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lunedì 25 giugno 2012

Chiudere le porte, far riempire i vasi

Un tempo si giocava a pregi e difetti..Il destinatario si allontanava un po' dal gruppo che nel frattempo parlava di lui elencandone appunto pregi e difetti. Una volta che la lista era pronta il malcapitato ascoltava cio' che gli altri pensavano di lui, cercando di indovinare di volta in volta chi avesse detto che cosa. Era un gioco un po' crudele come a volte riescono a essere crudeli i bambini e i ragazzini nella loro spontaneita' non ancora educata. Ora si parla di punti di forza e debolezza, cercando di eliminare il giudizio sottostante, per aiutare una persona a conoscersi meglio, ad accettarsi ed a essere consapevole di se'. La mamma di A in questi giorni sta combattendo contro un suo punto di debolezza, chiamiamolo pure difetto. Anche se sta combattendo tra se' e se' per decidere se davvero lo e'. E' sicura di averlo ma e' indecisa se sia un bene o un male. La mamma di A quando chiude la porta la chiude proprio. Non Sa riaprirla, anzi non vuole farlo. La mamma di A quando chiude e' perche' ha deciso, ha impugnato la maniglia, ha spinto, clock! Si volta e continua a camminare lasciando dietro cio' che e ' stato. Non e' un'azione improvvisa, veemente, impulsiva..dipende solamente da una goccia, la famosa goccia che, anche se piccolina, fa tracimare il vaso. Lei la sente come una questione di lealta' e amore verso se stessa. No non soffre nel chiudere la porta...e' prima il brutto quando le goccie si accumulano.... Chiudere vuol dire decidere, tornare leggeri, scrivere un'altra storia. Il vero punto di debolezza riguarda la domanda piu' importante..come mai si lasciano riempire i vasi?? Perche'? perche' e' successo che la mamma di A a volte abbia confuso l'essere assertivi con l'essere "cattivi", perche'sperava che gli altri capissero mettendosi nei suoi panni dimenticandosi che i punti di vista possono essere tanti e non coincidenti con il suo,perche' le hanno insegnato che le brave bambine sono appunto brave e accondiscendenti, perche' non sempre e' facile accettare l'immagine di se' negativa che gli altri ti attribuiscono quando affermi quel che senti, perche' a volte ti sembra piu' semplice far correre le cose e poi scopri che non hai fatto correre niente ma hai messo tutto sotto il tappeto, perche' a volte si possono fare errori di valutazione e siccome la mamma di A e' una che da' subito fiducia e concede molte chances puo' succedere che questa fiducia venga tradita, non per cattiveria ma per ...qualcosa che non so. Nel diventare mamma la mamma di A e' decisamente migliorata, se ne e' accorta anche ieri in gelateria quando invece di pensare, " Ma si dai e' una signora la lascio passare anche se tocca a me", ha rivendicato senza aggressivita' che era il suo turno. La mamma di A e' pero' curiosa di sapere cosa ne pensano le altre donne, perche' le sembra una questione femminile, antica come l'arcobaleno, quella dei vasi che si riempiono fino all'orlo...

