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giovedì 28 maggio 2015

La paura e il coraggio

Com'è che viene questa paura?


Com'è che si ha timore di mettere le mani nella pasta?

Com'è che non si impiastricciano più le mani di tempera, di pennarelli, di colori? 

Com'è che si evita di sporcarsi i jeans di verde dopo essersi rotolati nell'erba? 

Com'è che si evitano quei lividi sulle gambe dopo i giochi irruenti, d'estate, per strada?

 Com'è le unghie non sono più sporche di terra? 

Com'è che non si corre più fino ad essere esausti?

Com'è che ci viene paura delle discese forsennate con la bicicletta?

Com'è che non siamo più attratti dall'avventura di entrare nel bosco?

Com'è che passa la voglia di fare lo scivolo al contrario?

Com'è che non ci spettiniamo più saltando, sfiorando il cielo con l'altalena, sudando correndo dietro a una palla?

Com'è che preferiamo stare in casa piuttosto che vociare in cortile?

Com'è che non ridiamo più fino alle lacrime perché tesi come corde di violino?

Com'è che viviamo con il freno a mano tirato se una volta amavamo la velocità?

Com'è che le cose nuove ci immobilizzano quando un tempo erano l'unica cosa che ci muovevano?

Com'è che abbiamo paura di scegliere e viviamo nel dubbio se una volta sfidavamo trepidanti il buio delle cantine giocando a  nascondino?

Com'è che arriviamo a un punto in cui la vita ci atterrisce, ci ferma , ci annoia, ci preoccupa, ci sbiadisce? 

Noi che abbiamo inizio dal tumulto passionale di due corpi che si uniscono.
Noi che spontaneamente cerchiamo la luce dal buio dell'utero.
Noi che cantiamo con il pianto il nostro inno alla vita.
Noi che nasciamo con la fame d'azione.
Noi che spontaneamente desideriamo alzarci in piedi e cominciare a camminare.

Noi che abbiamo origine dal Mistero ma ci comportiamo come se fossimo immersi nella scontata banalità.


Ma il coraggio di vivere dove é finito?
Coraggio significa con il cuore....


mercoledì 27 maggio 2015

Sulla soglia dell'adolescenza

"Mamma di A! È nata Ga!"

Erano le sette del mattino il 4 luglio del 2004. La mamma di A era via per un weekend romantico in montagna e la telefonata improvvisa dello zio Ma l'aveva fatta sobbalzare nel letto.
Alle otto era già in macchina, sulla via del ritorno.
Emozionata per l'arrivo della prima cucciola di famiglia, emozionata al pensiero che sua sorella fosse diventata mamma. Che tenerezza. Il tempo che avanza, le generazioni che arrivano, i giovani che diventano adulti. Gli adulti che diventano nonni.
Niente sarebbe stato più come prima. Tutto sarebbe diventato più bello di prima. Tanto amore in più. Una famiglia che si arricchisce di nuova linfa. Nuovi rami, nuove foglie, nuovi fiori e nuovi frutti.

Sembra ieri.
E invece non lo è.

Lei è bella. Ha gli occhi blù del cielo quando sta per arrivare la notte nelle sere d'estate. I capelli lunghi che le cadono sulle spalle facendo intravedere la ragazza che sta per diventare. La carnagione olivastra. Lo sguardo curioso, simpatico, attento.
Lei è una bambina ma ancora per poco...

Ieri sera sono uscite  insieme, Ga e la mamma di A. Sono andate ad una sfilata di moda. Si sono preparate nel bagno della nonna e tra i gesti che accompagnano due "ragazze" che si fanno carine ci sono state chiacchiere, domande, confronti.

Sulla soglia della sua preadolescenza  Ga vuole capire cosa sta per accadere. Ha sete di storie, di esperienze di racconti. La mamma di A sorride ricordando. Ga sorride ascoltando. E poi vuole dire la sua, la sua opinione, il suo sentire, i suoi pensieri.

Come un bocciolo che sta per sbocciare, una crisalide che sta per diventare farfalla.

E noi qui a guardarti piccolo Ga sapendo che stiamo entrando nel tempo dell'ascolto. Soprattutto se non ci parlerai, soprattutto se un po' ci allontanerai, soprattutto se a volte ci "odierai".

Grazie Sorella! Che dono mi hai fatto facendomi diventare zia.

E stiamo a vedere, trepidanti, che succede...



venerdì 22 maggio 2015

La Danza ai piedi della cattedrale

In sette camminavano per le vie deserte di Strasburgo. Passeggiavano godendosi la notte, l'architettura francese, i vicoli lastricati di pietra, la leggerezza di essere lontani dalla quotidianità e di essere in buona compagnia.

Maestosa la cattedrale millenaria  di Strasburgo davanti a loro.
Leggera una musica li chiamava verso la sua piazza.

Un ragazzo con il cappello e i pantaloni larghi cantava ad occhi chiusi una canzone dal sapore celtico.
Un ragazzo biondo con le mani batteva il tempo su un'asse di legno.
Tutto intorno qualcuno ballava seguendo la voce dolce e antica.

