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domenica 13 maggio 2012

Happy ending...

E ti ritrovi che, se nella tua vita pre- concepimento desideravi la pancia piatta e andavi in crisi prima di ogni estate, ora non desideri altro che la pancia cresca, si veda, si senta. Sfoggi con esuberanza il bichini camminando orgogliosa sul bagnasciuga. Ti senti speciale e non vedi l'ora di sentire i suoi movimenti. A questo punto della storia, A (questo il nome del fagiolino), mi aveva gia' costretta a rivedere l' immagine di me come mamma. Non so bene per quale motivo, ma io mi sentivo la mamma di una bambina che sarebbe diventata un'adolescente, una donna, forse una moglie e poi  una mamma. Il mio mondo al femminile invece, già ' dalle primissime ecografie di monitoraggio, si dipingeva di blu' dal momento che la mia ginecologa azzardava, con finta titubanza, di vedere un bel pisellino.
Uno schock durato una frazione di secondo. Mi innamoravo sempre più del mio fagiolino maschio che, se resisteva a tante fatalità, significava essere una nuova generazione di maschio, un maschio emotivamente intelligente, emotivamente forte. Portatrice di questa missione ho capito come a volte ci fissiamo su certe cose sole per abitudine. Evviva! Sono la mamma di A,  ma il nome finisce con la o. Altre certezze sono crollate...da quasi una decina di anni formatrice in un centro di formazione, oltre alla libera professione, mi sentivo amata dai miei ragazzi, apprezzata dai miei colleghi, stimata dai miei superiori. Si, ma se rimani incinta, un mese prima del termine del contratto, e non lo tieni nascosto, perché vivi nel "meraviglioso mondo di Alice" e credi che le donne, che sono i tuoi superiori, ti capiscano piu di ogni altro essere umano al mondo...ecco se è cosi..."Sappi che a settembre, cara, non possiamo  confermarti. L'anno prossimo vedremo...riguardati intanto."
Miserie umane...ma tutto torna...si chiude una porta e si apre un portone..almeno cosi mi sembra.
 Se non posso lavorare faccio allora la donna incinta full time.
 Mi faccio coccolare, mi godo la mia famiglia, mi iscrivo al corso in piscina, divento monotona e parlo solo di gravidanza, bimbi, ginecologi, preparativi ecc.
Ma il piccolo A aveva in serbo per me ancora qualche sorpresa...

 28 settimane...Mentre chiacchiero allegramente con le mamme del corso pre parto, ecco che un caldo liquido mi scende tumultuoso tra le gambe.
Il tempo si ferma, c'è del sangue ai miei piedi e sono tutta bagnata.
 L'agitazione intorno a me è di ovatta, seguo le mie compagne che mi fanno sdraiare, mi tranquillizzano, chiamano la crocebianca. Io penso solo al mio piccolo A, gli chiedo di stare bene, di non mollare, di non lasciarmi. Parlo con lui nella mia testa, siamo solo io e lui, il resto è sullo sfondo. "Il sacco è rotto signora, facciamo un' iniezione per preparare i polmoni del suo bambino a respirare...lui sta bene, il battito c'è, la trasferiamo in un ospedale in cui c'è la patologia neonatale" Sono divisa in due, il mio corpo ha paura, lo capisco perche' le gambe tremano e non riesco a tenerle ferme. La mia anima è serena, quella sensazione di base che mi fa sentire che andrà' tutto bene.
Il dispiacere nel vedere la preoccupazione nei volti delle persone che mi vogliono bene e sapere di non poter comunicare la pace che sente il mio cuore.

Comincia una delle settimane piu straordinarie della mia vita. A non nasce. Sono in stanza con altre cinque donne, siamo mamme disperate, provate, terrorizzate. Ognuna ha la sua storia di non dolce attesa. Ma siamo unite, ci aiutiamo, ci raccontiamo, riusciamo anche a ridere con le lacrime agli occhi. Riusciamo a sdrammatizzare, a sperare insieme.
Quanta umanità' può' nascere dove c'è il dolore.
Sono sensazioni primordiali che fanno sentire la vita terribilmente forte e piena.
 La solidarietà' delle donne. Gli occhi delle donne. La forza che ci danno i nostri bambini.
Ognuna di loro è nel mio cuore.
Ora siamo tutte mamme felici, è stata dura, per qualcuna durissima.
 Per noi il lieto fine c'è stato, per altre no... A  non è nato a 28 settimane, il furbacchiotto se ne è rimasto al calduccio fino alla trentacinquesima.
 Poi un giorno di inverno, uno di quelli con tanta neve come piacciono a me, ha deciso che era proprio il momento. E il sacco questa volta si e' rotto davvero, non per finta. E siccome non volevamo
farci mancare niente in questa gravidanza sulle montagne russe, abbiamo dovuto chiamare un taxi.
Il papà ,qualche giorno prima, si era rotto il braccio facendo (per la prima volta!) snow board.
È il piccolo A, un bimbo testardamente podalico e' venuto al mondo con un bel taglio cesareo! Amen!


Un uccellino di 2 kg! Non perché fosse il mio, ma vi giuro, un uccellino bellissimo! Talmente bello che non riuscivo nemmeno a guardarlo in fotografia tanta era l'emozione...
Si perché lui, è stato qualche ora al calduccio nella culla termica, prima di avere il grande incontro con la sua mamma. E qui concludo il momento del nostro primo sguardo, del nostro primo abbraccio, del nostro primo pomeriggio insieme nel letto, per stare semplicemente insiem. Ad annusarlo, guardarlo, toccarlo, coccolarlo...quanto amore puo' nascere? Come si puo' descrivere questo momento, questa appartenenza, vicinanza...Grazie piccolo A,  grazie per sempre, grazie che non hai mollato, grazie che sei arrivato, grazie di essere il mio bambino!

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