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lunedì 22 settembre 2014

I miei vent'anni

 
 
La mamma di A si è voltata, ha riconosciuto le loro figure.
Spontaneamente le è venuto il sorriso, si è alzata ed è andata verso di loro.
È andata verso i suoi vent'anni.
 
Facevano cosi. Durante la settimana ognuno era occupato con il suo lavoro o con i suoi libri. Poi il weekend lo passavano insieme. Dal venerdì sera alla domenica sera. Non si davano appuntamenti, ancora non c'erano i cellulari. Era chiaro e scontato che il venerdì sera si sarebbero incontrati li. E li erano. La mamma di A studiava psicologia all'università di Padova ma il weekend tornava sempre nella sua cittá. La sera si preparava, con un colpo di clacson le sue amiche la chiamavano e poi via verso il locale dove loro le stavano aspettando. I loro amici, conosciuti per caso al mare, diventati inseparabili compagni di avventure. Non pensate a chissà che cosa. Loro stavano semplicemente insieme e facevano cose insieme: andavano a ballare la sera, visitavano città le domeniche pomeriggio, facevano spaghettate a casa di qualcuno, improvvisavano biciclettate sulle colline della Valtenesi con le cicale a cantare, partivano nel cuore della notte se a qualcuno veniva in mente di andare a sciare, mangiavano castagne abbrustolite la domenica sera, andavano al cinema, passavano pomeriggi in piscina... ma soprattutto ridevano. Ridevano tanto. Giocavano tanto. Si godevano la loro gioventù, la loro amicizia e pensavano che sarebbero durate per sempre.
 
La mamma di A va loro incontro, le viene sempre più da sorridere vedendolo li, in cerchio a chiacchierare, proprio come tanti anni fa.
Per scherzo li urta  con la spalla "oh! Scusate"...E appena la riconoscono  la gioia è immediata, partono gli abbracci e l'emozione di riguardarsi negli occhi.
Parlano di figli, matrimoni, situazioni sentimentali...
E poi è urgente il desiderio di ricordare tutto quello che li ha accomunati. La magia delle atmosfere che ritornano quando le persone che hanno vissuto un'esperienza unica, bella, piena si ritrovano vicine. Sono passati vent'anni ed è cambiato tutto. Ma quello che respirano in quel momento è la stessa sensazione di allora. Fresca e intatta, perché il tempo non è vero che cancella tutto. Il tempo sa riporre le cose nei cassetti. I cassetti possono essere riaperti in qualunque momento. E quello che c'è dentro rimane  intatto e profuma di lavanda. Passano vent'anni e l'intimità è la stessa di allora. Vent'anni cosi lunghi ma cosi sottili.
E come in quelle serate la mamma di A perde la percezione del tempo e con essa il fatto che la stanno aspettando al tavolo da cui si è alzata. Gli aneddoti sono tanti. Finisce uno ne comincia un  altro e giù tutti a ridere.
"Mamma di A la tua risata è inconfondibile, non sei cambiata per niente!"
 
Invece è cambiata eccome, anche se, quel modo di sentire no. Quello è sempre uguale.  Quello non vuole perderlo mai. Quel modo che le fa sentire che gli attimi semplici e quotidiani sono speciali. Sono quelli che fanno poi la storia di ciascuno. Sono quelli che ti fanno sorridere di gusto mentre cammini verso qualcuno che non ti aspettavi di incontrare.
 
 
 

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