La verità é che i sette trovarono la scena alquanto strana, e guardarono tutto con gli occhi stereotipati di chi  giudica  ciò che non capisce. 
Qualche sorrisetto complice, qualche battuta sarcastica ma la voglia in tutti e sette di rimanere ad ascoltare, guardare.
Il sorrisetto si trasformava  in un'espressione curiosa, si faceva strada la consapevolezza di essere spettatori di qualcosa di più profondo di quel che  pensavano.
L'espressione curiosa si trasformava in piacere.
Il piacere si trasformava in desiderio di far parte e di entrare in scena.
E l'invito arrivò presto. Quello strano gruppo di persone, vestite con abiti fuori dal 
tempo, che sotto la cattedrale ballava, ballava, ballava porse loro la mano.
Propose loro una tarantella in omaggio alla loro italianità.
La voce cominciò a cantare.
I sette si unirono titubanti, un po' imbarazzati, poi divertiti, poi coinvolti, poi sciolti e infine liberi e spontanei.
Ballavano in cerchio una danza antica, ai piedi della cattedrale sentendo che la diversità dei vestiti ricopriva la stessa identica gioia, la stessa identica leggerezza.

E quando i sette si fermarono a prendere fiato e si congedarono dai nuovi volti amici sapevano di essere stati protagonisti di qualcosa che aveva lasciano un profondo segno dentro di loro. Quella danza l'avrebbero avuta dentro per sempre.
Ai piedi della cattedrale.



mercoledì 20 maggio 2015

Non - Solo - MAMMA



La mamma di A é una mamma innamorata del suo essere mamma.
La mamma di A è una donna innamorata del suo essere donna.
La mamma di A  si prende cura di questi due amori sentendo che sono linfa vitale l'uno per l'altra, pur  sembrando, a volte,  in conflitto tra loro. Ci sono giornate in cui la coperta sembra troppo corta per accogliere tutte e due insieme. Ci sono momenti in cui si uniscono in solo cuore.

E con un po' di conflitto e agitazione la mamma di A si è preparata al suo primo, vero, lungo distacco dal piccolo A.

La mamma di A è partita per Strasburgo per visitare la città e il parlamento Europeo con un delegazione della Lombardia. E da questo meraviglioso viaggio é tornata scoprendo che:

- Il piccolo A non è proprio più  così piccolo ma è un bambino "indipendente" che le ha detto prima di partire "Mamma mi mancherai e ricordati di portarmi un regalo". L'ha abbracciata e poi serenamente si è addormentato.

- Il papà di A se l'è cavata egregiamente. Anzi, i due uomini di casa se la sono spassata alla grande mettendo in luce ancora di più il loro bellissimo rapporto. Quindi mamme facciamo più spesso un passo indietro. Per noi, per i nostri bambini, per i loro papà. E non cominciamo con le gelosie da prima elementare che noi ormai siamo i grandi. E siamo noi per loro e non il contrario.

- Strasburgo è una città incantevole, svegliarsi la mattina con il solo scopo di conoscere e vedere cose nuove le mancava da morire: Arte, cultura, profumi e sapori nuovi, nuove amicizie. La quotidianità è bella e preziosa ma è indispensabile cambiare punto di vista qualche volta per rinfrescarsi la mente.

- I viaggi in pulman portano con sè inevitabilmente dei momenti di regressione adolescenziale anche se in viaggio ci sono uomini e donne impegnati a più livelli nel mondo politico. Ovvero, il bambino che è dentro di noi è dietro l'angolo basta chiamarlo e lui arriva e poi si sta un gran bene. Sapere essere leggeri è un affare serissimo.

- Guardare fuori dal finestrino mentre si attraversa la Germania, la Francia e la Svizzera è come assistere ad uno spettacolo bellissimo con la scena in continuo cambiamento. La magia di perdersi nelle immagini. Guardare e basta. Riempirsi gli occhi.

- L'Europa non è una cosa lontana ma un progetto, certo difficile, ma affascinante. L'Europa è la possibilità di capirsi pur parlando lingue differenti e la possibilità di costruire qualcosa insieme al di là del nostro piccolo orticello. Speranza per il futuro.

- Può contare su un compagno di viaggio splendido. Certo lo sapeva già, non è  la prima volta che "girovaga" per il mondo con il suo amico Pe. Ma a distanza di anni la condivisione di esperienze, pensieri e idee si arricchisce sempre più. Invecchiare con i vecchi amici fa restare giovani.

E infine, la mamma di A, svegliando il suo cucciolo questa mattina e ritrovandosi le sue braccia felici intorno al collo, ha sentito che è bello partire, se si ha un posto dove tornare.

Grazie papà di A per il papà che sei. Posso "sopportare" con il sorriso la frase di A di questa sera "Papà sei la mia famiglia preferita" perché so che A ha ragione a sentirti così prezioso per lui.

E poi così, debellato il mio senso di onnipotenza materno,  é più semplice e spontaneo sentirmi mamma e donna insieme in un unico caldo abbraccio.





