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giovedì 31 gennaio 2013

Le mamme full time

La mamma di A in questi giorni di lavoro  " matto e disperatissimo" di leopardiana memoria, ha pensato a tutte quelle mamme che lavorano full time, sempre, tutti i giorni della settimana, e magari anche il weekend in qualche centro commerciale o supermercato. E ha pensato che non é giusto per le mamme, per i bimbi, per le famiglie.  In una societá umana una donna dovrebbe avere la possibilitá di scegliere. Scegliere di poter stare a casa almeno i primi due anni, scegliere di rientrare part time, scegliere di rientrare full time. Scegliere! Senza tralasciare che in una societá umana, una donna dovrebbe dare per scontato che il suo posto di lavoro é un diritto, soprattutto quando diventa madre.  E il papá di A, quando la mamma di A si infervora su questi argomenti, le dice che é un'idealista. Sará anche un'idealista. Ma questo non cambia lo stato della situazione. La mamma di A, in una giornata particolarmente impegnativa ha persino pensato " Se rinasco voglio essere maschio". Ma non lo crede veramente. Peró a volte....

lunedì 28 gennaio 2013

Le mamme del gruppo

Sono tutte diverse. Alcune sono giovani, altre giovanissime, certe non proprio di primo pelo.. Fanno i lavori piú disparati...ci sono lavoratrici full time, part time, libere professioniste, mamme-mogli a tempo pieno. Bionde, brune, rosse. Ricce, lisce, mosse. Con gli occhi blú, marroni, verdi, azzurri. Ma hanno alcune cose in comune, importantissime:
- sono tutte appassionatissime, innamoratissime mamme
- abitano tutte nella stessa città/ provincia
- fanno parte dello stesso gruppo, si un gruppo virtuale, testimonianza vivente che i social network e la tecnologia possono far nascere cose belle, sane e utili.
Le mamme di queste gruppo si sono cercate spontaneamente e come le formichine  che lavorano tutte insieme per lo stesso fine, sono cresciute, con il passa parola, sono diventate tante...
Che fanno? Cose semplici e meravigliose...si tengono compagnia, si sostengono nei momenti della "dolce attesa", nei primi momenti quando torni a casa con il tuo cucciolino in fasce e ti assalgono milioni di dubbi, si raccontano e si confrontano, ridono, sdrammatizzano, si commuovono. Si scambiano consigli sull'educazione, sull'alimentazione, malattie, cure, rimedi della nonna per i loro bambini. Si scambiano informazioni per migliorare la qualitá della vita della loro famiglie, sanno tutto sui negozi, le marche, prezzi, offerte, feste, scuole, eventi,  ecc. Insomma sono meglio della Treccani. Naturale, sono tutte donne, quindi a volte si mettono a "sbetegare", come si dice dalle nostre parti. Ma non potersi vedere  in faccia e dialogare solo scrivendo a volte crea incomprensioni....la maggior parte delle volte si fa anche pace..Ciascuna ammette che,  quando é a passeggio o nei supermercati o per strada, e incontra una mamma munita di passeggìno, tra l'imbarazzo e la cusiosità, cerca sguardi di intesa per dirsi "Ma sei una del gruppo ?". E a volte succede che la risposta sia "si" . È allora che bello.
La mamma di A le ha trovate per caso e non le ha piú lasciate. Il gruppo crea dipendenza, risorsa ricca e preziosa di scambi, sostegno e allegra compagnia. Non di rado ha innescato gelosia e sospetto nei mariti e compagni che vedono le loro donne ridere da sole mentre guardano il computer. 
Insomma ormai si conoscono, sono una piccola grande famiglia virtuale. Ascoltando  l'antico bisogno di incontro, organizzano colazioni e cene...queste mamme sono emozionate prima dell'evento, si stupiscono quando finalmente incrociano i loro sguardi e  imparano la voce delle compagne. E si vogliono bene perché, anche se tutte diverse, si riconoscono in quel grande  mistero del quale tutte fanno parte: la vita che nel loro grembo si é manifestata e che ogni giorno con amore, gioia ma anche fatica cercano di far crescere e far "volare". Senza dimenticarsi che oltre ad essere mamme, sono anche donne....

