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giovedì 26 dicembre 2013

Consapevolezze Natalizie

Atmosfera di festa. Mengoni che canta in sottofondo. Albero e presepe accessi. Famiglia di A in fermento preparativi.
La mamma é davanti allo specchio, si sta truccando. Sono tutti pronti tranne lei. Non perché sia lenta, ma perché la mamma spesso é quella che mangia per utlima, che fa la doccia per ultima, si veste per ultima. Questione di storia universale.
Il piccolo A sta facendo avanti e indietro per il corridoio con il suo bruco a pedali, é evidentemente felice ed emozionato.
Poi all'improvviso si ferma davanti alla porta del bagno.

"Mamma perchè ti fai bella?"
"Usciamo a cena A, è Natale, mi faccio carina."
"Sei bella!"
"Grazie amore! Tu sei bello!"

Con aria di sufficienza alza i piedi per darsi una spinta e risponde "LO SO!"

Consapevolezze!

martedì 24 dicembre 2013

Una ricetta per Natale

Per ora un appuntamento occasionale. Se sei una donna e sei una mamma non é semplice avere appuntamenti fissi...per limiti culturali (una brava mamma sta SEMPRE con la sua famiglia), mentali (senso di colpa, senso del dovere), personali (delirio di onnipotenza, senza di me non ce la fanno), familiari ( il marito non sprizza di entusiasmo nel vederti uscire e tu ricadi nel senso di colpa). Le due donne che si sono date appuntamento sono abbastanza agguerrite nel delimitare il confine grazie al quale si ricordano di essere nonsolomamme e di avere diritto a prendersi cura di sé. Anche con un cinema, un film italiano magari, senza effetti speciali ma tanto sentimento. La mamma di A associa cinema a dolcetti e ha sempre un sacchettino di molliciosi in mano. Non durano mai tutto il film, troppo golosa e poi ne prende solo una manciatina. Entrano nella sala, si tolgono i cappotti, sprofondano nelle poltrone, pronte per viaggiare nella storia. Sono due romantiche sognatrici, sono sedute vicine ma appena comincia il film vengono assorbite dalla trama e solo fisicamente rimangono nel cinema. Si ricordano l'una dell'altra perché ad entrambe scappa un sorriso, o una risata, o una lacrima, o un fazzoletto per asciugarsi occhi e naso. Anche cosi si puó conoscere meglio una persona, la senti vibrare per le stesse tue cose e cogli le vostre affinitá. Quando le luci si accendono condividono i loro pensieri e si incamminano verso casa, contente di aver scelto un momento solo per loro. 
Basta poco per prendersi cura di sé: scegli le persone con cui ti senti bene e spontanea, scegli qualcosa che ti piace fare. Mescola con dolcezza. Ecco qui un pezzettino di vita caldo e felice.
Questo ti augura la mamma di A per questo Natale, cara donna che leggi queste righe. 
Una semplice ricetta di serenità. 
BUON NATALE

venerdì 20 dicembre 2013

Filastrocca dei capricci

La mattina per dispetto,
non vuol scender giú dal letto.

La colazione va a fortuna,
o con le fasi della luna.

Se il vestito non gli va,
una tragedia inscenerà.

Corre, scalcia, i pugni batte.
se non trova le ciabatte.

E se la mamma deve uscire,
la farà un po' impazzire.

Quando dice "Questo no!"
é piú duro del comò.

"Il mio bimbo adorato,
si é del tutto trasformato."

"Il sorriso non lo ha piú,
sembra un mostro o Barbablú."

Cosi la mamma sconsolata,
si sente triste e giudicata.
Una lacrima vien giú,
mista a rabbia e umore blù.

"Ma io sono il tuo bambino,
anche quando birichino."

Le emozioni che io ho
han bisogno dei tuoi No
Per sentirmi piú sicuro,
piú felice nel futuro.