domenica 24 giugno 2012

Cose belle cose brutte

I gruppi di psicoterapia per bambini cominciano sempre con l'aggiornamento, momento in cui ciascuno racconta le cose belle e le cose brutte della settimana...siccome mi mancano gli incontri con i bimbi...oggi mi faccio da sola un aggiornamento.. Le Cose belle di oggi : Svegliarsi con un "mammma mammmma", con la voce piu dolce che abbia mai sentito Le coccole nel letto. "Babbisc Babbisc"... traduzione "mi fai vedere i teletubbies?" e sentirmi felice a ogni nuova parola pronunciata dal piccolo A, perche' mi sembra una cosa cosi incredibile.. La nonna che prepara la colazione per tutti. Il bagnetto nel mare con quel misto di desiderio e timore negli occhi di A. Sentire che mi stringe forte e mi da un bacio...cosi...noi questi momenti li chiamiamo "abbraccio totale". La mia nipotina G che mi dice.." Zia hai sentito ieri sera la musica dall'albergo con il karaoke e il bambino che cantava "io vandalo che son io..." Ma G non e' vandalo e' vagabondo...che lapsus freudiano.. Mia sorella che nel pomeriggio porta in spiaggia il piccolo A e io pacifica vado a mangiarmi un gelato. Il gusto pinolata che lo fanno solo qui al mare. Il papa' del piccolo A che non vede l'ora di rivederci..la lontananza fa bene!! Il piccolo A che vuole abbracciare Romeo...il cagnone del bagno Roma.. Il profumo dei pini marittimi. Il piccolo A che invece di lanciare la palla a me decide di tirarla a un signore anziano, nostro vicino di ombrellone, e capire che non aspettava altro. La doccia dopo la spiaggia. Mangiare sulla terrazza. Stare sul lettone con la mia nipotina G, io scrivo, piccolo A dorme vicino nel suo lettino, lei conta i punti della sala giochi e mi annusa i capelli.."troppo profumati zia, cambia shampoo" Le Cose brutte di oggi: Svegliarsi alla 6, mi bastava mezz'oretta in piu. Una certa Ginevra di circa 8 anni, accompagnata da nonnaboccarifatta, che cerca di disarcionare piccolo A dal dondolo. E siamo a quota bulli n 2. E la nonna che per femarla dice,"dai amore te lo compro uguale"...mah! Le zanzare che si accaniscono su piccolo A che forse e' allergico e ha un occhietto come Mike Tyson. Piccolo A che dice "noooooooo", anche se in realta' mi piace. La signora bionda che ha cercato di passarmi davanti in gelateria, ma di gelato ce n'e' per tutti. La sabbia nel letto, la sabbia che scotta, la sabbia nel culetto del piccolo A. Anche oggi ho molti motivi per dire grazie e nessun diritto di lamentarmi.

sabato 23 giugno 2012

Se non hai voglia di annoiarti non leggere

La cultura e ' un elefante, la cultura e' una libellula. Questo insegnava un mio professore all'universita' per spiegare come ciascuno di noi nasce, cresce, impara, pensa e vede il mondo attraverso le lenti della cultura in cui vive. Portatrice di valori, atteggiamenti, tradizioni, usi e costumi ci orienta nelle scelte, nel modo in cui categorizziamo e giudichiamo il mondo. Ci fa reputare una cosa strana o normale, bella o brutta, giusta o sbagliata, desiderabile o deprecabile..Per questo e' un elefante perché pesa e ingombra inevitabilmente la nostra vita. Ma e' anche una libellula perche' e' cosi leggera e spontanea che non ci accorgiamo neppure di stare guardando il mondo attraverso i suoi occhi. Questo penso spesso quando guardo un uomo e una donna che si incontrano, si innamorano e stanno insieme. Che si stanno incontrando non solo maschio femmina, due personalità' e due caratteri..ma due anche due culture diverse..che, si sa, possono integrarsi o scontrarsi. Due culture familiari differenti che hanno modi di dire, di fare, di concepire cio' che e importante e cio' che non lo e'. E qui nel mezzo ci sono i nostri bimbi..Per questo la mamma di A e' cresciuta imbevuta della cultura familiare della nonna G, dove sono importanti la semplicita', far studiare i figli, la solidita', il sacrificio, l'impegno, il lavoro...i valori delle famiglie rurali della Francia Corta. La cultura familiare del nonno L ha radici molto diverse..piu' fluttuanti e leggere; dal 1888 famiglia d'arte del teatro girovago italiano, miscela di commedia e tragedia, romanzo e realta', precarieta' e liberta', passioni forti e malinconia. Li in mezzo ci sono io...un po' disorientante..no?ma come avranno fatto a beccarsi quei due? probabilmente affascinati dalla diversita' dell'altro, diversita' che conteneva i propri bisogni ancora aperti...da una parte la sicurezza dall'altra la leggerezza..Insomma tutto questo post un po' lungo e un po' pesante per dire che anche il piccolo A e'immerso in due culture differenti, la mia e quella del suo papa' e che capita di dovere confrontare, capire, discutere cosa e' importante per lui secondo noi. A volte ci integriamo perfettamente ma a volte sembriamo due mondi sconosciuti...perche' la tentazione di pensare che la propria cultura sia migliore dell'altra e' sempre in agguato.... Si questa sera sono un po' pesante....vado a mangiarmi un gelato....notte

giovedì 21 giugno 2012

Filastrocca della mamma ( di A)