NB: se le incontrate non potete non riconoscerle....la mattina tutte insieme con i loro cuccioli occupano tutti i tavolini nel bar, o la sera scatenate e bellissime mamme, con la prole a casa con i papá! 
Quando ci vuole ci vuole! 

giovedì 24 gennaio 2013

La "brava " bambina che é in me

La pausa pranzo del giovedi, momento di sospensine tra l'attivitá a scuola e la consulenza in studio. Puro momento di relax, in solitudine. La mamma di A é una persona socievole, ma anche un po' selvatica ( come le ha  scritto un'amica questa mattina in un messaggio), e quindi ama stare un po' da sola pensando a niente, pensando a tutto. Apre la porta, l'accoglie il saluto del barista che sta terminando il suo pranzo a un tavolino. La mamma di A si ferma un attimo nella lettura della lista, appesa al vetro, proprio dietro al barista. "Prendi i gnocchi alla sorrentina, sono ottimi, te li consiglio. Li ho appena mangiati anche io". Incalza lui. La mamma di A sta un attimo in silenzio. E lui insiste con i gnocchi. Eccola lí, spunta da dentro la mamma di A una sua vecchia conoscenza, le si mette vicino, al suo fianco e le suggerisce le risposte. É bionda, con gli occhi grandi, un musino carino. Lei é  la "brava bambina" che la mamma di A é stata un tempo lontano e che ogni tanto, all'improvviso, fa capolino nella sua vita. "La brava bambina " non dice di no, perché non ne è capace, le dispiace, non vuole deludere, nn vuole offendere, ferire. La brava bambina é sintonizzata sulle aspettative degli altri, ha paura di non essere giudicata bene, di non piacere. La chiamano brava bambina, ma la mamma di A, un po' di anni fa, l'ha incontrata e le ha spiegato che comportarsi così non vuol dire essere bravi.  No, non si é bravi così...si rischia  di essere adulti infelici. E basta.  Ed così chiaro che sia così, ma non lo é per tante persone, soprattutto per le donne. La mamma di A le ha spiegato quanto sia importante esprimere le proprie idee, le proprie opinioni...anche se sono scomode, sgradite, non quello che il mondo si aspetta..esprimerle  con intelligenza, educazione, intelligenza emotiva. Ma la brava bambina qualche volta sguscia fuori e oggi stava per ordinare i gnocchi alla sorrentina così, per non dispiacere al barista, che sembrava tenerci tanto, orgoglioso del suo piatto. Ma il caro barista se ne fará una ragione bambina bella, torna nel passato, perché qui c' é la mamma di A che non vede l'ora di addentarsi una piadina. A volte sono le piccole, piccolissime scelte che fanno la differenza!

mercoledì 23 gennaio 2013

Ti dico io perché finisce un amore

"Ti dico io perché finisce un amore. No, no....non é perché succede qualcosa di grave, non é per un tradimento, non é per uno strappo forte o un evento violento. Queste sono le conseguenze di un amore consumato, sciupato, abbandonato. Un amore muore quando la mattina non ci si dice piú buongiorno, non ci si guarda negli occhi, non ci si fa un sorriso di buona giornata. Un amore muore quando si dimenticano le piccole attenzioni, un abbraccio, una carezza. Un amore muore quando lo si dá per scontato, consolidato, dimenticando che  ció che vive, qualsiasi cosa viva, necessità di cure, acqua, nutrìmento, attenzione, bene. Un amore muore per superficialitá, disattenzione..... Questo é il peccato piú grande...lasciare i sentimenti piú preziosi morire in un mare di banalitá...." La mamma di A ascolta in silenzio...e pensa a quanta veritá c' é in questa parole...

sabato 19 gennaio 2013

Fino a dove potrò proteggerti?