mercoledì 18 dicembre 2013

Il lupo travestito da agnello: una favola per raccontare il vittimismo

Un lupo. Perché lui o lei aveva il pelo del lupo, i denti del lupo, la fame del lupo, l'aggresivitá del lupo. Per essere lupi non bisogna per forza essere cattivi. Per essere lupi basta guardare solo a se stessi, prentendere che gli altri soddisfino sempre i tuoi bisogni e orientino le loro azioni come vuoi tu. Un lupo non sa mettersi nel panni degli altri, un lupo si sente al centro del mondo, un lupo non conosce il piacere dell'incontro, trova piú piacere nel manipolare. Questo lupo, quando agisce alla luce del sole può far male, ma la sua preda ha ben presente che razza ti tipaccio si trova di fronte. È libera di scegliere come affrontarlo secondo le sue capacità.
Ma il lupastro, che si sa é un furbacchione, spesso si traveste da agnellino, lamentandosi della cattiveria con la quale tanti predatori si accaniscano su di lui. Piagnucolando la sua sfortuna ad essere un animaletto cosi fragile e indifeso. Cercando compassione per la sua posizione sfavorita nell'ordine del mondo. Così chi si avvicina a lui sarà incastrato nella trappola, si sentirà in dovere di ascoltare le sue disgrazie, consolare le sue sfortune, alleviare le sue pene. La preda in scacco, tiranneggiata dall'agnello che ricordiamoci è un lupo.
La furbizia del lupastro sta anche nel fatto che, se un giorno qualcuno vicino a lui si rende finalmente conto del suo travestimento e capisce le sue profonde intenzioni lupesche, agli occhi di tutti lui é pur sempre un agnellino indifeso. E davanti agli occhi di tutti sará la preda ad essere considerata come un lupo freddo, insensibile e cattivo. Infatti alcune  prede dopo un po' di tempo realizzano quanto male ricevano da questo finto agnellino indifeso e cominciando a farsi qualche domanda scoprono la zip e le cuciture del costume da agnellino con il quale il lupo si é travestito. Difficilissimo farglielo togliere, é diventato quasi una seconda pelle. In certi casi il lupo é davvero convinto di essere un agnellino e non esistono specchi o chissá quali strumenti per fargli vedere la sua vera immagine.
Cara preda, qui si gioca la tua libertà. Quello che pensano gli altri puó essere un grosso macinio, ti guarderanno storto per la tua ingratitudine, parleranno male di te e ti accuseranno. Non spendere troppe energie per dimostrare al mondo che hai ragione, che l'agnello é in realtá un lupo. Ricordati delle ferite della tua nima, i graffi sul tuo cuore, le sensazioni scure che il lupo ti ha lasciato. Non hai bisogno di convincere nessuno se non te stesso che é tempo di togliersi il costume da preda ed é tempo di volgere il tuo sguardo e il tuo cammino verso luoghi e persone con cui stare BENE.

(PS: per il lupo non vedo grandi speranze di cambiamento, é vittima di stesso, la vita le risposte poi le dà. Tu invece, com' è che ti sei ritrovata nel ruolo di preda? lavoraci su, rimboccati le maniche. Sbagliando si impara.)
 Inbocca al lupo! (scherzo)

lunedì 16 dicembre 2013

Buon Compleanno piccolo A (tre candeline)

"All'inizio eri piccolo piccolo nella pancia della mamma. Come un puntino. Piano piano sei cresciuto e la mia pancia é diventata piú grande insieme a te, cosi potevi muoverti meglio e stare piú comodo. Un pomeriggio la mamma e il papá erano a riposare sul divano, con l'albero di Natale acceso e con il presepe. Nevicava tantissimo e il pino davanti a casa nostra era tutto bianco. A un certo punto hai deciso che era arrivato il momento di nascere. La mamma e il papà erano emozionati. Si sono preparati e sono andati in ospedale. Il dottore é stato bravissimo e ti ha fatto venire al mondo facendoti uscire dalla mia pancia. Il papi ti ha preso con sé, ti ha fatto un bel bagnetto caldo e poi ti ha avvolto in una morbida coperta gialla. Quando la mamma si é riposata un po' è arrivata l'infermiera, ti teneva in braccio. Mi ha detto " Tieni, questo é il tuo bambino". Allora la mami ha spalancato le braccia, ti ha preso con sé, ti ha guardato. Eri piccolo, piccolo e bellissimo. "Ciao A, io sono la tua mamma". Ed ero cosi felice, e il papà era cosi felice...."

" Anche io ero felice mamma"

Sono al calduccio sotto le coperta. Tra le favole della buona notte c'é anche la favola del 17 dicembre 2010. A ha ascoltato con gli occhioni attenti, sul finale ha sorriso, visibilmente emozionato e poi ha detto quella frase tenera interrompendo il racconto della mamma.


Qualche giorno fa qualcuno di cui la mamma di A si fida molto le ha detto: "Eri completa anche prima di diventare mamma"
Puó  essere, per certi aspetti forse. Peró la mamma di A, dal 17 dicembre di tre anni fa, ha scoperto cos'é l'amore incondizionato. E si sente piú ricca, piú felice, piú intera, piú innamorata della vita.