All'inizio eri un pensiero, un po' lontano ma sincero. Poi l'amore e' arrivato, noi ti abbiam desiderato. Eri un piccolo puntino, ma gia' eri il mio bambino. Poi un giorno per dispetto, mi hanno detto "e' un maschietto". E la vita e' cosi, devi dirle sol di si, i miei piani son scombinati, lei pero' li ha migliorati. Una sera con la neve, quando tutto era lieve, sei arrivato all'improvviso, tra le lacrime e il sorriso. Quanto amore mi hai portato, cosi grande mai provato. Sei un tesoro di bambino, dolce come un uccellino. Tra pipi' e pupu', ora ci sei solo tu. Far la mamma e' faticoso, non soltanto favoloso. Ma i tuoi occhi cosa sono? un meraviglioso dono, per guardare la realta', tutta una novita'. Io con te voglio giocare, far le corse e chiacchierare, prendere la tua manina, starti accanto, un po' vicina. Cresci amore, cresci sereno, coi colori dell'arcobaleno. Hai tante cose da esplorare, da conoscere e da amare. La tua mamma e il tuo papa', quando vuoi li trovi qua'. Grazie di essere arrivato, il mondo hai tutto cambiato. Grazie di essere proprio tu ti amiamo ancor di piu'!

martedì 19 giugno 2012

Perche' ti chiami cosi?

Chiedere l'origine del proprio nome e il suo significato e' un'attivita' che spesso si fa nella conduzioni di gruppi di formazione, come presentazione di se'. Io la proponevo alle mie ragazze quando lavoravo anche come formatrice ( prima della gravidanza!)per conoscerle e per cominciare il percorso che si chiamava Sviluppo delle Capacita' personali. Anche in tempi non sospetti, in cui non ero alle prese con la scelta del nome del mio cuccioletto, mi aveva colpito tantissimo come a volte, la vita di qualcuna, fosse partita con il piede sbagliato. Selvaggia di chiamava una ragazzotta timidissima, che diventava rossa solamente pronunciando il suo nome durante l'appello. Di selvaggio non aveva nulla e il suo nome le pesava. Loredana invece mi racconto'.."Mia mamma voleva chiamarmi con un nome che a mio papa' non piaceva...lui ne preferiva un altro...allora hanno scelto Loredana perche' non piaceva a nessuno dei due"..." Ah, bene...un buon inizio per sentirsi desiderata. Insomma il nome di una persona, di un bimbo, non si puo' liquidare leggendo uno di quei libretti che riportano tutti i significati. E' un fatto importante, e' l'inizio di una identita', e' l'inizio di una persona e chi ben incomincia..Cosi quando e' toccato a me ho capito che... 1) non si sceglie un nome solo per fare contento qualcuno..nonni, suoceri, fratelli ecc 2) non puo' essere una scelta che segue puramente la moda 3) da considerare subito la vita sociale del nascituro, non si puo' affibiargli un nome per cui dovra' difendersi tutta la vita da battutine, doppi sensi, prese in giro.. 4) alcuni nomi sono difficili da portare ed sono i nostri bimbi che dovranno portarli per tutta la vita... Il piccolo A ha un nome che mi piace moltissimo, forse e' un po' importante, ma lo si puo' vestire anche in modo leggero...vedra' lui come si sentira'di portarlo. E' il nome del suo nonno che non ha mai conosciuto per questo ci abbiamo pensato un po'. Io e il papa' di A ci siamo prima assicurati che portare il nome di una persona che non c' e' piu' non crei attorno al nostro cucciolo sentimenti di tristezza o nostalgia. Abbiamo chiarito che A. e' una persona nuova e unica e quindi non portatrice di qualita', virtu' aggettivi ecc che appartenevano al nonno. Abbiamo comunicato che il nome ci piaceva proprio, che sicuramente in famiglia sarebbero stati contenti, ma che il motivo della scelta non era far felice qualcuno se non noi stessi. Insomma abbiamo fatto del nostro meglio e in piu', secondo me, il nome A, sul viso del piccolo A, ci sta proprio bene! E'un nome che gli si veste bene. Cosi quando andra' a scuola e una psicologa come la sua mamma gli chiedera' l'origine del suo nome, il piccolo A rispondera' che i suoi si sono tirati un sacco di menate, che la mamma e' una pesantona che deve prima riflettere su tutto ma che alla fine il suo nome significa grande e illustre e che quindi era un buon inizio e un buon auspicio. Incrociamo le dita!

