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lunedì 10 febbraio 2014

Se la colpa é degli altri

Volevano andare a sciare, ma probabilmente sarebbero rimasti sepolti sotto una bufera di neve visto la stranezza dell'inverno in corso. Una giornata tutta per loro, senza impegni e con il piccolo A all'asilo. Cosa fare un venerdí cosi uggioso?  "Andiamo a visitare S. Giulia  mamma di A, che ne dici?" "Splendida idea papà  di A!" . Quando un uomo, anche dopo otto anni, riesce a sorprenderti. Ma prima l'amatissima colazione cappuccio e brioche al bar, per la mamma di A un vero antidepressivo naturale.  Insomma un perfetto venerdi.
Al tavolino accanto al loro una coppia di mezza etá e un ragazzo sui venticinque anni. Nel bar vociare e rumore di stoviglie. Ma la voce del ragazzo entra nelle orecchie della mamma di A, si impossessa della sua attenzione, rapisce la quieta silenziosa con la quale stava godendosi la colazione.
Sembra una  pentola a pressione, ha la tonalità di una zuppa di fagioli in ebollizione,l'inesorabilità   del ronzio di una zanzara in una notte d'estate.  La mamma di A non puó far a meno di ascoltare il monologo di questo ventenne che con le spalle curve, gli occhi all'ingiú, le guance tristi.
È un monologo lamentoso, brontolante su quanto sia ingiusto questo e quel professore, su quanto l'organizzazione  dell'università sia indecente, sull'impossibilità di potersi laureare in corso...e brobo e brobo e brobo e brobo e brobo....Non finisce piú.

La mamma di A allora si alza, si avvicina al giovane e gli mette una mano su una spalla...
" Penso anche io che non ce la farai mai, che la situazione é troppo difficile e troppo intrisa di persone negative che remano contro di te. Fai bene a lamentarti, a mettere  le mani avanti per il tuo insuccesso. Sei in una situazione troppo sfortunata e ingiusta. Mi dispiace molto per te, poverino, vittima del sistema. Non puoi fare nulla nel pantano dove sei finito, sotto la pioggia incessante che si è accanita sopra di te. Meglio rinunciare. Hai ragione, lascia perdere..."
Poi si gira e torna dalla sua brioche.

Quanto le sarebbe piaciuto farlo veramente!Forse cosi si sarebbe reso conto di quanto si stesse imbruttendo con le sue stesse mani, con le sue stesse parole. Sottolineare l'autocommiserazione di quel giovane che  preferisce pensare che il mondo ce l'abbia con lui invece di guardarsi allo specchio, scoprire i suoi talenti, rimboccarsi le maniche e andare verso la sua vita.
Più facile stare al bar a lamentarsi, piú semplice, piú comodo.

CORAGGIO, FORZA, CAMMINO, ENERGIA, DESIDERIO, SPERANZA, LUCE, TRAGUARDO, BELLEZZA, VOLO....forse gli mancano alcune parole...













4 commenti:

  1. Ahahaha....mentre leggevo ero con la bocca a "O" ....però hai fatto bene a non farlo perché magari era solo una giornata iniziata mele e sarebbe stato troppo infierire oltre.

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    1. non lo avrei mai fatto....mi immaginavo com la serie televisiva Elly Mcbel in cui i suoi veri pensieri vengono messi in scena...

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  2. Io, tantissimi anni fa, ho abbandonato l'Università dopo 6 anni di frequenza e 25 esami superati su 31, la media del 29 e rotti, migliaia di pagine ingurgitate, migliaia di ore di studio...ancora oggi non so perché mi costasse tutta quella fatica anche il solo pensiero di arrivare in fondo . Però credo che certe parole, per qualcuno o in certi momenti della vita, siano quasi impossibili da trovare. I miei auguri più sinceri al ragazzo del bar, perché domani mattina, svegliandosi, si ritrovi a possederne ALMENO UNA! Come zio Fred in un bel racconto di Boll, quando all'improvviso risorge dal divano e ricomincia a vivere. E poi magari era solo una brutta giornata, come dice mammapiky

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    1. e spero che quei due signori davanti a lui non gli abbiano detto "poverino"ma gli abbiano raccontato quelle parole...

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