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lunedì 2 novembre 2015

Violetta

Violetta, potrebbe essere la protagonista di un romanzo.
Entra in casa con passi veloci.
La mamma di A non se l'aspettava.
Pensava fosse già partita.
Sì perché Violetta é una donna Moldava che per tre mesi ha vissuto con la zia Ri ed ora é arrivato il tempo per lei di tornare a casa.
Violetta entra in casa spalancando la porta ed entra con lei una ventata di allegria,
nonostante il suo sguardo serio, la sua delicata formalità, la stanza un po' buia dalla sera autunnale.
La mamma di A non sa darle un'età. Ha quei tratti che a un primo sguardo sembrano renderle tutte uguali, queste donne dell'est. I capelli corti biondo scuro, la gonna fino a sotto il ginocchio, un maglione marrone un po' fuori moda.
La zia Ri ha passato gli ottanta, non cammina quasi più, ha la tempra delle donne di una volta e l'ironia che l'aiuta a sopportare il tempo che passa e la malinconia.
"Mamma di A mi sembra che sei diventata più alta"
"Ma zia cosa dici!" ride la mamma di A.
Sorride la zia Ri "Eppure mi sembri più alta..."
Violetta si toglie il cappotto, si siede sul divano e apre la borsa.
Ha voglia di parlare, estrae dal portafoglio delle banconote. Sono la moneta del suo paese, ventidue di quelle fanno un euro. Ma la vita è cara anche là. Domani mattina prende l'aereo, ha molta voglia di tornare a casa. Accende il suo portatile, mostra le foto di suo figlio, della sua nipotina dodicenne e  dell'ultimo nato che ha quasi due anni. Suo figlio assomiglia al marito, dalle foto si vede benissimo. Domani finalmente andrà dal parrucchiere che la sua amica glielo ha già prenotato.
Gli occhi sono pieni di trepidazione, qualche volta si velano di lacrime di commozione.
La sua emozione è nell'aria ed è bellissima.
La mamma di A se la immagina nel momento in cui le porte in aeroporto si apriranno e i suoi occhi incroceranno quelli dei suoi cari. E quando rientrerà nella sua casa, e respirerà i suoi profumi, e vivrà in mezzo a ciò che è suo.

Ciascuno di noi è una storia, ma quante volte ce ne dimentichiamo.
Soprattutto quando guardiamo questo esercito di donne che affolla le panchine dei nostri parchi nei momenti liberi della loro giornata.
E le guardiamo senza affetto, senza comprensione.
Dimenticando cosa significhi vivere lontani.

Violetta è stato bello incontrarti oggi e sentirti vicina come donna.
Siamo così diversi eppure così uguali.
Abbiamo tutti bisogno di casa e dell'amore di chi amiamo.


Buon viaggio Violetta.
A presto.

La mamma di A


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