" Mami, mami, aih aih ahi. ". Il piccolo A, che fino a un attimo prima stava esplorando il lettone sereno e felice, piange disperato e con il musino tutto rosso e le lacrime che gli bagnano il viso, protende le sue braccia verso la mamma. Il mistero si risolve velocemente. Alla fine, la lampada sul comodino, che al piccolo A piace tanto accendere e spegnere con la levetta, si è trasformata in uno scotta  mani. Si perchè il piccolo A è attratto dalla lampadina, e anche se la mamma gli dice sempre di non toccarla, la tentazione oggi è stata troppo. I suoi genitori erano li con lui, ma stavano chiacchierando, godendosi la pace del sabato mattina, tutti ancora stropicciati dal sonno. Al piccolo A deve essere sembrato il momento giusto. " So che la mamma dice di no, ma sono qui tutti e due, non potrà succedermi nulla."
E nella camera dei genitori di A, questa mattina, si è consumato un rito che probabilmente dura da secoli. I genitori che cercano di spiegare ai figli cosa è giusto e sbagliato, cosa fa bene cosa fa male. Cosa è bello e cosa e brutto. Vorrebbero che i loro figli non soffrissero mai. Vorrebbero vederli sempre con quel bel sorriso stampato e gli occhi luminosi. Vorrebbero che non si scottassero mai le manine. Ma il piccolo A, come tutti i figli, anche se si fida della sua mamma e del suo papà, ha bisogno, l'urgenza, la necessità di provare, sperimentare, capire, sapere con l'esperienza. 
E la mamma di A è divisa in due. Le viscere che si stringono in una morsa sentendo il pianto disperato del suo bambino, il senso di impotenza perchè oltre all'acqua fresca, a una pomatina sulla scottatura e alla canzoncina magica "Guarì guarà se pasa mia enchè guarirà dumà" non può fare altro ( trad Guarì Guarà se non passa oggi guarirà domani. Tratto da Nonna G). La testa e il self controll che gli ricordano che non è successo nulla di irreparabile, che il piccolo A ha bisogno di sentirla sicura, che non potrà levare al piccolo A tutti gli ostacoli che la vità gli metterà di fronte. Il confine tra un figlio e suoi genitori, esserci senza sostituirsi, accompagnare e non  forzare, educare non plasmare, tenere e lasciare andare, proteggere non castrare impedire. Bene, buon lavoro mamma di A!

martedì 15 gennaio 2013

Piccoli grandi punti di vista

"Le palline non sono fatte per giocare da soli ma per giocare con agli altri, basta litigare per chi deve tenerla. Dai giochiamo a goal tutti e tre insieme". La mamma di A prende la pallina gialla da tennis che Glo e il piccolo A si stanno contendendo a suon di pianti e musi. Si mette in porta, letteralmente davanti alla porta di casa della nonna , e incita i due cuginetti a fare goal. Dalle lacrime alle risate e all'entusiasmo nel giro di pochi minuti. I bambini e la capacità di lasciarsi tutto alle spalle, senza ripensamenti, per godere del presente e di ciò che di nuovo  fa capolino nella loro vita.
"Zia, come sei alta!!"dice a un certo punto la piccola Glo, con un misto di ammirazione e pensieri. "Dopo mangio tanta pappa cosi divento alta come te". Per chi non conoscesse la mamma di A, sappiate che arriva appena a un metro e sessanta. È proprio vero che i bambini guardano con gli occhi del cuore. La mamma di A è una zia fortunata.

sabato 12 gennaio 2013

A.A.A Cercasi bambino di nome Gesù

Solo oggi la mamma di A ha trovato il tempo di smontare presepe, albero di Natale, addobbi e luci. È una cosa che non ama fare. Emozioni inversamente proporzionali al momento in cui la casa si colora della magia del Natale. È un momento faticoso. Come lo è lasciare andare tutte le cose belle. Anche se è il momento, anche se è giusto cosi, anche se lasciare vuole dire trovare qualcosa di nuovo. La mamma di A mette la musica a palla e comincia a "lavorare" .  Guarda la casa....è tutta da riordinare. Ma poi comincia a provare soddisfazione...cantare e lavorare. La testa libera di vagare.
Il presepe, gioco preferito del piccolo A negli ultimi tempi, per il quale ha mollato anche il suo mini folletto aspira tutto, piano piano si adagia nello scatolone. Gesti che sanno di infanzia, di momenti con la mamma. Di arrivederci. La mamma di A, da bambina, salutava le statuine come se fossero persone a cui voleva bene. Le sembrava cosi strano che per un anno restassero in cantina. Le sembrava strano rivedersi solo dopo un anno. Quante cose cambiano in un anno. E loro invece tornavano in salotto come se niente fosse, il Natale dopo. Serene e uguali a sempre.
Quest'anno però c' è una novità. Nel presepe non c' è più Gesù bambino. La mamma di A lo ha cercato dappertutto, soprattutto tra i giochi di A....ma niente. La cosa la fa sorridere. Le possibilità sono;
- piccolo A non vuole separasi dal suo piccolo amico e lo ha nascosto sapendo che questa mattina la sua mamma lo avrebbe rimandato in garage.
- Gesù bambino pensa che quest'anno c' è ancora tanto lavoro da fare e ha pensato bene che le persone dopo Natale si dimenticano di lui. Meglio stare ancora in giro, visto il bisogno di speranza e luce che ciascuno di noi, in questi tempi, sente più che mai.
La mamma di A riporta gli scatoloni colmi di Natale sugli scaffali in garage. Ma continua a pensare a quel birichino di Gesù che se ne sta in giro per i fatti suoi....Divertiti piccolino e aiutaci un po' come tu sai fare....

lunedì 7 gennaio 2013

I piccoli che sono GRANDI!

