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lunedì 5 maggio 2014

Quattro punti, per vivere la tua storia

Punto uno:
Scendi dal palcoscenico, siediti in platea e guarda la tua storia. Sii lo spettatore degli intrecci dei quali  fai parte, osserva le dinamiche relazionali nelle quali vivi. Prova a vedere le responsabilità che hai nel far accadere le situazioni in cui sei.   Guarda che ruolo hai, che ruolo ti danno. Se vivi con il  tuo costume di scena perché te lo senti addosso o se stai vivendo con l'abito sbagliato, che ti ha messo qualcun altro. Ti piace la storia che vedi? Il regista sei tu? Se non sei tu allora chi è? Cosa provi guardandoti? Che emozioni? Ti vuoi bene? Ti piaci? Sorridi? O provi rabbia, o pena. O tenerezza, o malinconia? Che titolo dai alla tua storia?

Punto due:
Torna sul palcoscenico, riprendi il tuo posto, riparti con le tue battute. Facendo tesoro di quello che hai imparato di te, guardandoti da là, dal fondo del teatro, nella penombra. Non sarà semplice. Spiazzerai gli altri attori con parole e gesti che non si aspettano. Dovranno quindi cambiare la loro parte, e non vorranno, e cercheranno di metterti in bocca le battute tue solite per lasciare tutto com'era. Vorranno rimetterti l'abito di cui ti sei spogliato. Il cambiamento fa paura. Il cambiamento è faticoso.  Oppure abbandoneranno la scena, farneticando  che non ti riconoscono più. Solo chi vedrà nei tuoi occhi una luce nuova, chi riconoscerà la tua vitalità ritrovata, chi gioirà  della tua gioia, godrà di questa nuova storia insieme a te.

Punto tre:
Ascolta le tue emozioni. Di qualunque genere, colore, intensità siano. Dagli forma, chiamale per nome. Ascolta cosa ti dicono. Conoscile. Prendile per mano. Fatti guidare, sanno cosa ami, cosa fa per te. Cosa é invece lontano da te. Poi Educale, portale dove vuoi tu. Che siano la tua energia e non il tuo freno.

Punto quattro:
Guardati allo specchio. Scopri chi sei, cosa vuoi. Riconosci il tuo volto. Con lo stesso stupore ed entusiasmo di quando ritrovi lo sguardo di un amico caro che non vedevi da tempo.
Sorridi, amati e poi ridi. Ridi più che puoi di tutte le tue inutili paure, ansie, limitazioni. Ridi della stupidità con cui per anni ti sei truccato da altro per piacere a tutti lasciando spegnere i tuoi occhi.  Ridi di gioia perché quello che vedi sei tu, e solo tu puoi vivere la tua vita. Solo tu. Se vorrai... Se vuoi.

8 commenti:

  1. Molto bello e profondo questo post, con la metafora vita/palcoscenico...e sia un insegnamento che cercherò di trasmettere ai miei figli perché la felicità parte da qui, per ognuno...vivere la vita che vogliamo e che sentiamo che ci appartiene.

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    1. Il teatro è parte della storia della mia famiglia..😊

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  2. ecco, adesso lo stampo e lo distribuisco fuori da scuola questo post. Sono un po' stufa di quelle donne lamentose che si crogiolano in una specie di insoddisfazione perenne. e ci sono passata anch'io, eh,perché può capitare. può capitare ma non deve durare! "Che siano la tua energia e non il tuo freno" è una frase bellissima.
    grazie!

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    1. Ci sono donne che stanno combattendo battaglie incredibili con il sorriso sulle labbra...dovremme imparare da loro

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  3. Bellissimo! Posso copiarlo, passarlo a qualcuno, provare ad applicarlo??

    Però, solo un appunto vorrei fare: il moralismo che c'è nei vostri commenti mi ferisce un po' quando ti leggo. Tu dirai:"Non leggermi!" Va be', ma ti leggo volentieri, mi piaci, mi sono utili le cose che scrivi...e quindi oggi sono tornata a leggerti. Mentre bevo il tè. E G è di là che gioca.
    Io penso che non siamo tutti uguali gli uni agli altri, né sempre uguali a come eravamo prima. Non siamo sempre e tutti forti, sempre e tutti combattivi, sempre e tutti buoni e belli. Questo vi dà tanto fastidio? Perché?
    Scusa se mi sono permessa.ma l'ho già fatto altre volte.
    Comunque davvero, mi piace moltissimo questo post.
    Ciao e grazie.

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  4. Ciao Anonimo ...come "non leggermi"....Leggimi si! Mi fa piacere che i miei post non si perdano nell'universo del web. Non ho ben capito a quali moralismi ti riferisci... comunque il motivo per cui è nato il mio blog è stato che nonostante mi sentissi fortunata ad essere mamma, la vita si è trasformata. E avevo bisogno di mettere ordine. E scrivere mi "riordina" Un abbraccio

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  5. l'immagine del palcoscenico e delle parti che assumiamo nella vita mi aiuta molto a ridimensionare alcuni aspetti dell'esistenza. Mi piace come scrivi, diventa tutto comprensibile. condivido nel web.

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