lunedì 18 giugno 2012

I regali piu' preziosi

"Due cose posso regalare i genitori ai figli: le radici e le ali." E questo pensiero ha riempito la mia giornata ...di tante cose...

domenica 17 giugno 2012

La borsetta di Mickey Mouse

La desideravo tantissimo perche' era stato un amore a prima vista. Come poi altre volte mi e' successo nella vita con persone o cose..Piccola, a tracolla, bianca profilata di rosso, lucida, di vernice con stampato topolino, sorridente con le braccia spalancate. Non sono stata una bambina capricciosa quindi quando passavamo davanti al bazar, andando o tornando dalla spiaggia, mi fermavo a guardarla e toccarla pensando fosse una borsa bellissima. Ma non protestavo per averla, mia mamma aveva detto di no, stop. Non sono mai stata neppure una bambina molto " femminile" tanto che alla scuola materna, nonostante i miei compagni maschi, venni scelta per il ruolo di Gesu' Bambino per la recita di Natale. Chissa' perche' questa borsetta la volevo cosi tanto, mi piaceva proprio tanto. Da bambini spesso venivamo in vacanza qui dove sono ora, noi tre fratelli con la mamma. Papa' rimaneva a casa a lavorare. Poi un giorno e' venuto a trovarci e per me aveva un regalo...la borsetta di Mickey Mouse! Ma quanto era stato bravo il mio papa'? era venuto a farci una sorpresa e per di piu' mi aveva portato questa cosa cosi fantastica che volevo cosi tanto. Di questa storia mi fa tanta tenerezza quella bimba e il suo desiderio cosi semplice e silenzioso...ma soprattutto mia madre che ha saputo aspettare per farmi gustare fino in fondo il dono, mettendosi nel ruolo della "cattiva" lasciando a mio padre il ruolo dell'eroe. Perche' va da se', almeno per me, che la regista di tutto e' stata lei...Mi viene in mente questa storia,piccolo A, oggi che il tuo papa' e' tornato a casa e noi siamo rimasti qui..perche'eravamo tutti e due emozionati quando ci siamo salutati e nella mia emozione c'era il dispiacere di sapervi lontani l'uno dall'altra. Siete cosi belli insieme, tu che alzi le manine e dici "papppa'"...piccolino che ti fai sorreggere cosi in alto, e con il sorriso sornione te ne vai in giro fiero tra le sue braccia. Cosa c'entra con la storia della borsetta? Non lo so, un'associazione libera direbbe Freud. Domani la analizzo...adesso nanna...e' stata una giornata intensa..notte

giovedì 14 giugno 2012

Mi son persa qualche pezzo

" Ma com'e' che ti chiami?" " Io sono Elga piacere" " Piacere Francesca". Siamo qui da quattordici giorni, spontaneamente abbiamo chiacchierato del piu' e del meno, di pedagogia spicciola, di gravidanZe e parti, di asili nido e nonni, di anniversari e lavoro. I nostri piccoli giocano un po' insieme, un po' si rubano i secchielli e le palette, un po' si beccano, un po' si ignorano.Io dietro al mio, lei dietro alla sua...Ma ancora non ci eravamo presentate, non serviva perche' io per lei ero la mamma di A e lei per me era la mamma di G. Ci siamo perse qualche pezzo..Lei sorride e mi dice "Ormai sono come una sua appendice, dire la mamma di G e' come dire tutto" Sorrido anche io..a me in realta' questa cosa piace, forse perche' sono consapevole che non e' per sempre, che e' solo un momento che sta fuggendo via(vedi post del 13 giugno).Qualche pezzo l'ho trascurato, l'ho messo da parte, chiuso in un cassetto. Non a chiave, se fosse cosi credo che il piccolo A andrebbe a cercare la chiave, aprirebbe il cassetto e mi direbbe" mamma mollami un po'" e riprenditi la tua vita perche' io ho la mia". Che e' quello che tanti figli cercano di comunicare ai loro genitori, spesso inconsapevolmente, attraverso disagi, ribellioni, ansia, attacchi d' ira. Ma qui si apre un altro capitolo..In quel cassetto ho messo via le scarpe con i tacchi..troppo duro tenere in braccio A mentre faccio le scale con la spesa in mano. Ho riposto tanti vestiti e vestitini sempre per lo stesso motivo..vuoi mettere un paio di Jeans o una bella tutona? Poi ci ho messo le cene, gli aperitivi con mio marito, i viaggi lunghi, certi discorsi, la voglia di shopping.... No, non ho messo via la mia femminilita' e non cado nel tranello di chi me lo vuole far credere. E' una fase, che ironicamente un mio caro amico ha definito la fase della mamma-mamma. Pero' caro A in quel cassetto qualcosa ce lo lascio per sempre, almeno credo, non fa piu' parte di me...ho voglia di cose nuove...tu, come ogni figlio, sei per me un'occasione immensa per diventare una persona migliore..Cerchero' di coglierla facendo qualcosa che assomiglia al cambio stagione degli armadi, restando in metafora. Per oggi ti ho lasciao a casa con la nonna, stai dormendo come un ghiretto nel tuo lettino mentre io sono venuta in spiaggia per sfruttare il mio di lettino e prendere un po' di sole..."Sai che sforzo mamma, che cambiamento" ...cominciamo dalle piccole cose piccolo A...;-)