Buon Compleanno piccolo A, la mamma ti augura la capacità di vedere e di godere delle piccole cose che rendono ogni giorno speciale. Per poter dirmi spesso "Anche io sono felice".

sabato 14 dicembre 2013

I regali per sempre

L'ordine e la precisione non sono proprio i suoi punti di forza. Il pennarello alla fine le lascia sempre qualche baffo colorato sulle mani, il gelato puó succedere che le addolcisca la giacca, la sua libreria é ricca ma se cerchi qualcosa diciamo che ti devi un attimo impegnare.
Ma cosi arrivano anche le sorprese. Mette le mani nella giacca dell'inverno scorso e trova venti euro, che certo sono le sue ma paiono un regalo. In fondo alla borsa un gioco di A che sembrava perso riapre profumi e sensazioni dei primi mesi, quelli che sembrano la tua vita per sempre, e invece il tempo passa e i tuoi spazi ritornano. Cerca gli orari della pediatra, che fortunatamente é un anno e mezzo che non vedono, e anche il foglio degli orari si é nascosto in qualche cassetto. O dentro un' agenda che, anche se é passata, é cosi bella che la mamma di A la tiene tra i  suoi libri.
E lí, nella taschina, due fogli ripiegati con cura che la mamma di A riconosce immediatamente. 
Sono due poesie:

L'amore
Chi ama sarà amato
Chi ama ha un cuore
Chi ama sa di essere amico di tutti
Chi ama sa di essere al centro del mondo
Chi ama aiuta, incoraggia, sgrida
Chi ama è una parola profonda é per questo
che pochi riescono ad amare.

                                      ( Anna Z)

Anna allora aveva solamente quindici anni e viveva nella comunità per minori dove la mamma di A lavorava come educatrice.  Ogni parola di commento a questa poesia è superflua, soprattutto se si pensa all'età e all'adolescenza non semplicissima  della poetessa. Come un dono questi versi sono ritornati tra le mani della mamma di A. Ed ora che é mamma con nuovi e piú forti accenti. La dedico a tutte le mamme, a tutte i genitori, a tutti gli adulti...educatori dei nostri bambini. E grazie Anna Z. Non diementicheró mai.

E poi il secondo regalo...Una poesia dedicata a lei. Ma che meraviglia di regalo. Non invecchia, non si usura, non passa di moda, non si sgualcisce.  Come il vino pregiato piú passano gli anni e piú è buono. Era Natale del 2002...


25 dicembre 2002
Ehi ciao mamma di A, (ndr ai tempi non si chiamava mamma di A, A era ancora un pensiero lontano)
mia unica ex che mi degna ancora del saluto, mia dolcissima amica, energica donna celata da zucchero a velo....é bello stare con te e parlare del mondo, anche a parlare di niente, aspettando in qualsiasi   momento che esploda il sorriso, il tuo sorriso contagioso, indomabile, inarrestabile che ogni volta, o quasi, mi rapisce incantato e che lascia nell'aria profumo di nuvole bianche...

...bisogna essere pazzi a non volerti vicino, testardi e stupidi ad allontanarsi da te frignando cose banali, perché   le persone che ti toccano il cuore sono piú forti di qualsiasi tristezza, sono piú vicine di qualsiasi problema, e allora perdona tutti i pazzi, i testardi e gli stupidi che hanno avuto la fortuna di non averti fatto sparire....perdonali...insomma é Natale...

E chissà  quante ne combinerò, oscillando tra un opposto e l'altro, stupendoti con la mia insensata lucidità  disarmante, però cosciente, anche grazie a te, di essere attaccato a un vetro a mille metri da terrà, con un sorriso beffardo che fa intravedere appena il disagio, ...quanto é difficile essere una sola persona, e tu lo sai, penso...quindi perdoniamoci anche questo...insomma é Natale...

...con tutti i cuori che ho, e mi dispiace di averne cosi pochi, spero che tutta la felicità che ti meriti ti possa avvolgere come acqua fresca, ti possa cullare in dolci sogni di realtà, addirittura sommergere così   che quella che avanza tu la possa regalare, magari anche a me...insomma é Natale...

Buon Natale mamma di A


Rileggere le dona un sorriso che piú sorriso non si può. Ci sono persone che ti tirano giú e persone che ti portano su, insieme a loro. La mamma di A piú invecchia più desidera circondarsi solo delle seconde.  Il "poeta" in questione é uno di quelle, e la mamma di A è felice.  Felice di essere anche un po' disordinata.


mercoledì 11 dicembre 2013

"Un figlio é un dono, non é una proprietà"

É stata invitata da una persona del gruppo. La mamma di A ha accettato l'invito soprattutto per curiosità professionale. Non ha mai letto niente su di loro, non sa dove si ritrovino, non ha idea di cosa succeda in una loro riunione. Saluta A e il papá di A che stanno giocando in salotto prima della nanna. Nonostante il freddo e il buio la mamma di A sale in macchina  con la sensazione che la sta aspettando un'esperienza piena. 

