Tornando a noi, per chi non conoscesse la storia, in Toy Story i giocattoli sono vivi, quando sono lontani dagli occhi degli umani. Hanno vita propria, sentono le emozioni, sono animati da sentimenti. Nella camera di Andy i giocattoli fanno gruppo e hanno come leader Woody, un pupazzo cowboy che è anche il preferito di Andy. Poi la storia prende una piega diversa da quando arriva un giocattolo nuovo, Buzz lightyear, un astronauta di nuova generazione con pulsanti e luci e che naturalmente minaccia la priorità di Woody.
Buzz lightyear però crede di essere vero, pensa di essere un vero astronauta....finchè per caso si imbatte in una pubblicità alla tv dove lo stanno reclamizzando.....
"Mamma perché è triste Buzz?"
"Perché le sue illusioni sono crollate. Ha scoperto di essere un giocattolo, ci è rimasto male"
"Ah!... ma perché fa quella faccia?"
"Perché non se lo aspettava, era cosi sicuro di essere vero che anche quando la realtà gli diceva il contrario lui non voleva vederla e la interpretava a suo modo. Come quando pensava di volare e non si accorgeva neppure che erano solo coincidenze il fatto di non cadere subito a terra. Spesso i grandi si raccontano bugie e si autoconvincono che siano vere. Pensano che cosi sia più facile."
"............."
" Hai ragione piccolo A la mamma sta parlando in modo un po' troppo complicato. Però guarda, all'inizio Buzz è sconsolato perché scopre di non essere un vero astronauta, ma poi finalmente può essere felice, giocare con gli altri giocattoli, godersi la vita perché sa chi è. Finalmente si riconosce. Non fa più finta di essere qualcuno che non è"
Il piccolo A rimane con lo sguardo un po' sospeso, non è proprio semplice da capire, non è proprio semplice da spiegare. Ma mentre la mamma ci prova si rende conto di quale grande tema stia trattando il film. Se ne rende conto solo grazie alla domanda fatta dal piccolo A.
E una grandissima fetta di lavoro e responsabilità spetta a noi genitori piccolo A. Con le nostre aspettative, con i nostri desideri irrisolti proiettati e riciclati su di voi. Vi scambiamo per medaglie da portare sulla giacca, medaglie di cui vantarci e rischiamo di appiccicarvi una personalità che non è la vostra. Rischiamo di farvi diventare quello che in realtà non siete. Rischiamo di allontanarsi dalla vostra unicità. Richiamo di farvi vivere in modo non autentico, lontani da voi stessi. E con la paura sotterranea di non essere più amati e di perdere il nostro affetto se non siete quello che noi vogliamo. Che mostruoso ricatto.
Allora piccolo A aiutami a scendere alla tua altezza, a guardarti negli occhi per scoprire chi sei.
Che i mei occhi siano per te uno specchio fedele nel quale guardarti con stupore.
Cosi che se vivrai da A, la tua vita, a prescindere da quel che potrà accadere, sarà una vita piena. E vera.
Ad amarti cosi come sei, anche quando non è quello che mi sono immaginata.
ri-posto. il 1 commento è sparito.
RispondiEliminaho visto toystory che ancora non ero mamma: ero andata al cinema col fidanzato ( entrambi appassionati di film creati al computer )
l'ho visto e rivisto mille volte in compagnia di R mio figlio e naturalmente Buzz e woody sono entrati in famiglia come giocattoli veri. La delusione i R è arrivata quando ha visto che buzz lanciato in aria non ha iniziato a volare e cadendo si è rotto un'ala. nel tempo woody e buzz hanno accompagnato R in tantissime avventure e come nel seguito del film , è arrivato il tempo in cui anche R come Andy è cresciuto e come Andy cerca per i suoi amati giochi nuovi compagni di avventure.....e in quel momento la delusione è della mamma che si accorge che R non è più un bimbo, ma è anche orgogliosa perchè R ha seguito l'esempio di Andy. Le storie insegnano.....che emozione questo tuo racconto.
Grazie!!! Per aver condiviso la tua storia
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