mercoledì 13 giugno 2012

Qualcosa e' cambiato

Non vuole piu' stare in braccio prima dell nanna, reclama il suo lettino subito per spaparanzarsi esausto a pancia in giu'. La mattina chiama "Mammmma mammmmmma", lo prendo lo metto nel lettone e mi dice "Aindi" che vuol dire..prendi l'I Pad e fammi guardare la sigla di Haidi. Ah..ok..niente piu' coccole?! Il bibe se lo divora da solo, le posate ormai sono le sue...gestisce con massima sicurezza forchette e cucchiai. Se dico bagnetto lo trovo gia' in bagno con in mano la bustina delle paperelle. Gli piace un sacco dire No, il Si non l'ha ancora imparato. Cammina sicuro per tutto lo stabilimento balneare, qualche volta si gira per controllare se lo seguo, mi prende la mano se gli servo per fare qualcosa come salire sullo scivolo, sull'altalena, entare nel mare. Sa difendersi dalle angherie della cugina, fa le facce per fami ridere, dice papa', ciao e grazie.Insomma piccolo A ma quando e' stato il momento che da neonato ti sei trasformato in bambino? Da quando piccolo uccellino ti sono cresciute tutte le piume e hai deciso di fare le prove di volo? come mai non sono stata avvisata?? anche una mamma ha bisogno dei suoi tempi...domenica compirai 18 mesi...non 18 anni! :)

lunedì 11 giugno 2012

Nostalgia di una mamma

Quaranta minuti di passeggiata sul bagnasciuga per far addormentare il piccolo A. Avanti e indietro. E' anche l' unica ginnastica che faccio. E in piu' mi abbronzo un po'. Ogni volta che giro il passeggino verso nord e cammino in direzione, penso che piu'in su, verso Ferrara, bagnato dallo stesso mare, c' e' quel posto che un tempo era il Mio mare. Mio significa che lo sognavo tutto l'anno mentre vivevo l' inverno dietro un banco di scuola. Mio significa che li ormai respiravo aria di casa perche' ogni angolo era familiare. Mio perche' ogni anno, senza darsi appuntamento era scontato ritrovare gli amici di Bologna, Modena, Carpi, Torino, Ferrara... Mio perche' le giornate passavano tra un bagno dal pontile, una chiacchierata sotto l'ombrellone, una partita a Uno, a pallavolo o a far niente ma l' importante era farlo insieme. Mio perche' eravamo tutti ragazzini e ogni estate ci scoprivamo piu' grandi. Mio perche' a volte , a fine vacanza, ci lasciavo il cuore con C maiuscola. Mio perche' Ferragosto voleva dire gavettoni e poi la notte fuoco in spiaggia, chitarra e grigliata in riva al mare fino all' alba. Mio perche' ero una " bambina" che giocava a fare la grande e le emozioni erano intense a volte esasperate. Mio perche' ancora ora che sono mamma e sono passati tanti anni ho impressi i volti di quegli amici lontani, il suono della loro voce, i loro modi di fare. Mio perche' le immagini sono tante e vivide di piccoli momenti che hanno fatto la differenza regalamdomi un'adolescenza di quelle con dentro il sole. Piccolo A, certo erano estati MOLTO diverse da quelle di adesso, soprattutto ora che cammini e le giornate sono dedicate a correre con te alla scoperta di tutto. A volte a una mamma viene la nostalgia o almeno alla tua mamma succede cosi. Capita di guardarsi indietro e sentire che dietro era tutto piu' leggero e semplice...ma e' grazie a quello che c' e' stato che ora sono qui con te e sono la tua mamma! una mamma fatta cosi..che spero ti piaccia...

