Hanno amato Peppa subito, in tempi ancora non sospetti, trovandola per caso tra i video di youtube. Non sapevano ancora che sarebbe scoppiata una moda forsennata e che Peppa se la sarebbero ritrovata ovunque. Ovunque veramente, non tanto per dire. La mamma di A aveva scritto anche un post in merito (A noi piace Peppa Pig) Peppa spaccava in due l'opinione pubblica. In qualsiasi conversazione tra adulti, genitori di bambini in età prescolare, l'argomento Peppa era d'obbligo. Chi l'amava, chi l'odiava. Loro l'amavamo, e se non fosse stato per la ripetitività degli episodi la mamma di A avrebbe continuato a sedersi vicino ad A per guardarla insieme a lui. Poi A, a settembre dello scorso anno, cominciò la scuola dell'infanzia e tutto cambiò.
"Mammaaaaa mi cambi canale per favore!?"
" Perché A?"
" Non mi piace più Peppa!! È da femmine!"
Ecco, mentre il papà di A gongolava per la risposta del figlio e sorrideva compiaciuto all'idea che sarebbero presto arrivati i super eroi nella loro vita, la mamma di A provava a replicare alla motivazione di A, arrabbiata dentro di sè per quanto precocemente possano dilagare preconcetti e stereotipi.
È passato quasi un anno, Peppa non l'hanno più guardata. Il piccolo A, coerentemente alla sua idea di maschio, chiede sempre che si cambi canale.
Ieri mattina.
La mamma di A è in doccia. Lo sapete vero come fa la doccia una mamma in casa sola con il suo cucciolo? La situazione è migliorata certo, A è grandino, e poi sta facendo colazione e poi c'è la tv accesa. Questo dovrebbe garantire che il suo raggio d'azione sia limitato. La mamma fa comunque più veloce che può, le orecchie tirate, una leggera ansia di sottofondo.
Poi l'urlo "Nooooooooo!"
Lei esce senza neppure pensare, si precipita in salotto...
Ma li c'é A che sereno fa colazione.
"Piccolo A perché hai strillato così forte?"
"Niente mamma". Non si gira neppure a risponderle. Mangia i biscotti e guarda Peppa. Serafico. "Peppa?" Pensa pensierosa la mamma di A mentre torna in bagno e il cuore torna al suo posto.
Quando è pronta, A sta ancora sereno guardando Peppa. Ora la mamma è più calma, riprende il discorso:
"A perché hai urlato prima?"
"Perché c'era Peppa ed è un cartone da femmine!"
"Ma allora perché lo stai guardando?"
"Perché mi piace è divertente"
"Allora piccolo A, promettimi che sceglierai solo le cose che ti piacciono, e non c'entra niente se sono da maschio o da femmine"
Fa si con la testa, ma la mamma di A sa che sono parole troppo impegnative per lui. La sfida è nelle sue mani: aiutare sempre suo figlio a scegliere in base ai suoi gusti, le sue inclinazioni, curiosità, talenti. Non secondo ciò che qualcuno ha già deciso. Non per far contenti gli altri, non per appartenere a un gruppo, non per seguire la moda a tutti i costi, non per comodità.
La mamma di A lo ha visto nella sua vita, lo sente nelle storie che ascolta mentre lavora. Le scelte fatte per calcolo, logica, paura...prima o poi tornano indietro e portano il conto, un conto salato da pagare. Le scelte fatte ascoltandosi profondamente, le scelte che ci riempiono pienamente, le scelte che parlano di noi, dei nostri gusti, dei nostri modi, dei nostri sentimenti sono quelle che ci fanno vivere autenticamente. Senza maschere. Sono strade che possono spaventare perché può capitare che siano lontane da quelle che gli altri avevano previsto per noi.
Gli altri che pensano che Peppa non sia da maschio, forse prenderanno in giro A. O forse no.
La cosa più bella è A che sorride guardando Peppa, se Peppa per lui è divertente.
Come sempre, rimbocchiamoci le maniche, e proviamo a essere bravi genitori!
Non sai quanto mi inca...o quando mio marito dice a Leo "ma questi son giochi da femmina!" E lui si interrompe ma lo vedi che lo fa per compiacerlo!
RispondiEliminaChe fatica questi stereotipi !
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