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martedì 12 maggio 2015

Il lato B delle mamme

Care Mamme , care donne che da anni litigate con il vostro fondischiena, insoddisfatte delle sue misure abbondanti, alla ricerca di metodi più o meno magici per ridurlo di qualche centimetro.
Oggi la Mamma di A ha trovato definitivamente la pace.
 Oggi la mamma di A ha capito profondamente il senso di essere portatrice di tale morbidezza e generosità.  Ed è riuscita a "guardare" con amorevole sorriso il suo lato B, a volergli bene.

Perché questo accadeva questa mattina nella loro casa...

Il piccolo A ride.
"Mamma! Cammina ancora..."
"Piccolo A é tardi, fai colazione che dobbiamo volare all'asilo"

"Si mamma, però vieni qui....cammina ancora!"

La mamma sta andando da una stanza all'altra per prepararsi, sistemare un po' la casa, il letto ecc. Solita frenesia per aver tergiversato qualche minuto in più nel tepore del letto.

"Piccolo A perché ridi? Perché devo camminare?"
"Mamma perché il tuo sedere balla! É tutto morbidoso... Come quello della nonna."

"Come quello della nonna?"
La mamma finge di essersi offesa e ride con il piccolo A.

"No mamma, stavo scherciando. Quello della nonna fa "patapunfete", il tuo é solo morbidoso."

E ride, con la testa all'indietro, gli occhi all'insù, le guance piene.


Saranno i quarant'anni in arrivo che le stanno donando una sicurezza che prima non conosceva.
Sarà la maternità che ha rivoluzionato la sua scala delle priorità.
Ma é stato soprattutto il sorriso del piccolo A, che ha guardato con gli occhi puri dell'amore la sua mamma, a far sì che oggi la mamma di A si sia mangiata cappuccio e brioches con una soddisfazione nuova.

Bisogna prendersi cura della morbidezza.
Il sorriso dei nostri bambini é importantissimo. 
Facciamoli sorridere.



sabato 9 maggio 2015

Un regalo per la festa della mamma

Il piccolo A le ha fatto un regalo bellissimo.
Il piccolo A si é fatto un regalo bellissimo.

La mamma di A doveva andarlo a prendere dal suo migliore amico Le, dopo un pomeriggio di giochi.
Ma questa volta il piccolo A aveva in serbo una bella sorpresa: non la solita richiesta di prolungare di minuti infiniti i giochi con Le. Una richiesta nuova:

 "Mamma posso stare qui a dormire?"

La mamma si sente in sospeso. Cosa rispondere?
La mamma di Le, anche lei inizialmente sorpresa, la rassicura...
Ma la mamma di A non sa se fidarsi di A, della sua capacità di stare da solo, di notte, in una casa nuova.
Partono allora centomila domande:
"Sei sicuro A?"
"Guarda che la mamma poi non c'é per farti addormentare"
"Guarda che sei in camera da solo..."

Quelle domande "intelligenti" che nascono dal sottofondo di ansia. Che a ripensarci adesso il piccolo A avrebbe avuto  tutto il diritto di dirle "Allora? Hai finito di parlarmi di paure che non ho? Sono le tue, non le mie."

E invece l'entusiasmo, la sicurezza e il desiderio di esplorare del Piccolo A resistono agli attacchi sciocchi della mamma. La quale capitola.

Sono felice piccolo A che sai ascoltarti e capire ciò per cui sei pronto.
Sono felice piccolo A che vuoi lasciare la mia mano per andare a vedere cosa c'é al di lá del nostro nido.
Sono felice di essermi fidata di te.

Sono felice della tua faccia felice e soddisfatta questa mattina quando sono arrivata.

NB: mamma e papà di Le grazie! Per aver accolto così bene il nostro ometto.
        Grazie Le per la tua amicizia complice con A.





martedì 5 maggio 2015

L'Amore

La mamma di A li ha sempre chiamati zii anche se in realtà erano i cugini della nonna G.
Una bella casetta curata, ordinata,  accogliente.
Una vita semplice, semplicissima fatta di lavoro, quotidianità, gesti casalinghi.
Le fotografie in bianco e nero raccontavano di due bellissimi ragazzi. Lui alto, moro, con gli occhi buoni. Lei una piccola figura armoniosa dagli occhi azzurri e i capelli corvini.
Persone semplici, accoglienti, cordiali.
Lui con la battuta pronta e tante storie da raccontare: storie di campagna, di paesi della Franciacorta, di famiglie di una volta.
Lei a fianco a lui, sorridente, gentile, premurosa.
Sono stati insieme sessant'anni. Fino a ieri quando lei, dopo una lunghissima malattia, ha chiuso gli occhi e se ne é andata.
Sessant'anni, una vita.
Eppure lui, con gli occhi pieni di lacrime, la voce e le mani tremanti per l'età,  oggi diceva "Non poteva aspettare ancora due o tre giorni?"

La mamma di A oggi pensava di incontrare la morte e invece ha trovato l'Amore.