sabato 9 giugno 2012

Piccolo uomo saggio parte seconda..ovvero...guarda e passa oltre

Quest'anno siamo ospiti di un bagno tipicamente romagnolo, gestito da una famiglia romagnola quindi la vacanza e' in un clima di cordialita', informalita',genuinita'e molta cura per tutti i clienti. Soprattutto per i bimbi. Abbiamo scelto un ombrellone vicino ai giochi dei bambini, io povera illusa pensavo di poter guardare il piccolo A sdraiata comoda sul lettino. Mi ritrovo invece dentro la casetta stile mediterraneo a fare le polpettine di sabbia, nel castello rosa di Cenerentola a fare per un centinaio di volte " toc toc" " chi e'?", nel labirinto che finisce con un bello scivolo, su e giu' dal bagnasciuga a prendere conchiglie, su e giu' dalle doccie a riempire secchielli. Non non mi lamento, la verità' e' che mi diverto! Soprattutto a guardare il piccolo A. che si relazione con gli altri bimbi. Non frequentando il nido, il piccolo A e' ancora a digiuno di rapporti con i propri simili, escludendo le cuginette o i bambini che incontriamo al parco. Succede quindi che mentre stiamo facendo le polpette nella nostra casetta, un urlo di tarzan ci raggiunge " Quella casa e' la mia! Mia MIA MIIIAAAA". Un bambino paonazzo, un po' in sovrappevo ci raggiunge con passo minaccioso. Avra' sui cinque sei anni. Entra senza fare toc toc e imbufalito ci ripete cio' che ha urlato da lontano. Bene! io donna matura, madre, psicologa e psicoterapueta si da il caso che non abbia mai sopportato prepotenti e bulli. Garrone era il mio personaggio preferito del libro Cuore perche' difendeva sempre i piu ' deboli. Quindi io adulto della situazione, attingendo alla mia parte piu ' instintuale ed emozionale gli avrei urlato " EHi Tu Ciccio, Questa Casetta E' di tutti Non fare il prepotente e soprattutto non permetterti di trattare male IL MIO BAMBINO!" . Ma appunto perche' in questa storia, anche se sono dentro una casetta a giocare a fare la bambina, so di essere una mamma responsabile non solo per mio figlio. E siccome so che un prepotente non e' un forte ma una creatura fragile che a suo modo prova a vivere, con dolcezza gli spiego che se vuole possiamo giocare insieme, che i giochi sono qui per tutti, che possiamo fare un po' per uno. Risposta..prende la sabbia e come un ossesso la lancia da tutte le parti. In tutta questa scena il piccolo A. non gli ha mai tolto gli occhi di dosso. E' fermo, non fa piu' le polpette, e con uno sguardo serio ma sereno osserva questo bimbo che ci sta dando un sacco di fastidio. Poi si gira, mi prende la mano, mi porta fuori dalla casetta e come se niente fosse mi conduce a un altro gioco. Se sapesse parlare mi direbbe " Dai mamma guarda e passa oltre, non farti rovinare la giornata da uno cosi, non farti venire il sangue amaro e continuiamo a giocare". Piccolo uomo saggio oggi mi hai dimostrato che non serve che una madre protegga sempre suo figlio..anzi..mi hai ricordato che e' piu' importante trasmettergli la capacita' di affrontare le cose anche da solo. Mi hai ricordato che non potro' evitarti tutte le sofferenze che la vita inevitabilmente di portera' perche' alcune ti faranno crescere...ma solo se le affronterai con le tue forze e i tuoi talenti. A noi il compito di aiutarti a scoprirli questi talenti senza sostituirci a te. Cosi diventerai come un albero con le radici solide e con i rami rivolti al cielo. Quanto ti amo!

