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domenica 23 dicembre 2012

E per fortuna che a Natale si è tutti più buoni.

Serata pre natalizia. Cena tra amici. Alcuni più vicini di altri.  La mamma e il papà di A hanno lasciato A dalla nonna G. Sono rilassati, sereni e leggeri. Si parla del più e del meno. Si mangiano cose buone. C' è un grande albero di Natale, la luce è calda.

"Mamma di A di cosa ti stai occupando ora oltre al tuo studio?"
" Ho appena accettato un incarico per la programmazione di percorsi di studio alternativi per quei ragazzi che hanno una certificazione  di disabilità cognitiva." La mamma di A ha voglia di parlare di questo suo nuovo impegno, vorrebbe raccontare di come è stata accolta dai ragazzi, di come, già dai primi colloqui, ha notato differenze nell'impegno e soprattutto nella motivazione. Di come alcuni ragazzi, abituati all'insuccesso, credono di non saper fare niente e che scoprono, con il sorriso negli occhi, che basta una strada diversa per raggiungere gli stessi obiettivi dei compagni di classe. Vorrebbe condividere le emozioni provate stando con loro, ascoltando le loro storie. La sfida di ridare fiducia e di scoprire  talenti, sotterrati sotto quintali di pregiudizi, sotto una scuola italiana che ha poche risorse per valorizzare il singolo, sotto tutte le volte che si sono sentiti meno degli altri.

Ma no, la mamma di A non fa in tempo.  Lapidaria, giunge la sentenza che asserisce, senza il minimo dubbio, che dare sostegno a queste persone significa creare uno stato assistenzialista, che non crea meritocrazia, che chi ha capacità deve andare avanti e gli altri non devono più andare a scuola "come diceva il mio prof del ginnasio che chi non ce la fa si arrangia".
La mamma di A sente un pugno nello stomaco. Risponde, diplomaticamente calma..." Guarda, non faccio questo lavoro in un liceo....forse non conosci la realtà di cui ti sto parlando. Se questi ragazzi non imparano un lavoro, una professione,  che ne sarà di loro? Si tratta solo di dargli gli  strumenti giusti, non si fa assistenzialismo"

Ma niente....si continuano a blaterare cose come prima, in modo anche infervorato. La mamma di A ha davanti due vie.
La prima...ascoltare il suo pugno nello stomaco che le dice di rivolgere quel pugno sul tavolo,con forza dicendo quanto siano disumane, insensibili, antidemocratiche, stupide e miopi le frasi che sta ascoltando.. Aggiungendo, sempre con il pugno sul tavolo, quanto sia facile parlare cosi, quando si è nati con il fondoschiena nel burro, con tutte le possibilità di studiare fare e brigare senza alcun pensiero. Che se avessero un fratello, un  figlio o un amico con disabilità non parlerebbero nello stesso modo. Che Sparta è tramontata, fortunatamente! Che anche se sono laureati non capiscono un tubo e che quindi sono loro la dimostrazione vivente che non c' è meritocrazia se una laurea in Italia significa essere cosi ignoranti...insomma , la mammma di A, per un secondo, stava cadendo nel baratro della " rissa". 

La mamma di A ha imboccato la seconda via. Qualcosa  l' ha tenuta  per la maglietta e le ha fatto mordere la lingua. Non ha accettato la guerra, ha preferito lasciar stare. Ora si sta chiedendo se non abbia rinunciato a qualcosa di importante, se non sarebbe stato meglio provare a spiegare ancora, provare a far vedere un altro punto di vista. Ci saranno altre occasioni per riprendere l'argomento. Le è però rimasto l'amaro in bocca e un po' di rabbia nello stomaco. E per fortuna che a Natale si è tutti un po' più buoni. Per fortuna.

4 commenti:

  1. Mi dispiace tanto per quel pugno, so come ci si sente a cercare di difendere la "diversità". Purtroppo troppe persone dimenticano che gli altri siamo sempre noi e non si può sapere quando sarà il nostro turno di chiedere aiuto, e allora sì che le persone generose come te fanno la differenza.
    Ti auguro un sereno Natale con chi ami, e un bacino al piccolo A.

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    Risposte
    1. Grazie cara Marzia un Santo e Buon Natale a te e al tuo tesoro!

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  2. Continuare a mettere in pratica quanto hai detto, quanto scrivi, vale di più della rissa mancata.
    Non è facile stare dalla parte dei "deboli" di quelli che hanno bisogno davvero.
    E' facile lamentarsi di quanto ci circonda, ma proviamo a crescere meglio le ns. piantine, che razza siamo.
    Buon Natale con il cuore!MM

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