Glo, la cuginetta del piccolo A, porta con se un secchiello e un innaffiatoio. Sono i giochi del mare ma oggi ha deciso di farci qualcosa anche in piscina. Il piccolo A sta già sguazzando, indeciso tra la pelle d'oca del clima di fine agosto e il desiderio di godersi l'acqua senza che la mamma dica "chiudi il rubinetto che ti bagni tutto e fa freddo", tiritera che dura tutti l'inverno quando il piccolo A si avvicina al tanto sognato bidè.
Glo, generosamente passa il secchiello al cugino, un gioco per ciascuno. Ma il piccolo A, piccolo maschietto prepotente vuole anche l'innaffiatoio. Con agile manina se lo prende e con la faccia da furbetto, incurante del furto ai danni della cuginetta, comincia a giocare con l'acqua.
"Ridammi l'innaffiatoio"
"No" risponde senza nemmeno girarsi con una calma disarmante.
"A, dammi l'innafiatoio, non è tuo!"
"No", detto anche a bassa voce, della serie non mi sbatto più di tanto per rispondere a questa inutile richiesta.
"Uffa, un gioco per ciascuno!"
"No"
"Dammelo dammelo dammelo!!!!!!!!"
"No"
"E allora basta non sei più mio cugino"
"No" e continua a giocare serafico..
"Ho detto che non sei più mio cugino"
"No"
Duro come la roccia.
La mamma di A li guarda e pensa che i nostri figli non sono sempre come li vorremmo, spuntano i lati del loro carattere che non ci piacciono, che vanno educati con pazienza e costanza, una costanza che dovrá durare anni. Ma alcuni tratti dovremo anche accettarli, dovremo accettare che qualcosa in loro non ci piaccia. Non rimangono per sempre piccoli bambini dolci e sorridenti.
La mamma di A pensa che Glo abbia ragione, il piccolo A si sta comportando in modo antipatico, anche se quei no sottovoce, detti senza rabbia, ma con molta placida sicurezza la fanno sorridere.
La mamma di A pensa che sarebbe bello poter usare la strategia di Glo con le persone difficili. Tutti nella propria vita hanno a che fare con qualcuno che mina la serenità, il sorriso, e a volte il self control. Non sei più mio cugino, non sei più il mio vicino di casa, non sei più il mio capo, non sei più mio zio, non se più mia suocera, non sei più mio amico, non sei più il mio banchiere...Fosse così facile e così semplice. Si rischierebbe di rimanere soli, però. Invece la piccola Glo, appurato che cancellare il legame di sangue non sortiva il risultato desiderato, ha cambiato strategia, si è avvicinata piano al cuginetto e lesta si è ripresa ciò che le spettava. Perchè le relazioni difficili ti costringono a metterti in gioco, a trovare soluzioni creative, a far maturare lati del tuo carattere che non pensavi di avere. Le relazioni difficili ti rimandano le tue fragilità, le tue incertezze, i ruoli che non vuoi giocare. Le relazioni difficili ti mettendo all'angolo e ti specchiano parti di te che non sai di avere o che non vorresti avere. La mamma di A è convinta che possano essere momenti per conoscersi meglio e diventare migliori. Poi certo, in alcuni casi, vale la prima soluzione di Glo," Non sei più...." e la vita migliora, decisamente.
Leggendoti mi rendo conto di quanto le cose siano relative, le relazioni per noi sono state da sempre estremamente difficili e mio figlio e' riuscito a portarmi nella peggiore parte di me. Non mi vergogno a dire che, seguendo il tuo ragionamento, avrei potuto dire tante volte "Non sei più mio figlio" ... per fortuna nella maggior parte dei casi si tratta per i bambini di testare i propri confini e un po' di sano egoismo (che gli altri penseranno a contenere!) e' necessario.
RispondiEliminaIl tuo piccolo A. mi pare molto assennato e anche molto simpatico ;)
Ciao Marzia, ci hanno fatto credere che essere mamme sia coccole, tenerezza, rosa, azzurro. Nessuno prepara alle emozioni difficili che i figli ti impongono.
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