mercoledì 6 giugno 2012

La paura di una mamma

Puoi gestirla bene, puoi usare la tua parte razionale per domarla quando e' esagerata, puoi renderla piccola confrontandoti con le altre mamme scoprendo che non sei la sola, ma comunque lei c' e'. E' la paura che possa succedergli qualcosa, e' la paura di essere impotente di non poter fare nulla per proteggerlo...da cosa?? quando era dentro di me era la paura di perderlo.. quando era nel mio grembo era la paura che potesse avere qualcosa.. quando stava per nascere era la paura del parto, per me, per lui, per noi.. quando e' venuto al mondo era la paura che non crescesse abbastanza, che non bevesse il mio latte, che respirasse nel sonno.. poi la paura delle vaccinazioni, del primo antibiotico, dell'operazione al testicolo lui cosi piccolo, dell'anestesia.. e questa mattina mi hai chiamato" mamma, mammmma".."Noo piccolo A. sono solo le sei e siamo in vacanza". ma tu eri pieno di pisota e non volevi piu dormire..e allora ho avuto veramente paura perche' mentre ti cambiavo il pannolino e' arrivata una scossa veramente forte e io, la tua mamma, non potevo fare niente per proteggerti..sono diventata mamma e ho capito cosa signica poter dare la propria vita per un figlio. Fortunatamente la nonna ci ha fatto ridere, pensava che fossimo noi a fargli uno scherzo muovemdogli il letto...ma la paura c' e' ancora...Anche se c'e' il sole, anche se c'e' il mare, i bombolini alla crema, le palette e i secchielli..Piccolo A tu riposa sereno, la tua mamma ha una leonessa dentro di se' che ha scoperto esserci da quando sei nato tu!

lunedì 4 giugno 2012

Vacanze e contrasti

La nonna di A, Santa donna, per il secondo anno consecutivo, ha deciso di affittare una casa al mare per un mese intero e circondarsi dell'affetto dei suoi figli e dei suoi nipotini. Io e il piccolo A non ce lo siamo fatti dire due volte e abbiamo deciso di sconfessare lo stereotipo del bresciano grande e infaticabile lavoratore...e senza grandi sensi colpa ci godiamo questa vacanza. La partenza..il papa' di A dice" tranquilli , vi porto io e non serve una seconda macchina, la mia ha il baule molto spazioso". Ignaro del fatto che la nonna di A, donna energica dinamica e soprattutto pratica, quando si sposta pensa a qualsiasi evenienza. Ignaro del fatto che sua moglie, cioe' io, nell' indecisione ha preso molte piu' cose di quelle che le serviranno effetivamente. Ignaro che lo zio di A., mio fratello, all' ultimo minuto ha deciso di venire con noi per il weekend. Conclusione il numero di borse , borsine, borsette e' effettivamente un po' esagerato per non parlare del passeggino, del lettino, del materassino e del seggiolone di A. E siccome la pazienza non e' proprio il suo forte, chi si e' trovato nei dintorni della casa della nonna di A venerdi mattina, avra' sorriso vedendo un giovane uomo brontolare animosamente cercando di sistemare la mole di bagagli nella macchina mentre la suocera dalla finestra del terzo piano dava le direttive su come fare( si perché' la nonna di A oltre che essere pratica possiede una certa attitudine al comando.) Ma alla fine c' e' riuscito e il gruppo vacanze e' arrivato a destinazione.Il mare non e' eccezionale, non siamo proprio in un posto silenzioso ma amiamo questa riviera che e' il luogo per antonomasia della vacanza all'italiana. E tra una passeggiata sul bagnasciuga, un castello di sabbia, un gelato e una piadina..scopri che i tuoi vicini di ombrellone sono di Mirandola e che per paura si sono rifugiati al mare. Non sanno ancora quando potranno tornare nelle loro case e al loro lavoro. I contrasti sono sempre dietro l'angolo. L'altra faccia della medaglia li pronta a mostrare la sua crudelta'. Io sto insegnando al piccolo A a non aver paura della sabbia sotto i suoi piedi, a giocare con le onde, ad arrampicarsi sul castello per bambini, a tenere il cappelino in testa, a usare le formine...i miei vicini stanno cercando di dare al loro bambino un posto sicuro, una certa tranquillita' e normalita'. Si sforzano di essere coraggiosi per non trasferire paura, si sforzano di essere allegri per far sentire loro figlio in vacanza. Piccolo A, tu di questo non ricorderai nulla...ma spero che tu possa essere un uomo che non dia per scontato niente, perche' tu possa veramente godere di quello che hai ogni singolo giorno della tua preziosa vita. Come questi meraviglioso giorni qui con te piccolo mio, a insegnarti cos' e' il mare. Notte...