Cerca nel blog

mercoledì 17 luglio 2013

Genitori specchiamoci, guardiamoci, conosciamoci!


Le succede spesso che, chi scopre o chi sa che di professione é una psicologa- psicoterapeuta, le si avvicini con aria curiosa e desiderosa di chiederle dei consigli.  Consiglio =  "Io non so cosa fare, dimmi tu come risolvere questa o quella situazione". La cultura mediatica incoraggia questa visione distorta della psicologia, considerata a metá tra saggezza, stregoneria, scienza che sa tutto. E loro, gli psicologi, depositari di tutta questa miscela di conoscenza occulta. Infatti la mamma di A, durante il primo colloquio conoscitivo con le persone che si rivolgono al suo studio, sonda aspettative e desideri riguardanti la loro futura relazione con lei. Mettere da parte stereotipi e credenze fantastiche sulla figura dello psicologo rimettendo al centro le vere, grandi, possibilitá di una relazione terapeutica   o di counseling.
Perché siamo programmati sul come fare, cosa fare. Azione, tecnica, applicazione della teoria di questo o quello studioso. In particolare i genitori si chiedono: "Cosa devo fare con mio figlio? Come devo comportarmi? É giusto fare cosi? ecc". Cercare la soluzione, la chiave che apra la serratura.
Infatti in tv spopolano le tate, che ad essere sincera la mamma di A non ha mai seguito per tante ragioni.
Ma la questione cosi non é messa veramente a fuoco, la questione é schivata, si vorrebbe la luna, ma ci si ferma al dito che la sta indicando. Troppo semplicistico volere sapere "cosa c' é scritto in un libro chiedendo a un esterno di leggerci il titolo". Cosa mai potrai sapere di quella storia?
Prima di chiederci come si fa, noi genitori dovremmo chiederci "Ma noi chi siamo?" "Qual é la nostra visione del mondo? delle persone? delle relazioni?" "Che emozioni viviamo, proviamo quotidianamente? perché? le conosciamo? le gestiamo?" Come siamo con gli altri? Come comunichiamo? Che relazioni sappiamo instaurare?" "I nostri talenti, punti di forza, cosa amiamo di noi?" "Le nostre incertezze, i punti di debolezza, quali?" "Cosa vogliamo, desideriamo, a cosa aspiriamo?" "Siamo in pace con il nostro corpo, le nostre aspirazioni, i nostri genitori, i nostri fantasmi?"  "Come reagiamo al mondo? cosa ci spaventa? cosa ci entusiasma? " "Come viviamo l'amore? il contatto con gli altri? la tenerezza?" " Come ci difendiamo? Cosa non sopportiamo? cosa ci manca? cosa abbiamo in abbondanza?"    
I nostri figlici guardano oltre le regole che giustamente gli diamo. I nostri figli ci scrutano oltre la buona educazione che vogliamo insegnargli. I nostri figli conoscono e sentono il mondo tramite noi, i nostri occhi, i significati che attribuiamo agli eventi, alla realtá.  I nostro figli ascoltano quello che facciamo, non quello che diciamo. Non vuole essere un invito al senso di colpa, ma a una presa di consapevolezza. Cosi come quando mi guardo allo specchio e vedo e valorizzo ciò che di me mi piace. E cerco di cambiare e migliorare o far pace con ciò che di me non mi piace.
Gli specchi fanno paura, più leggero chieder un consiglio. Eppure possiamo fare cosi tanto!

Nessun commento:

Posta un commento