Domenica pomeriggio in centro. Temperatura gradevole, non proprio invernale. La mamma di A con suo fratello, lo zio Ma, e naturalmente il piccolo A. Tutti e tre insieme entrano in un negozio. Il piccolo A è insofferente al passeggino, finito il tempo massimo di resistenza, è pronto per correre e trotterellare. Non vuole più stare seduto. Il negozio è lungo e stretto, un po' buio (come detta la corrente modaiola del momento che la mamma di A non ama proprio, lei farebbe sempre, solo, tutto bianco). 
E questo è quello che accade:

Visto con gli occhi di A
" Sono stufo di stare seduto, voglio scendere da qui. Mamma slegami, fammi giocare, fammi camminare insieme a te. Oh! Ma c'è un'altra bimba qui...Ciao bambina che mi guardi timidamente. Anche tu ti stai annoiando!? Ti guardo intensamente, magari ti avvicini. Che bello sei arrivata. Sei grande come mia cugina Ga. Siiiiiiiiii !, bu bu sette te mi fa morire dal ridere. Adesso lo faccio anche io, mi nascondo dietro le mie manine e ......."bu bu sette te" Anche io ti faccio ridere. , Siiii! belli i bacini sulla mano, me li da sempre anche la mia zia A. Mamma, Mamma, guarda questa bimba mi dà i bacini sulla mano. È simpatica, mi fa giocare e ridere. Siiiiiii! Belli i bacini e le carezze sulla testa. Me li dà sempre anche la mia mamma. Guarda Mamma, questa bambina mi dà i bacini sulla testa. Questa nuova situazione mi piace, mi incuriosisce. È bello stare con bambini nuovi. Sono emozionato e felice. Ho gli occhi pieni di luce da quanto mi sto divertendo. Ciao bambina, ti faccio ciao con la manina e ti sfoggio uno dei miei migliori sorrisi. La tua  mamma ti sta portando via, ha finito di guardare i vestiti.  Ciao ciao. Ciao......Ciao...."

Visto con gli occhi di chi stava intorno. Noi, i grandi. (Grandi in statura)
Diciamo la verità, stiamo guardando la scena con tenerezza e sorriso. È una scena che cattura l'attenzione. C' è una bambina, che avrà dieci anni, che sta facendo giocare un bambino piccolo e lo sta facendo ridere. Fino a pochi secondi fa il bambino stava protestando, voleva scendere dal passeggino. Nessun preambolo, presentazione, stretta di mano. Si sono visti, avvicinati e si sono capiti subito. Hanno giocato. Hanno riso. La bambina più grande si è presa cura del piccolino. Lo ha fatto ridere di gusto, gli ha dato bacini sulle mani e sulla testa. Gli ha fatto le care e lo ha fatto stare bene. Si sono trovati talmente bene che non volevano più lasciarsi. La mamma della bambina ha dovuto insistere un po' per convincere la figlia che dovevano andare. Ma noi tutti, noi grandi, abbiamo notato subito che la bambina aveva la Sindrome di Down E' la cosa che per prima abbiamo notata, è ciò che ha attirato di più la nostra attenzione, curiosità.....Il piccolo A no! Ha visto un mondo più grande, libero e vero. Come sarebbe bello guardare il mondo con il suo sguardo. " L'essenziale è invisibile agli occhi " . E il piccolo A, senza che nessuno glielo abbia insegnato, lo sa! "Abbassiamoci" al livello dei bambini.....lo so, riuscirci può rivelarsi un'impresa.

