganti e verdi. Fino a spaziare alle campagne della pianura padana, dove d'inverno una nebbia romanzesca e d'estate le cicale e il sole.  Per poi spingersi ai suoi meravigliosi laghi, pura poesia. Fino alle valli, su per le montagne, ai ghiacciai e ai pascoli odorosi.
In questa  variegata cittá, nella sua profonditá ora c' é un'immensa bellissima opera architettonica. Con grandi spazi che accolgono, che sanno di futuro, di nuovo. La mamma di A non si aspettava una cosa così bella. Perché bello é l'aggettivo piú indicato per  raccontare quello che ha visto oggi. Il piccolo A pensará alla sua cittá con la metropolitana. Non si ricorderá che c' é stato un tempo in cui era solo un progetto. Corre felice, e stupito si lascia cullare dal vagone che dolcemente avanza. Un signore anziano, molto anziano. Con il naso un po' grosso e rosso, con la pelle spessa e la berretta sulla testa, guarda il piccolo A e gli dice " Ti piace stare qui, hai visto che bello?".  Per il piccolo A sará la normalitá, per questo signore deve essere una rivoluzione stare seduto dove é adesso. Il piccolo  A e quel signore sono due mondi lontani che si incontrano. Il passato, il futuro che si guardano nel presente. La mamma di A li osserva e pensa che ci sono attimi nei quali ti ci trovi per caso e che sentì sono attimi che raccontano la storia.  La sua cittá oggi sapeva di festa, tra gli abitanti un sentimento di unione, uniti da questa novitá che li fa sentire un po' piú cittadini del mondo. Un sentimento di speranza nel vedere che i cambiamenti sono possibili. Soprattutto quei cambiamenti che facevano tanto paura e discutere...hanno portato il sorriso sul volto delle persone e una cittá piú bella. 

2 commenti:

  1. Ma quando un domani rileggerà questo post saprà che tu hai raccontato di una città che non aveva la metropolitana e lui sorriderà al pensiero di non ricordare :D Buon weekand

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