Cerca nel blog

mercoledì 3 ottobre 2012

La mamma di A e la banca

Il piccolo A è un bambino tranquillo, ma è un bambino. Andare al supermercato con lui è come entrare in una sala giochi. Tutto nuovo, colorato, grande, spazioso. Neppure io vorrei stare dentro un passeggino, legata, con la regola solo guardare. Ma l'altra mattina la mamma di A aveva molta fretta e non poteva trasformare la spesa in gioco. Niente  corse tra le corsie, niente "si ok compriamo anche questo mettilo nel carrello, che bravo il mio bimbo che mi aiuta", per poi rimettere tutto nello scaffale appena si gira, perchè del pacco offerta di caffè la mamma di A non se ne fa nulla.
Il piccolo A un po' protesta un po' si arrende, viene catturato dalle persone che lo salutano e gli fanno i complimenti. La sua mamma in dieci minuti ha fatto la spesa e arriva alla cassa. La cassa per la mamma di A è sempre stata generatrice di ansia. Non riesce a mettere la spesa sul rullo, prendere le borsine,  aprirle che sono sottili sottili, stare al ritmo della cassiera che inesorabile passa gli articoli e li accumula e poi dice " ventidue euro e sessanta". In più il piccolo A che ha esaurito i minuti di pazienza e con le braccia alzate dice "braccio, braccio" (Mamma prendimi in braccio e andiamo via). Per risolvere la situazione il prima possibile la mamma di A prende la carta di credito, infila tutto nella borsa e...niente la carta di credito non funziona. Secondo tentativo...fallito. La mamma di A si ricorda immediatamente che nel portafoglio ha proprio solo venti euro e un'infinità di monetine. Uff, qui si mette male.Sotto lo sguardo della cassiera e quello dei signori in coda un po' spazientiti, la mamma di A dà tutto ciò che deve dare a colpi di uno e due centesimi. E il piccolo A inesorabile vuole uscire dal passeggino. Alla fine la mamma di A è esausta, agitata e incavolata nera con la banca. Perchè no, non è una spendacciona che ha già speso tutto ( come, forse, pensa la cassiera del supermercato) Qui  c' è lo zampino della banca. Il giorno dopo, per non ritrovarsi in un'altra situazione del genere la mamma di A va direttamente al bancomat. Niente. Prende in braccio il piccolo A e decisa entra in filiale. La banca più che una banca sembra una grande agenzia di viaggi. Bella, grande, bianca accogliente. Ti fanno sentire accolto e poi ti lasciano al supermercato senza una lira. Il piccolo A apprezza l'ambiente e comincia ad esplorare con la sua macchinina tutto il pavimento. Allo sportello c'è sempre lui, alto, magro, serissimo, rigido, con gli occhiali spostati sul naso. Per guardare la mamma di A deve leggermente abbassare la testa. Questa postura, unita ad una bocca sempre un po' corrucciata, come a dire che questo lavoro lo ha estenuato, gli dà un'aria triste e buffa al tempo stesso.  Neppure il sorriso del piccolo A riesce a smuoverlo. "Buongiorno, volevo sapere perchè non ci sono ancora i miei soldi sul conto corrente, sono stata qui giovedì scorso", dice la mamma di A con in braccio il piccolo A che vuole prendere la penna sulla scrivania dell'impiegato impettito. Una donna continua a fare la vita di prima, ma deve fare tutto ciò che faceva prima accudendo contemporaneamente il suo bambino.  Una veloce consultazione al computer e poi la risposta.."Ah! si certo, ci vogliono cinque giorni lavorativi prima che il contante sia disponibile". La mamma di A legge un leggero sguardo di disappunto sulla faccia del bancario che intuisce l'ignoranza economia della sua cliente. "Ma nel frattempo dove sono andati i miei soldi?". Lo sguardo si fa un misto di stupore e incredulità. " Intendo dire, da martedì a oggi i miei soldi dove sono, cos'hanno fatto, dove si trovano?". Sarà che la mamma di A ritiene la finanza una materia aliena e incomprensibile, sarà che solitamente si appoggia al papà di A che è l'esperto del settore ma questa domanda le sembrava chiara e semplice, forse un po' ingenua, ma logica ed elementare. Però non ha avuto una risposta chiara ed elementare a parte qualcosa che riguardava degli accordi interbancari e non ci si poteva fare nulla. Si ma intanto che si fanno gli accordi, dove sono i miei soldi? Urge informarsi perchè  sull'ignoranza delle persone qualcuno ci specula e poi mi guarda anche con un sorrisetto antipatico. Lui, l'impiegato triste, non c'entra nulla, ma bisogna dare pure un volto alla banca. 
Morale: 
- per una mamma può diventare impresa sempre più complessa fare la spesa, andare in banca, in posta ecc. Se con lei c' è il suo curioso, vivace, bambino esploratore. 
- una mamma, o almeno la mamma di A, immersa in un mondo faticoso  ma ricco di emozioni, sguardi, pensieri, azioni, limpidi chiari e innocenti fatica sempre più a sostenere un mondo complesso, contorto, calcolatore e opportunista. 

4 commenti:

  1. i segreti del bonifico bancario, i misteri delle banche che chi sa come mai prendono soldi da noi e poi fanno rimettere i conti a posto al governo.
    menomale che il tuo piccolo è vivace e chissà quanti sorrisi ti regala, nonostante le banche!

    RispondiElimina
  2. adesso ti racconto la mia di oggi: esco con la vesperina per comperare il regalo alla mia cara migliore amica che in realtà ha compiuto gli anni ad agosto, ma il mio tempo tra il lavoro (poco) la piccola (tanto) e casa è quello che è. quindo mi reco in uno di quei negozi con articoli di bellezza in franchaising praticamente uguali ovunque (alla mia amica l'anno prossimo andrà meglio). Pago con il bancomat, anzi no, perchè la commessa con costruitissima nonchalance mi fa notare che la transazioneè negata. Grazie al cielo la mia pz di ieri aveva pagato. Quindi cash, ma vado dritta in banca. Lì scopro che : il mio bancomat smagnetizzato per la quarta volta in due anni è ancora da rifare. ma solo dietro mia insistenza. ma soprattutto che l'entrata carrozzine e disabili non ha nè campanello nè citofono. quindi, alla mia richiesta di spiegazione mi sentro dire (tieniti forte) DOVREBBE LASCIARE FUORI IL PASSEGGINO, ENTRARE A FARSI APRIRE E POI ENTRARE. ora... sarà deformazione professionale... ma io mi chiedo, e i disabili?
    sono fortemente indecisa se chiamare asl o il giornale locale o altro.
    già sapevo che questo non è un paese per donne, ma ora so che soprattutto non è un paese per madri!!!!!

    RispondiElimina
  3. Cara Lara...le madri sono considerate un peso...paese stupido e miope!

    RispondiElimina