Non conosce nessuno, non é mai stata in questo posto, eppure si sente a suo agio. É una riunione aperta, aperta anche a chi non ha problemi di dipendenza, aperta anche ai parenti, aperta a chi vuole conoscere. Si é seduti intorno a un tavolo, tutti uguali, si leggono le regole del gruppo e poi si è pronti ad ascoltare.

Essere pronti ad ascoltare. Lo si capisce che c' è ascolto perchè chi parla lo fa senza veli, senza pudori, senza vergogna, senza paura di giudizi, critiche consigli, senza censure. A turno le persone si svestono delle loro fragilità, raccontano le loro storie difficili, i successi, le cadute, i rimorsi, i rimpianti, il dolore, lo sfacelo, la rinascita. Le voci sono chiare. Sono voci che proclamano veritá e spontaneità. C' è una profonda umanità. C' è una profonda dignità. La mamma di A si accorge che ha deposto gli strumenti professionali con i quali era entrata e sta partecipando solo con il cuore. Che anche lui fa parte del suo lavoro, ma qui sta palpitando emozionato piú che mai. 

Poi parla la mamma di un ragazzo tossicodipendente. Una mamma! Un pensiero va al piccolo A che ora sta giocando allegro con il suo papá ma che un giorno sarà un ragazzo e poi un uomo. Riuscirá a difenderlo, a renderlo forte, a far si che sappia scegliere il suo bene? Questi i pensieri della mamma di A e poi, come un moto telepatico, la risposta:
"Un figlio é un dono. Non é una proprietà. Dobbiamo misurarci con il fatto che non siamo onnipotenti sulla vita dei nostri figli"
Lo dice con il sorriso e lo sguardo aperto ma si sente che questo pensiero é il frutto di anni di sofferenza..................................

La riunione continua. La mamma di A sente che li c' è un pezzo di mondo bello. Intriso di solidarietá, profondità, accettazione, accoglienza, perdono, speranza. Concludono dandosi la mano e recitando una preghiera. Piú o meno fa cosi :
""Signore dammi la forza di cambiare le cose che posso modificare e la pazienza di accettare quelle che non posso cambiare e la saggezza per distinguere la differenza tra le une e le altre."

 Ci sono tante cose che le sono rimaste dentro dopo questa serata. Alcune sono chiare , altre stanno ancora scavando. Il messaggio che é arrivato é peró brillante "La vita è una cosa meravigliosa"

GRAZIE!

sabato 7 dicembre 2013

Chi ha paura di me?

Tra le svariate reazioni che la mamma di A puó provocare, suscitare nelle persone c'é anche la paura. Non lo avrebbe mai detto che un giorno qualcuno avrebbe avuto paura di lei. Non è autoritaria nè nel carattere né nell'aspetto fisico. Ha un viso socievole, il sorriso in tasca e una statura che fa un'ombra troppo corta per intimidire. 
Eppure é così, c' è qualcuno che ha paura di lei. Dopo la prima istintiva reazione di sorpresa, la mamma di A ha provato un senso di soddisfazione misto a rabbia.
Per chi non lo sapesse la mamma di A é una psicologa psicoterapeuta e per svariati motivi lavora molto con le donne. Le donne sono piú attente al loro mondo interno, più disposte a chiedere aiuto, piú abituate a parlare di sè: per questo motivo sono piú aperte nel superare le resistenze nel rivolgersi a un professionista che le possa ascoltare e aiutare.
E sapete che succede? Che le donne con fatica, lacrime e impegno tolgono la polvere dal loro specchio e ritrovano il loro viso chiaro, luminoso, dai contorni sicuri. Prendono consapevolezza di sé, della ricchezza della quale sono impastate, dei desideri che le scaldano il cuore e che le fanno sentire vive e forti. Sciolgono gli inutili sensi di colpa, i sensi del dovere paralizzanti, i ricatti emotivi che le tengono in scacco. Si tolgono i vestiti intrisi di aspettative altrui, si rimettono i loro abiti, gli abiti della storia nella quale sono protagoniste e non pallide comparse.
Vivere accanto a una donna cosi é bello ma non é semplice. Una donna cosi porge un ruolo al suo compagno, suggerisce una modalitá relazionale ben precisa: amore, rispetto, ascolto, uguaglianza, intimitá, scambio, solidarietá, progetto, sentimenti...
Sembra tutto bellissimo a leggere non é vero? Sembra, perchè invece a volte succede che le righe scritte qui sopra vengano lette come "lavaggio del cervello, manipolazione". É piú semplice denigrare un cambiamento della propria compagna invece che seguirla e provare modi nuovi. Eh no! Perché questi ultimi sono faticosi. La compagna "vecchia" era piú comoda, un po' triste forse, ma sicuramente  piú mansueta e facile. E naturalmente la "COLPA" é della psicologa. Alcuni uomini faticano persino a riconoscere che il cambiamento é frutto dell'impegno e del lavoro, non opera di un esterno.
Quindi la mamma di A fa paura a una certa cerchia di maschilismo piú o meno moderno.
E sa da una parte ne prova una certa soddisfazione, dall'altra prova rabbia nel sentire che occasioni di crescita per una coppia e per una famiglia vengano viste con tutto questo timore.
Tiriamoci su le maniche e continuiamo a lavorare, per il cambiamento, che sia anche culturale!
E se incontrate la mamma di A, tranquilli, no panic, non morde!

