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sabato 11 maggio 2013

I compagni del liceo

Da dove partire? Partiamo dalla fine.
La mamma di A corre verso la macchina...sta piovendo fortissimo, è senza ombrello e dopo mesi ha messo i tacchi. Non  é piú abituata. Si sistema, mette in moto e contemporaneamente parte la radio...Laura Pausini. Non é proprio un caso, erano le sue canzoni che la mamma di A cantava a squarciagola con le sue compagne di classe. La giusta colonna sonora per la coda di una bellissima serata. Mentre torna a casa si gode le sensazioni che le sono rimaste addosso e l' immagine dei volti dei suoi compagni e le cose che si sono detti e raccontati...

Si sono ritrovati davanti al cancello del loro liceo. La mamma di A si é rivista li davanti, adolescente incerta e sognatrice, con i jeans, la felpa, le scarpe da ginnastica, la leggerezza di chi vive giorno per giorno, l'inquietudine di chi ancora non sa chi é e dove sta andando. La mamma di A pensa rivolta a quella giovanissima donna...."se solo sapessi come andrá nei i prossimi vent'anni ti faresti una bella risata e tireresti un sospiro di sollievo. Ma non ti godresti nulla sapendo giá tutto, siamo fatti per i viaggi e per le nuove avventure. Peró una cosa te la dico. Sei bella!". É fatta così la mamma di A, si fa i film mentali, ma poi torna con i piedi per terra e incontra i suoi ex compagni reali, quelli che sono li davanti a lei, davanti al cancello del loro liceo.  Com' è che siamo ancora tutti uguali? Sará un difetto di percezione? Eppure é così, vent'anni sono vent'anni, ma sono anche un battito di ali di farfalla. La mamma di A é felicemente emozionata. Abbracci, baci, occhi che si ritrovano, voci familiari che si riascoltano, risate inconfondibili, modi di fare conosciuti. Hanno condiviso cinque anni della loro vita. Tutte le mattine, gli stessi rituali, gli stessi volti, gli stessi vestiti che ruotavano con le stagioni. Gli anni dell'adolescenza, di interrogazioni, di compiti in classe, di gite spavalde, sbadigli alla mattina, paure, dubbi, sogni, amori, scherzi. Gli anni nei quali la loro identitá aveva anche un pezzo di scuola dentro, perché quando si presentavano a qualcuno, o quando pensavano a se stessi dicevano anche "faccio il Copernico sono in 3 H..." Sono passati vent'anni ma ognuno potrebbe dire qualcosa degli altri, che rimangono persone conosciute, familiari. È così quando si condivido esperienze intense, quelle persone stanno insieme comunque per sempre, nella memoria in un luogo che non si sá...
Adesso chi sono diventati? Sono uomini e donne, sono mariti, sono mogli, sono padri, sono madri. Mostrano orgogliosi le fotografie dei loro figli, tra un racconto e l'altro, tra un aneddoto e l'altro. E poi ora hanno anche un ruolo nella societá, sono loro adesso gli adulti, sono loro dall'altra parte della cattedra. A qualcuno il suo sentiero lo si leggeva  in faccia giá vent'anni fa. Qualcuno invece é una scoperta, un sentiero inaspettato.
Ma sai che c' é? C' é che a un certo punto della serata avevano le lacrime agli occhi dal ridere. Quelle risate che alla fine ti lasciano esausto talmente sono forti, ma con una sensazione di benessere addosso. La mamma di A ne sta ancora godendo, anche in questo momento, mentre sta scrivendo.

Da ricordare
Prendersi  spazi da non solo mamma , molto piú spesso. 
Andare a farsi un giro tra le fotografie degli anni della scuola recuperando lontani sorrisi e risate.
Perché spesso é solo alla fine di un viaggio che si comprendono pienamente le sfumature e i significati piú veri del viaggio stesso.
Alla prossima! Vi voglio bene!
La mamma di A

2 commenti:

  1. Noi siamo il nostro passato e ricordarlo e' un po' riviverlo.
    Ho un amico che dice sempre. :" il vero viaggio inizia, quando e' finito!"

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  2. A me piace anche "la meta é il cammino"

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