sabato 5 gennaio 2013

Pretty boy e la sua personal shopper

" Ti conosco dall'anno prima di andare all'asilo....quindi...so dove vuoi arrivare quando mi fai una domanda". La mamma di A beve il suo succo e mangia i cannoncini alla crema. Urge dieta e sport, ma è un' urgenza rimandabile a lunedì. Beccata in pieno, pensava di averla presa alla larga con aria fintamente innocente. Ma è vero. Vorrebbe carpirgli qualche dettaglio della sua vita sentimentale, sulla quale da qualche tempo è calato il silenzio stampa. Va be', quando e se avrá voglia...lo sa che la mamma di A ascolta volentieri le sue novità. Ormai lontane dalla sua "tranquilla" vita mammesca.          Lui oggi si è trasformato in Pretty  boy, e come Giulia Roberts nel mitico film, si è rinfrescato il guardaroba facendosi accompagnare dalla mamma di A, che per un giorno si è calata nei panni di personal shopper. Hanno incontrato un commesso già stressato dai saldi che inizialmente non gli ha prestato molta attenzione. Li ha serviti senza entusiasmo fino a quando non ha capito che la mamma di A era molto decisa a far provare al suo amico Pe tutto quello che di bello circolava nel negozio, e fino a quando non ha sentito "ok per questa giacca, e anche  questa e già che ci sono prendo pure quella".  Allora forse il commesso ha capito che la strana coppia era in vena di spendere e che non era il caso di dormire sugli allori. 
Eh si, lontani i tempi del liceo, della felpa arancio con le maniche lunghe, trasformata in felpa con le maniche corte, "perchè gli sono affezionato e mi piace troppo". Eh si, lontani i tempi della berretta da Peter che " mi piace da morire", e non poteva mancare in nessuna camminata in montagna. Eh si, lontani i tempi del "tuton", la tuta improponibile con la quale, nonostante i 30 gradi estivi, camminava per il sentiero verso Santiago, "perchè sono tutto scottato e cosi mi proteggo". Oggi Pe è un giovane uomo impegnato, serio, determinato, capace. Una persona che si spende per una politica che non tradisca il valore e il significato della parola politica.Che sa essere coerente nella parola e nell'azione. E la mamma di A è molto orgogliosa di lui. 
Finiscono il pomeriggio in pasticceria, con i cannoncini e il succo.  Sono due persone grandi ormai, che però non si dimenticano mai di quello che sono stati. Due bambini nel giardino della scuola materna, due bambini nel cortile della scuola elementare, due ragazzini tra i sentieri di montagna, che giocano in oratorio, per strada, in cortile, due adolescenti che camminano la mattina verso la stessa scuola superiore, che fanno gli animatori d'estate, che partecipano con passione alle giornate mondiali della gioventù, che condividono fatiche e gioie del Cammino di Santiago........
In bocca al lupo Pe, per il tuo nuovo impegno e la tua nuova avventura....e se un giorno lo vedrete in tv, in qualche talk show, o sui giornali...oltre che fidarvi di lui, guardate anche come è vestito...c' è lo zampino della mamma di A.

giovedì 3 gennaio 2013

La nonna alla finestra

Tenerezza e malinconia. In un bel viso segnato dalle rughe e dal tempo. Ma le rughe accentuano il suo sorriso quando la mamma di A passa davanti alla finestra e con un cenno della mano la saluta. Dice anche buongiorno a parole, la mamma di A, ma non sa se la voce si senta al di là del vetro. Spunta dalla finestra del piano terra solo il viso di questa nonna, con i capelli bianchi candidi pettinati bene, gli occhi piccoli e scuri, le labbra ripiegate un po' verso l'interno. 
La mamma di A l'ha notata una mattina mentre a piedi andava a buttare l'immondizia. In questo paesino di montagna che trasuda di storia e storie, la mamma di A si chiede quante cose avrebbe da raccontarle questa nonnina, che passa la giornata a guardare la vita dalla finestra della cucina. Come sarà il trascorrere del tempo in quella casa silenziosa, lento e pieno o lento e vuoto, o solo lento. Pieno di ricordi? Che emozioni si porterà dentro? La mamma di A ha la sensazione che già solo quel saluto mattutino tra donne di generazioni e storie lontane porti qualcosa di bello ad entrambe. E poi questa mattina la sorpresa. Con passo lento la mamma di A cammina con la sua borsina in mano, ma la nonna non c'è. La mamma di A butta occhio nella cucina di mattonelline rosa, percepisce un'ombra ma non vuole essere indiscreta. Quindi prosegue. E quando ripercorrere la strada al contrario trova la nonna che ha aperto la finestra e la sta aspettando. Ma che bel viso e che bel sorriso. Anche gli occhi sorridono. "Buongiorno!" "Buongiorno, fa freddo questa mattina..... Ho acceso anche la stufa perchè ho sempre la schiena fredda" " Ha fatto bene signora, stia al caldo!". La mamma di A vorrebbe dirle ancora qualcosa ma non le viene in mente nulla. Sente che si è rotto il ghiaccio. Chissà che prima o poi non entri pure per un caffè. Chi ha migliorato la giornata di chi? Entrambe si sono fatte un regalo. Un incontro. Le cose belle e buone sono spesso piccole e quotidiane.