martedì 3 dicembre 2013

Il Natale con gli occhi di A

Primo dicembre, il sole é luminoso, il freddo pungente e lascia le strade, i giardini, i marciapiedi bianchi. A è in braccio alla sua mamma, si sono appena svegliati e insieme guardano fuori dalla finestra pregustandosi la prima domenica di dicembre. Natale é nell'aria. Il compleanno di A si avvicina. Ci sono  tutto intorno emozioni che fanno il solletico.
"La casa tutta piena di mattina" ha un sapore caldo e in piú oggi é la giornata in cui albero e presepe torneranno al loro posto, vicino alla finestra uno, vicino al camino l'altro.
A é tutta settimana che chiede "Quando?". Sta per compiere tre anni ed é il suo quarto Natale, visto che nascendo un mese prima della data stimata é arrivato dai suoi genitori in versione mignon, come un piccolissimo Gesú bambino.
 Quindi, quarto Natale ma il primo vissuto con trasporto e desiderio.
Infatti A in questa domenica:
- Sprizzava di gioia tra le statuine, le capanne, i personaggi meccanici nell'area dedicata ai presepi nel mercatino di Natale. "Mamma! guarda! Mamma guarda!"
L'entusiasmo della prima volta, della scoperta. L'attenzione di chi desidera conoscere, capire, cogliere i dettagli. Una meraviglia da cui farsi contagiare.
- In macchina, sulla strada del ritorno: "Bella questa giornata". "Perchè c' é il sole A?" " No mamma, perche siamo tutti INSCEME"
- Guardava con incredulità il suo papà che faceva riemergere dal garage scatoloni contenenti chissà quali sorprese.
- Ha aiutato la mamma a fare il presepe, scartando le statuine racchiuse nei fogli di giornale come caramelle. "No mamma. Gesú non in mezzo! (ndr tra Maria e Giuseppe) Gesú vuole dare i baci alla sua mamma". Ha attaccato la stella cometa sul cielo di carta, ha giocato con le pecorelle e poi ha inserito un nuovo elemento, la renna di peluche.
- Ha partecipato agli incastri dell'albero di Natale, impaziente di vedere il risultato finale, eccitato dalle luci bianche, le palline rosse, gli addobbi colorati.
E quando il salotto é stato finalmente vestito di Natale, A ha voluto fare "Giro giro tondo" con la mamma e il papà. Ma non una volta sola. Come nella migliore tradizione "bambinesca", quando qualcosa piace, é da ripetere all'infinito.
Questa domenica è stata una domenica felice, soprattutto grazie ad A e al suo sguardo sul mondo. Lui che si meraviglia e i suoi genitori che si meravigliano della sua meraviglia. Un contagio bellissimo.
Con i suoi occhi tutto é più nitido, trasparente, luminoso. Con il suo sguardo la quotidianità è gioiosa, giocosa, degna di importanza.Con I suoi occhi si riscopre l'origine delle cose, la loro sostanza.
La mamma di A, sul divano, mentre scrive il Té delle mamme, e tutti ormai dormono, circondata dai colori del Natale, guarda il suo piccolo presepe e pensa che sia il piú bello di sempre. Lo sta guardando con gli occhi di A. Meraviglia! Sgorga dal cuore un "Grazie!"