"Sconcertata". La mamma di A si siede in macchina, infila la chiave ma rimane un attimo a guaradare nel vuoto. E le sgorga questa parola. "Sconcertata"
Riavvolgiamo il nastro.
Dopo una mattinata con il piccolo A che...è un bambino affettuoso, abbraccia la sua mamma, si mette guancia contro guancia e le sorride. Le salta addosso sul divano e vuole sentirla vicina mentre guardano Peppa pig. Chiude gli armadi se la mamma li lascia aperti, le da il suo adorato ciucio con slancio...oggi addirittura le passava i piatti che la mamma stava mettendo al posto svuotando la lavastoviglie. Le dice quasi sempre grazie, appoggia il biberon sul tavolo quando ha finito il latte, prende la spugna e pulisce il bagno insieme a lei. Rimette il phon nel cassetto dopo che ci ha giocato...ride e sorride e quando si arrabbia basta un bacio e un grattino per farlo tornare gioioso. Vuole parlare, vuole correre, vuole vedere, vuole guardare, vuole scoprire, vuole saltare, cantare ... Siamo all'inizio, la mamma di A sa che poi arriveranno anche i momenti più difficili, quelli dei no decisi, dei capricci ecc. Però un bambino ti ricorda quanto è bella l'umanità e quante cose, in poco tempo, può imparare in termini di parole, emozioni, atteggiamenti, pensieri e relazioni.
Nel pomeriggio la mamma di A lascia il suo piccolo alla nonna e va a lavorare. Prosegue il suo impegno nella formazione ma oggi è presso l'ente per cui ha lavorato tanti anni e che non ci ha pensato due volte a darle il ben servito quando era in dolce attesa. Ci sono comunque tante persone a cui è affezionata e che rivede sempre volentieri. Poi entra in aula, il silenzio è tombale...ma via si parte. O meglio, si doveva partire. La mamma di A non riesce a coinvolgere, lancia stimoli che vengono ingoiati dal silenzio, fa domande che vengono solo accennate. Non tutti i gruppi sono uguali. Questo è bello tosto, resistente e con motivazione uguale a meno dieci. Che fatica. La mamma di A si interroga, forse anche lei è diversa dal solito, forse essere qui non è quello che vorrebbe...mah! in realtà non le sembra. Lei parla di comunicazione, di messaggi, di relazioni, di circoli viziosi e di circoli virtuosi, dell'impossibilità di non comunicare....E dai e dai qualcosa le torna indietro..Arriviamo alle conclusioni. " Secondo me alla fine se uno non ti capisce, niente di meglio di due papine sul muso"...oppure " Anche io se sul lavoro avessi una posizione di potere farei fare agli altri quello che voglio, che senso ha avere potere se non ne approfitti per te stesso?" oppure " Tanto non si può dire di no a niente, a meno che il capo non sia un tuo amico allora puoi fargli dei favori in cambio di favori"
No, ma dico! MA COSA STATE DICENDO? E il resto dell'aula? Silente, accondiscendente o indifferente! La mamma di A cerca ancora di stimolare un confronto, una discussione. Niente, queste belle riflessioni,lapidarie, concludono il pomeriggio formativo. Lo so che bisogna seminare, ma questi non sono proprio giovani di primo pelo. Sono già adulti. Duri, disillusi e sostenitori della violenze e della sopraffazione. Vi sembro esagerata? Se avessi potuto fare una fotografia di quel momento secondo me sarebbe uscita tutta grigia. E la mamma di A rossa di incedulità, con la testa pesante e la pancia confusa.
Poi torna a casa, e mentre sale le scale sente la voce entusiasta di A che la chiama. "MAMMA" fa eco per tutto il condominio. Bentornata gioia, freschezza ed entusiasmo. Si abbracciano. "Vieni Mamma" e con la manina fa cenno di seguirlo. La fa sedere sul divano, le fa capire che deve togliersi la giacca e poi gliela prende e la ripone sulla poltrona. Piccolo A che accoglienza e come sei gentile e premuroso. Si siede vicino a lei ed è pronto per giocare.
Ma c'è un momento preciso nel quale un essere umano smette di essere un uomo o una donna aperto al nuovo, creativo gioioso empatico ? Quando un bambino si trasforma in un cubo ottuso e miope? Come possibile uno scempio cosi in un'opera d"arte meravigliosa come un cucciolo di essere umano?
Piccolo A spero, con tutto il cuore, e mi impegnerò con tutta me stessa affinchè tu possa continuare ad essere dentro di te, anche quando sarai grande, questo meraviglioso piccolo A.
... e poi ci sarà un momento, in cui anche i nostri germogli diventeranno piantine... qualcuno fiorirà, splendidamente, altri invece appassiranno e diventeranno "grandi", adulti, uomini... I sogni, la semplicità nell'affrontare i problemi, la fiducia incrollabile che ripongono in noi, la loro voglia di starci vicini attaccati, sopra... tutto questo ci mancherà. Un esempio? Matilde, 8 anni, quest'anno ha qualche piccolo dubbio sull'esistenza di Babbo Natale. Ma vedo che ci resta attaccata con le unghie e con i denti, a questa idea. E' troppo bello, ed io ancora per quest'anno, spero ardentemente che nessuno la convinca del contrario!
RispondiEliminaBaci
Elli
Qui da noi c' è la tradizione di Santa Lucia, la notte del 12 dicembre....scoprire che non esiste in effetti è stato uno dei momenti più brutti della mia infanzia...perchè l'infanzia stava finendo! Poi arriva il nuovo, ma all'inizio non lo sai e cambiamenti sembra sempre che si portino via qualcosa...e basta. E invece portano anche cose nuove e diverse....w Babbo Natale, ancora per quest'anno
EliminaImpatto zero...come direbbe Crozza
RispondiEliminaApparentemente....speriamo...a volte. L'essenziale è invisibile agli occhi
EliminaIo sono una cinica sociale di 36 anni che crede che i giochi abbiano un'anima e che i boschi dove ama passeggiate siano abitati da elfi e folletti. E che nel suo piccolo spera che i suoi figli, crescendo, continuino silenziosamente a credere nelle favole.
RispondiEliminaChe Bello!!!!
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